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Bonifica amianto Alti Fondali, DECAM fallita, stop ricorso. I lavori (VIDEO)

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
11 Febbraio 2012
Manfredonia //

Progetto, lavori bonifica Alti Fondali (Stato)
Bari/Manfredonia – LA Decam srl è fallita, il processo al Tar è interrotto. Si fa riferimento al ricorso della Decam s.r.l., datato 2008, contro il Comune di Manfredonia, e nei confronti di Dalena Eco-Trend s.r.l.. In discussione l’annullamento del verbale di gara n. 4 del 23 gennaio 2008 con il quale il Comune sipontino aveva aggiudicato la procedura di appalto per la progettazione esecutiva e la realizzazione dei lavori di bonifica, per presenza di amianto, del porto Alti fondali di Manfredonia e relativo monitoraggio e manutenzione dell’incapsulante alla ditta Dalena Eco-Trend. La Decam aveva chiesto l’annullamento, nel ricorso, di altri provvedimenti relativi.

Comune di Manfredonia e Dalena Eco-Trend s.r.l. – si ricorda – si erano costituiti in giudizio. Ma con atto depositato il 6 dicembre 2011 – data dell’udienza pubblica – era stato comunicato il fallimento proprio della Decam s.r.l.(da sentenza del 24 giugno 2011 del Tribunale di Milano – Sezione 2° Civile). Si ricorda che in forza dell’art. 43, comma 3 legge fallimentare (regio decreto 16 marzo 1942, n. 267) l’apertura del fallimento determina l’interruzione del processo. Da qui l’interruzione del processo stabilita dal TAR, I^ sez, del presidente Allegretta.

L’APPALTO: LE CIFRE, I FONDI PER LA MANUTENZIONE. IL 18 agosto l’ultimazione dei lavori. Meno di 4 mesi (2 dicembre) e via alla manutenzione. Questo nonostante un appalto di circa 3,5 milioni di euro, con tutte le rassicurazioni e “tecnologie” del caso. Lavori di manutenzione su 6 palificate del pontile di approccio e 2 della banchina A5 del bacino portuale Alti Fondali di Manfredonia (cd Porto induastriale, ndR) dal 2 dicembre 2011 al 16 dicembre” dello stesso anno. Così in una recente ordinanza della Capitaneria di Porto. Per le opere di manutenzione doveva essere utilizzata un’imbarcazione locale, per il trasporto del personale della Dalena. L’ordinanza della Capitaneria segue l’autorizzazione del Comune, a favore dell’impresa appaltante dei lavori svolti in precedenza, la Dalena Eco-Trend srl.

Dopo un reportage nell’area ( Reportage bonifica Alti Fondali) si erano infatti notate, a solo 4 mesi dal termine dei lavori, completati oltre quanto stabilito, delle palificate lesionate e con incapsulamento (quasi) assente. I lavori della Dalena avevano fatto riferimento alla “bonifica dell’amianto dai pali di sostegno lungo il pontile di approccio e all’interno del bacino Alti Fondali”: dopo la conclusione dei lavori, tecnici del Comune avevano svolto recenti controlli per verificare la sussistenza delle opere. Controlli che Stato ha effettuato nell’area delle palificate: gran parte con l’incapsulamento utile per evitare il contatto esterno dell’amianto, ma diversi i pali con lesioni, mentre altri ancora presenterebbero solo in parte il materiale utilizzato per i lavori. Altrimenti detto: l’incapsulamento per determinate palificate è quasi assente.

L’importanza di questi lavori va anche correlata al mantenimento nel tempo delle opere svolte per la sicurezza nell’area. Va anche correlata alle numerose proroghe richieste, e concesse, per l’ultimazione dei lavori. L’importanza di questi lavori va correlata all’importo stanziato per il completamento delle opere, con iniziale orientamento verso la rimozione dell’amianto – dalle palificate – ma con successiva scelta di puntare sull’incapsulamento delle stesse.

