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Torremaggiore, gambizzazione in villa. Cc fermano presunti autori

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
3 Ottobre 2011
Cronaca //

I rilievi dei Cc in villa a Torremaggiore (ST)
San Severo – I Carabinieri della Compagnia di San Severo (FG) hanno tratto in arresto in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Tribunale di Lucera per i reati di detenzione e porto abusivo di arma da fuoco, lesioni personali ed esplosioni pericolose in luogo pubblico, Lombardi Salvatore Antonio, classe 1992 e Di Matteo Ernesto Moreno, classe 1990, entrambi residenti in San Severo e già noti alle Forze dell’Ordine per una serie di reati che vanno dai delitti contro il patrimonio e la persona (e per il solo Lombardi) agli stupefacenti.


La vicenda.
La misura cautelare emessa dal GIP Filomena Mari su richiesta del P.M. della Procura della Repubblica di Lucera, dott. Pasquale De Luca, sulla base delle risultanze investigative acquisite dal Nucleo Operativo della Compagnia di San Severo, fa riferimento ad un grave fatto avvenuto a Torremaggiore nella tarda mattinata dello scorso 11 settembre, quando il giovane 20enne torremaggiorese L.L.P. veniva attinto presso la villa comunale del paese da un colpo di pistola alla gamba destra esploso da un giovane dopo un diverbio avuto qualche minuto prima in strada. Dalla ricostruzione dell’ episodio fatta dai Carabinieri sulla scorta delle dichiarazioni acquisite, la vittima, mentre percorreva a bordo del proprio scooter le vie di Torremaggiore, veniva improvvisamente affiancata da un T-Max con due giovani a bordo che gli chiedevano spiegazioni sul perché li avesse fissati poco prima, domanda al quale L.L.P. rispondeva in malo modo, provocando la reazione dei due che lo minacciavano dicendogli di aspettarli perché sarebbero tornati da lì a 5 minuti.

Torremaggiore, colpi di arma da fuoco in villa, tracce di sangue sull'asfalto (ST)
Nel frattempo l’ignara vittima, dopo aver prelevato la propria fidanzata presso l’ abitazione, si recava in sua compagnia alla villa comunale del paese dove, dopo qualche minuto, sopraggiungeva una BMW nera con 4 persone a bordo. Dalla vettura scendevano due giovani, i quali, dopo aver invitato L.L.P. ad avvicinarsi, gli intimavano minacciosamente che in futuro non avrebbe più dovuto permettersi di guardarli. La discussione, immediatamente degenerata, determinava la reazione di uno dei due aggressori (riconosciuto come il passeggero del T-Max visto in precedenza) il quale, dopo aver estratto una pistola semiautomatica dalla cintola dei pantaloni, esplodeva all’indirizzo di L.L.P. due colpi cal. 9 in rapida sequenza di cui uno lo attingeva alla gamba destra e l’altro finiva a terra. Mentre i quattro si dileguavano a bordo della Bmw, facendo perdere le proprie tracce, la vittima veniva soccorsa dalla fidanzata e accompagnata dai familiari al Pronto Soccorso di San Severo, dove i sanitari riscontravano fortunatamente solo una ferita all’arto inferiore destro, dimettendolo con una prognosi di 15 giorni.


L’identificazione grazie al rilievo sulla targa della Bmw.
Intanto i Carabinieri, immediatamente intervenuti sul posto con la locale Stazione e il Nucleo Operativo, avviavano le indagini sentendo la vittima e diversi testimoni, acquisendo nella circostanza importanti elementi sul fatto in particolare sul veicolo utilizzato per la “spedizione punitiva”. E’ stato proprio a partire dalla targa della Bmw che i militari del’Arma di San Severo sono riusciti a risalire in poche ore all’identità di tre dei quattro aggressori. In particolare Lombardi Salvatore veniva individuato come il passeggero del T-Max che inizialmente aveva affiancato la vittima e che successivamente aveva esploso i due colpi di calibro 9 nei suo confronti, mentre Di Matteo Ernesto Moreno, come il conducente della Bmw utilizzata dal “commando”. Identificato anche il terzo complice, la cui posizione però è ancora al vaglio dell’AG, mentre è ancora in fase d’individuazione il quarto componente della “squadra”.

Lombardi, Di Matteo e il terzo complice, tra l’altro si erano resi irreperibili già all’indomani della sparatoria, quando i Carabinieri li avevano cercati una volta acquisiti gli elementi di sospetto nei loro confronti. La misura cautelare emessa ha aperto le porte del carcere di Lucera ai due indagati. Intanto le attività investigative dei Carabinieri continuano, restano infatti da ritrovare l’arma del delitto e far luce sul movente della sparatoria, ancora poco chiaro e poco convincente.


Redazione Stato@riproduzione riservata

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