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Parità di genere, svolta Puglia. Capone: “Presentata proposta di legge doppia preferenza”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
4 Gennaio 2012
Politica //

fenicenews.com
Foggia – LE PROMESSE sono debiti. La Regione Puglia, specie per bocca della Presidentessa della Commissione Pari Opportunità, Magda Terrevoli, aveva annunciato di intervenire sulla legge elettorale per garantire la sostanziale parità di genere a livello politico. Ora, la conferma dell’impegno, ancora più sintomatica, giunga anche dal comparto amministrativo levantino. A prendere una posizione decisa (e, probabilmente decisiva) è Loredana Capone. A margine di un convegno tenutosi questa mattina a Lecce, l’assessora della Giunta Vendola ha posto il suo punto esclamativo sulla vicenda: “Con Elena Gentile e tutti gli organismi di parità abbiamo proposto una legge che introduca per l’elezione del consiglio regionale la doppia preferenza, che in altre regioni ha portato a ottimi risultati, e l’esclusione delle liste che non prevedano la parità di genere”.

“Il ruolo delle donne – ha spiegato la Capone – è un ruolo fondamentale nella vita economica del paese e della Puglia specie in un momento di crisi come questo in cui le opportunità vanno date e non sottratte, e il ruolo di ciascuno valorizzato, e non eroso. Ma anche nella partecipazione politica quel ruolo è fondamentale. Oggi ci sono pochi sindaci donne, poche consigliere provinciali, pochissime consigliere regionali”. Nell’intero parlamentino pugliese, anche a causa di una legge scompensata, infatti, le donne sono appena tre, in numero addirittura inferiore rispetto alla Giunta.

“Crediamo che le donne – ha continuano l’Assessora – come gli uomini abbiano meriti, competenze e capacità, e che sia una profonda ingiustizia l’esclusione che ancora oggi in tanti casi si determina per mero istinto di conservazione. Ci sono Paesi in cui le donne sono al governo e si verificano crescita e occupazione. L’economia e la politica hanno bisogno di onestà e competenze che sono presenti in entrambi i generi. Escluderne uno, quello femminile, come di fatto troppo spesso avviene, significa privarsi di un’opportunità di valore aggiunto che pregiudica i valori civili, sociali ed economici di una comunità. L’Udi ha raccolto e depositato 120 mila firme in Italia per una legge nazionale. Anche in Regione accompagneremo il percorso legislativo con un percorso popolare”

Redazione Stato
riproduzione riservata

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