Dei lavori di bonifica dell’amianto dalle palificate del Porto Industriale (bacino Alti Fondali) Stato se ne occupa da tempo (Incapsulati nell’amianto: 7 maggio 2010 e 30 agosto 2010 e 31 ottobre 2010 e 2 maggio 2011), in considerazione delle numerose proroghe necessarie per ultimare i lavori.

Focus appalto. Per l’ultimazione dei lavori, la prima ordinanza (tutte a firma della Capitaneria di Porto di Manfredonia) era stata emanata lo scorso 16 dicembre 2008; l’ultima il 29 ottobre 2010. Ma quando sarebbero dovuti terminare in realtà i lavori ? E quando la partenza ? Quali le somme dell’appalto ? Quale l’obiettivo prefissato della ditta appaltatrice e dell’ente appaltante (il Comune di Manfredonia) all’origine del progetto ? Sufficienti dunque le opere svolte per la sicurezza delle palificate nel tempo? Si ricorda che si fa riferimento ad un progetto che in corso d’opera avrebbe avuto delle variazioni dopo note degli organi preposti ai controlli e al monitoraggio dell’area. Nel mezzo: decreti ingiuntivi contro la ditta da parte di un ex candidato alle amministrative, barche affondate “sciaguratamente” ma innanzitutto slittamento (consistente) della data finale dei lavori. Lavori che sarebbero ufficialmente terminati con l’ultima proroga emanata dalla Capitaneria di Porto, dunque “entro il 31 luglio 2011”. Detto che le ordinanze della Capitaneria si adeguano allo sviluppo e procedimento dei lavori, detto che con le ordinanze si stabilisce un’analoga regolamentazione del transito navale nell’area, si ricorda che la ditta “Dalena Eco-Trend” Srl di Putignano (Ba), ha eseguito i lavori di bonifica “tramite l’utilizzo di unità navali, galleggianti e personale subacqueo specializzato”. I lavori fanno riferimento anche al monitoraggio e manutenzione dell’incapsulamento delle stesse palificate contenenti amianto.

IL PROGETTO NEL BACINO ALTI FONDALI DI MANFREDONIA. L’accordo procedimento fa riferimento alle legge 166 del 2002 fa riferimento (3 giugno 2004), giusto accordo procedimento del 29 novembre 2005 tra l’ex sindaco di Manfredonia P.Campo e il direttore generale per le infrastrutture della navigazione marittima interna. Il responsabile unico dei lavori era stato individuato nell’ingegnere G.Spagnuolo, l’ufficio della direzione dei lavori all’ingegnere G.Di Tullo (anche coordinatore per l’esecuzione della sicurezza). Importo del progetto: 3.500.000 di euro, importo contratto lavori 2.703.204,84. Impresa esecutrice la Dalena Ecotrand srl, sp 172 per Alberobello, Putignano (BA) iscrizione Soa: Soatem, direttore tecnico G.Angelo Dalena. Progettazione esecutiva: ingegnere V.Trassari di Napoli. Ditte subappaltatrici: Cogit, costruzioni generali italiane Spa, di Brindisi. Importi lavori subappaltati: 796mila euro. – Partenza lavori: 22 dicembre del 2008, con termine iniziale previsto dopo 281 giorni (ottobre 2009, sì ottobre 2009, oltre 2 anni fa). La progettazione preliminare-esecutiva è stata affidata alla ditta Ati Microlab srl di Manfredonia– con coordinatore Med Ingegneria di Ferrara (che ha curato anche il progetto definitivo dei lavori del Porto Turistico di Rodi Garganico). Chiesto parere per le opere anche a Provincia di Foggia, ARPA (un prelievo è stato fatto, su richiesta, dai tecnici dell’ente ambientale di Foggia) i sindacati, la Spesal, dirigente dottor A.Nigri.

