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Basilica Paleocristiana di Siponto: non si scommette sulla Storia

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
1 Marzo 2016
Manfredonia //

Manfredonia. Ho avuto modo di apprendere, anche se in modo incompleto, sugli interventi in atto sul Parco Archeologico di Siponto e in particolare, sull’area della Paleocristiana. Le impressioni che traggo sono le seguenti e spero, veramente, che siano smentite. Non si sperimenta né si scommette sulla Storia e con la Storia (con la esse maiuscola) ricostruendo di fatto un falso (anche se Arte moderna), sui VERI Resti Archeologici. E senza soprattutto avere una prospettiva certa di una durata nel tempo delle reti metalliche soggette, oltre che alle ingiurie delle intemperie (vento, acqua, salsedine ecc.) ma anche, come sempre degli uomini. Non so poi su che basi si è data una forma architettonica ad una chiesa del VI Sec., soprattutto se le pagine della storia della Basilica paleocristiana col suo Battistero devono essere approfondite e completate da altre indagini di scavo sistematico. E non si toglie l’ “anima” ad un sito archeologico PURO con il suo contesto ambientale con delle “contaminazioni” postmoderne anche se artistiche. Si dice che quest’opera, sulla cui valenza artistica non discuto, ma sul merito della sua localizzazione, serva anche a scopi didattici.

Sono fermamente convinto (anche da esperienze personali) invece che la vera didattica sono le pietre emerse dagli scavi. Quelle pietre, ognuna di esse, e nel loro insieme, raccontano una Storia, e ognuna di esse è una pagina di un libro che va sempre aggiornato e quindi né coperte né spostate. Le pietre della tardo antica raccontano il primo periodo, Romano, con elementi in opera reticolata, una fonte monumentale, un insieme stratficato di opere musive che dal periodo romano vanno al V Sec e poi al VI Sec,di tombe e sarcofagi romani e paleocristiani, resti di colonne e basi di colonne,in un susseguirsi di straordinarie testimonianze che parlano di una Grande Città, di una Grande Storia di un Grande popolo in un contesto ambientale unico, specie a primavera quando scavi e fioriture e verde davano uno spettacolo magico fondendo storia e natura, uno spettacolo amato dai visitatori, italiani e stranieri che rimanevano incantati dal vedere emergere le Pietre antiche da una fantasmagoria di colori di fiori e di piante e dai loro profumi. La didattica si fa “leggendo” o facendo “leggere” queste pagine che sono i resti archeologici nel loro contesto ambientale . Questo fascino doveva essere mantenuto intatto e proprio perché un luogo magico , a mio avviso,non si doveva né toccare né modificare, ma solo e semplicemente restaurare per conservare.

Non discuto, sia chiaro, sulla valenza artistica dell’opera dell’artista Tresoldi in sè, ma credo che si doveva evitare questa “intrusione” artistica post moderna , nella storia di un luogo bello di per sé, ma si poteva creare un’opera analoga ponendola a fianco della Basilica Paleocristiana magari di dimensioni ridotte. E non è tutto. L’aver costruito , a quel che si vede, un inutile perché ( a mio avviso ) insufficiente parcheggio auto e una costruzione per gli uffici della reception,invadendo ed occupando di fatto una buona parte del Parco Archeologico della Siponto Antica, la dice tutta sulla filosofia (e spero di avere torto) intrapresa che invece di scavare e scoprire la Siponto Romana e Medievale, la si vuole relegare, direi “tombare” con soluzioni che di fatto hanno stravolto il territorio ad essa circostante. Perché sono stati, ad esempio ricoperti quei resti archeologici lungo il vialetto che portava dal cancello di ingresso all’ingresso della Basilica? Mi chiedo e chiedo: altrove avrebbero fatto lo stesso? Noi, dopo la consegna dei lavori, trarremo delle conclusioni che saranno oggetto di un convegno, anche sulla base dei giudizi dei visitatori sui Registri della Basilica.

