Purtroppo l’incultura politica dominante, che porta a confondere “l’approvazione” di un Disegno di Legge, che per sua natura è approvato dalle Camere, con il suo “varo”, che, invece, è di competenza del Consiglio dei Ministri, ha condotto lo stesso Governo nazionale su una via che, con un eufemismo, ci limitiamo a definire bizzarra: la cancellazione della parola “Provincia” dalla Costituzione, con la conseguenza che non cambierà nulla sotto l’aspetto sostanziale, salvo l’ennesima presa in giro nei confronti dei cittadini, degli elettori e, più complessivamente, dell’opinione pubblica. D’altronde se anche opinionisti che hanno legato il proprio nome alle battaglie contro gli sprechi hanno dichiarato che un Ddl simile, ben che vada, non potrà approdare alla sua definizione prima di due anni, tutto ciò vuol dire che anche in questa occasione la Politica avrà fatto la sua figuraccia. Ed è per questo motivo che, nel riconoscere i grandi risultati conseguiti da quei Presidenti di Provincia che malgrado la penuria di risorse sono comunque riusciti a garantire tutti i servizi ai cittadini, e nel condividere le posizioni espresse dall’Upi nazionale, confermo la necessità che si torni a votare in tutte quelle province che hanno esaurito la legislatura, o che comunque siano guidate da un commissario. Ad iniziare da Brindisi, dove la vera beffa sarebbe quella di vedere l’anno prossimo spirare la legislatura con alla guida il pur bravo Commissario Castelli.
(A cura di Euprepio Curto, consigliere regionale)