I LAVORI DOVEVANO FINIRE NEL 2009 – COSA HA RITARDATO LE OPERE ?. Da progetto i lavori in essere dovevano partire il 22 dicembre del 2008, per terminare dopo 281 giorni, dunque entro la fine del 2009. Motivazioni ? Tutte da verificare. Ma a seguito dell’inchiesta svolta, il dato più rilevante fa riferimento ad un cambio di progettazione, in corso d’opera, stabilita dai progettisti, dettata da una spesa per gli interventi che avrebbe superato nel tempo le stime ufficiali definite. Ovvero ? I fondi stanziati (5 milioni di euro) con la legge 166 del 2002 (Disposizioni in materia di infrastrutture e trasporti) non sarebbero risultati sufficienti, secondo le stime delle imprese e dell’ente appaltante (Dalena dunque e Comune di Manfredonia), per completare le opere ( Il 12 dicembre 2011 la comunicazione dello sblocco dei fondi CIPE per il Porto di Manfredonia: 30 milioni di euro in arrivo?).

Dunque dalla prevista rimozione del cemento amianto (fibrocemento, o anche detto dal nome del maggiore produttore, Eternit) si è declinato verso una maggiore opera di incapsulamento, per bloccare le fibre dell’amianto presenti nelle palificate. Le fibre sarebbero presenti tanto nella parte immersa delle palificate (fino a 70 cm – 1 metro) quanto in quella emersa. Dunque l’iniziale rimozione pianificata – dopo lo stanziamento dei fondi – non è risultata ‘adeguata’ – secondo i tecnici – come metodologia atta a risanare la problematica, da qui la decisione di optare per un maggiore intervento di incapsulamento, con “al massimo 15 palificate interessate alla rimozione” – come detto a Stato al tempo dal dirigente del settore, ing. Spagnuolo del Comune – mentre tutte le 2000 palificate avrebbero dovuto essere incapsulate (come detto altre 500 nel marzo 2011), con i “sistemi di fissaggio rafforzati”. Le opere stanziate per il porto Alti Fondali di Manfredonia sarebbero risultate ‘atipiche’ nella loro procedura operativa, “caso unico” (quello di Manfredonia, secondo l’ingegnere) nello Stivale. In ogni modo, la cifra totale dell’appalto (si ricorda 3.500.000 di euro) avrebbe consentito agevolmente, secondo tecnici del settore, di risanare la problematica. In ogni modo restano evidenti le diverse varianti del progetto e il ritardo consistente per l’ultimazione dei lavori.

CON LA RIMOZIONE DELL’AMIANTO CADUTA DEI PALI ? I TECNICI: “IMPOSSIBILE”. Altri tecnici del settore interpellati da Stato negarono una possibile caduta delle palificate a seguito della rimozione della matrice in cemento amianto. L’anima di tutte le 2000 palificate (354 approccio, 1600 fra banchine d’attracco A1-2-3-4-5 e collegamento) sarebbe stata “intatta”, tale da non pregiudicare lo stesso palo nel caso di una avvenuta rimozione. Dunque, i ritardi nei lavori per la bonifica dell’amianto nel bacino Alti Fondali non dovevano essere addebitati a questa ipotesi avanzata in sede tecnica del progetto. Altrimenti detto: le palificate non sarebbero mai cadute – come detto da operatori del settore – al massimo ci sarebbe stato il distaccamento della fibra esterna. Inoltre, le parti già cadute nel mare si sarebbero staccate dalle palificate a causa del “moto ondoso” e non per gli interventi effettuati. In ogni modo fibre di amianto si sono comunque staccate nel tempo cadendo nel fondale marino dell’area (in estate sarebbe stato predisposto un divieto nei lavori per la presenza di ‘traffico a mare’).

Dopo le interruzioni nel maggio 2009, i lavori si sono praticamente fermati, con una barca attraccata nei mesi prima sul porto (senza persone a bordo) “affondata sciaguratamente” (una barca presente attualmente in un deposito di un operatore marittimo e non ancora riparata). Morale ? I lavori sono stati fermi quasi per un anno. Con un decreto ingiuntivo emesso – da parte di un ex candidato nelle precedenti amministrative, come comunicato dallo stesso – nei confronti di una delle ditte interessante al piano da parte di un imprenditore locale. Un ex candidato che avrebbe fornito il proprio ausilio per un monitoraggio nell’area preliminare alla partenza dei lavori.

