Bari – SI è chiuso oggi il procedimento relativo al rilascio dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, di competenza del Ministero dell’Ambiente, per lo stabilimento ILVA di Taranto. “Si tratta di un passaggio di valenza storica per il territorio tarantino e per la Puglia tutta. Siamo convinti – afferma l’assessore alla qualità dell’ambiente, Lorenzo Nicastro, presente a Roma in rappresentanza della Regione, insieme ad ARPA, ISPRA, Comuni di Taranto e Statte, Provincia di Taranto e Ministero della Salute – che si apre oggi una fase nuova e molto importante nei rapporti tra la città e lo stabilimento. Infatti, a seguito dell’emanazione del decreto da parte del Ministro dell’ambiente, entreranno in vigore limiti emissivi più bassi rispetto a quelli oggi vigenti, in linea con le migliori tecnologie disponibili”. “Il lungo lavoro istruttorio ha coinvolto, oltre alla Regione, numerosi soggetti portatori di interesse, dalle associazioni ambientaliste, ai sindacati, agli enti locali che, con il loro quotidiano contributo, hanno consentito un’analisi rigorosa della realtà e la definizione di tutte le misure necessarie alla salvaguardia dell’ambiente ed alla tutela della salute. Abbiamo chiesto ed ottenuto un miglioramento delle attuali condizioni su diversi punti essenziali”. “Tra questi, meritano una particolare segnalazione le emissioni diffuse e concentrate in atmosfera”.
La Regione, anche a seguito dell’approvazione delle leggi regionali anti-diossina e anti-benzoapirene, ha ottenuto, oltre alle già acclarate riduzioni di concentrazioni emissive, una data certa per l’avvio del monitoraggio in continuo delle diossine e l’impegno del Ministero a rivedere l’AIA in funzione del monitoraggio diagnostico in corso e del piano di risanamento avviato per la città di Taranto a seguito degli sforamenti nel rione Tamburi di B(a)P. Per quel che concerne gli scarichi idrici, l’AIA impone l’obbligo del rispetto dei valori limite previsti dalle migliori tecnologie europee a valle di ogni singolo impianto e, dunque, non più soltanto quelli previsti dalla legislazione italiana allo scarico finale”. “L’AIA, inoltre, non preclude l’attività di bonifica in corso sul sito di interesse nazionale, nonché ogni ulteriore intervento migliorativo anche alla luce delle migliori tecnologie disponibili che dovessero rendersi disponibili in futuro. Siamo riusciti a tenere insieme – conclude l’assessore Nicastro – le ragioni dell’ecologia con quelle dell’economia e del diritto al lavoro”.
IN SEGUITO LA POLEMICA: “ALCUNE DICHIARAZIONI SONO INDECOROSE, DA TRIBUNI DELLA PLEBE” – “Leggiamo le ultime agenzie sulle conferenza dei servizi decisoria sull’AIA per l’ILVA di Taranto. Le sole cose indecorose e vergognose che rileviamo sono alcune dichiarazioni da tribuni della plebe. Dichiarazioni che nulla hanno a che fare con la fatica quotidiana di amministratori, ambientalisti e comuni cittadini, tutti, ciascuno con il proprio differente carico di responsabilità, impegnati per coniugare con senso di equilibrio e senza la ricerca di rendite di posizione, le ragioni della tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini con lo sviluppo economico e occupazionale di un territorio sicuramente provato anche dalle false prospettive e promesse prive di fondamento tecnico e amministrativo. Spiace altresì rilevare la facilità con cui vengono derubricate rilevanti prescrizioni imposte dalle amministrazioni pubbliche e dagli enti presenti in conferenza dei servizi, inerenti l’ambientalizzazione dello stabilimento Ilva e specificatamente – tra gli altri – i limiti autorizzativi sugli scarichi idrici, le tecniche di abbattimento di emissioni in atmosfera diffuse e convogliate, gli avanzamenti sostanziali e tangibili in tema di campionamenti in continuo delle diossine”.
“E’ stata inoltre sin da ora richiesto l’aggiornamento dell’AIA all’esito del monitoraggio diagnostico del benzoApirene, unico nel suo genere in Italia, disposto dalla Regione all’indomani degli sforamenti registrati. La lettura delle agenzie impone anche di ribadire quello che è ovvio: l’AIA, provvedimento di competenza del Ministero dell’Ambiente, per il quale la Regione esprime un parere endoprocedimentale e non vincolante, è appunto una autorizzazione e quindi, un provvedimento reso “allo stato dell’arte” e per sua natura sempre modificabile e integrabile in meglio, in funzione della disponibilità delle migliori tecnologie. Continuiamo a lavorare quindi per il bene comune, per la tutela dell’ambiente e della salute dei pugliesi tutti e per questo continueremo a guardare la luna, lasciando ad altri di guardare il dito”.
Redazione Stato