Altrove ho letto che qualcuno paragonava o affiancava nel merito l’opera della Santa Maria con la Piramide del Louvre, anch’essa opera postmoderna. Ma la Piramide Parigina non è stata costruita SUL Louvre o NEL Louvre, ma nella parte esterna. Qui invece l’opera è SUI resti archeologici romani e paleocristiani. Concludendo, queste sono le impressioni personali ed anche affettive di chi ha fatto volontariato attivo nella Basilica di Santa Maria Maggiore di Siponto per vent’anni, studiando quelle Pietre, difendendole, rispettandole ed amandole fino alla venerazione

(A cura di Aldo Caroleo Archeoclub di Siponto, Manfredonia 01.03.2016)

7 commenti su "Basilica Paleocristiana di Siponto: non si scommette sulla Storia"

  1. Caro Aldo,
    non rispondo a lei ma a chi ha associato il Louvre alla Chiesa di Santa Maria di Siponto: il progetto al Louvre non consiste solo nella piramide esterna (la cui installazione ha comunque cambiato l’aspetto della corte originaria così come la percezione del museo da parte del resto della città) ma in tutta la parte sottostante, che ha chiuso il sotterraneo e si è appoggiato alle mura del vecchio palazzo del museo (una volta, palazzo reale). Il nuovo impianto, all’interno del quale è stato anche creato un centro commerciale di lusso, ha modificato anche gli accessi ai singolo padiglioni museali. Non è esatto quindi dire che il nuovo non abbia alterato il vecchio: si è trattato di un progetto molto invasivo e dal forte impatto visivo, apprezzato da molti, compresa me, disprezzato da moltissimi altri. Il confronto tra le due opere, però, è molto difficile, per via delle differenze profondissime tra i due progetti nuovi e i due monumenti originali, oltre alle ovvie differenze di contesto, di pubblico, di visibilità e di significato.

  2. Intanto l’affresco della Maddalena, nella omonima cappella si sta scrostando. Se la perdiamo sarà una perdita molto grave, perchè la sovrintendenza non fà qualcosa, e il comune? E noi a giocare con il fil di ferro!

  3. Grazie, Antonella, sempre puntuale . Non che io non ami l’arte moderna ,anzi. E vengo da una zona della mia Calabria dove c’è un parco museo all’aperto di Arte Moderna, il MUSABA di Mammola, dove artisti di tuto il mondo accorrono per lasciare una traccia delle loro opere moderne in un contesto straordinario che è una immensa fiumara.
    Non sono stato a Parigi e quindi non so tutti i particolari architettonici della Piramide che comunque ha di fatto un impatto invasivo sul contesto, basta guardare la foto della piazza dove si affaccia il Louvre.
    aldo caroleo

  4. Un altra differenza fra i due progetti, ad esempio, è che nel ridisegnare gli interventi architettonici per il Louvre si è ascoltata la voce di esperti e si è coinvolta la popolazione. Proprio perchè si trattava di interventi invasivi.
    Quancuno sapeva qualcosa di quest’opera a Siponto?
    In Italia abbiamo il difetto di affidare incarichi sempre ai migliori… degli amici.
    E spesso mi vien da pensare che idee, come ad esempio questa, nascano capovolte: c’è un artista da far lavorare, ha un’opera ingombrante, cerchiamogli un posto. Nessun problema? Forse, ma è tutt’altra cosa che valorizzare un sito archeologico.

  5. Quando fummo invitati alla presentazione dei lavori di Santa Maria, S.Leonardo e del Castello e Capparelli non ci fu presentato nessun progetto d questo tipo: s parlo vagamente di una semplice copertura a tettoia protettiva sulla tardo antica ma non di quest’opera. E devo dire che l’unica voce contraria anche a quella semplice copertura fu quella del sottoscritto.
    Contestai anche altre idee ma nessuno apri bocca…al solito
    aldo caroleo archeoclub siponto

  6. Per Valerio. Come già mi sono espresso altrove ( vedere l’articolo a mia firma su questo sito), non so i motivi di questa scelta che non condivido, ovviamente e neanche entro nel merito dell’opera, ma sulla sua inopportunità di essere installata all’interno della paleocristiana, questo sì- A me sorge un altro atroce sospetto: e cioè perché interventi di questo tipo non sono stati realizzati ad esempio nella paleocristiana San Leucio a Canosa piuttosto che ad Egnatia o Canne della Battaglia o altri siti, scegliendo proprio un luogo di culto e di arte come questo di Siponto in provincia di Foggia ^ Avrei potuto accettare un intervento di questo tipo come un modello su scala ridotta da farsi magari a lato degli scavi .
    aldo caroleo archeoclub Siponto

  7. Nu paios d artist, prium d fè stoopr cost GRANDO ARTISTO co fatt?? Poc cos andch tnm i facm fè sta fnn. Manfrdoni amant i frustir

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