Roma. “Non capisco la stizza, dopotutto la vicenda sembra essersi sbloccata e ognuno può prendersi i propri meriti. Le forze governative in teoria dovrebbero risolvere i problemi, le opposizioni vigilare e pungolare. A noi interessa contribuire a risolvere quanto ci chiedono i cittadini non stiamo a litigare per metterci le bandierine sopra. Per me la polemica si chiude qui anzi non è neanche mai iniziata” lo dichiara Samuele Segoni, deputato della Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati ed esponente di Alternativa Libera, a seguito dell’attacco a mezzo stampa dell’Avvocato Michele Vaira, componente del consiglio d’amministrazione del Poligrafico, a proposito delle rovine della fabbrica di iprite insistente nell’impianto foggiano dell’IPZS. “Non esiste riservatezza quando è in gioco la salute delle persone. Io ho cercato di far chiarezza – continua Segoni – la risposta del Ministero dell’Ambiente è avvenuta in Commissione in data 30 settembre (dopo l’avvio dell’iter), ma la domanda era stata originariamente posta in data 10 settembre e quindi era arrivata sulle scrivanie degli interessati ben prima del 25 settembre. Mi chiedo quando pensavano di avvisare la cittadinanza che la conferenza dei servizi fosse stata avviata. Con il mio operato per la prima volta un atto governativo lascia pensare che il materiale tossico sia stato tombato per settanta anni”.
Redazione Stato Quotidiano