IL SECONDO APPALTO PROPEDEUTICO. Inoltre era stato appaltato nel maggio 2010, dal Ministero Infrastrutture e Trasporti Genio Civile di Bari e, a detta dei responsabili, anche dall’Autorità Portuale di Manfredonia, un intervento per la protezione catodica delle stesse palificate (interessante al primo intervento) per “evitare l’ossidazione delle stesse”. Problema di questo secondo intervento ? Anche qui i ritardi nell’appalto (appalto affidato alla Granata N. – impianti elettrici di Sala Consilina, Salerno – come comunicato dal Genio Civile di Bari), per dei lavori che sarebbero “propedeutici” e connessi, inderogabilmente, con la bonifica dell’amianto delle palificate dell’Alti Fondali. Da Bari aspettavano già nel maggio 2011 la risposta dell’Autorità Portuale di Manfredonia, da Manfredonia comunicarono a Bari di ‘aspettare’ e, al contempo, di ‘regolarizzarsi’. Conclusione: l’accordo finora non sembrerebbe esserci stato.

IL PARERE DELLO SPESAL. Il 6 maggio 2010 un secondo parere sarebbe giunto all’ente appaltante dei lavori (Comune) da parte della Spesal dell’Asl-Fg (Servizio di Prevenzione e Sicurezza negli Ambienti di Lavoro): i lavori nelle banchine di attracco A1-2-3-4-5 sarebbero partiti al tempo, così come nel pontile di collegamento. In seguito il benestare, dallo Spesal al Comune, per la partenza dei lavori per il pontile di approccio. Nel parere si sarebbe fatto riferimento alla “necessità dell’incapsulamento in opposizione alla rimozione del cemento amianto”.

OPERE DI MONITORAGGIO: STANZIATI 651.753,48 EURO. Focus stanziamento 650mila euro per manutenzione: dopo le verifiche, la destinazione dei fondi. con recente delibera di Giunta comunale è stato dato atto che, sulla base dei limiti di impegno dei mutui contratti dal Comune di Manfredonia, al 15.12.2011 – termine della ipotizzata tempistica di realizzazione degli investimenti (5 anni, nonostante i lavori erano partiti il 22 dicembre del 2008, con termine iniziale previsto dopo 281 giorni, dunque nel 2009), la PA ha proceduto alla ricognizione del debito dei contratti di mutuo stipulati in data 22.02.2006. Da qui la destinazione del residuo finanziamento disponibile, pari a € 651.753,48, alle attività di “monitoraggio e manutenzione dell’incapsulante, nel periodo successivo al triennio contrattuale, e quindi dal 4° al 9° anno, secondo l’allegata stima dei costi”.

Stima dei costi compilata dal Direttore dei lavori (responsabile unico dei lavori era stato individuato nell’ingegnere G.Spagnuolo, l’ufficio della direzione dei lavori all’ingegnere G.Di Tullo, anche coordinatore per l’esecuzione della sicurezza) relativa alle attività di ispezione e manutenzione dei pali incapsulati, con la quantificazione della seguente spesa: 4° anno € 88.000,00 di cui 18.000 per oneri sicurezza; 5° anno euro 92.000, con 18.000 per oneri sicurezza; 6° anno € 97.000,00 di cui € 18.000 oneri sicurezza; 7° anno € 105.000,00 di cui € 20.000 oneri sicurezza; 8° anno € 10.000,00 di cui € 20.000,00 oneri sicurezza; 9° anno € 116.000,00 di cui € 20.000,00 oneri sicurezza, imprevisti € 43.753,48 per un totale appunto di € 651.753,48. L’intervento integrativo proposto è stato inserito nel programma triennale dei Lavori Pubblici.

Per riqualificazione, ammodernamento porto di Manfredonia stanziati nel 2004 quasi 5 milioni di euro. Come riferito in un recente articolo nell’ambito degli “interventi infrastrutturali di ampliamento, ammodernamento e riqualificazione dei porti” erano stati stanziati quasi 5 milioni di euro (4.999.995, con decreto n. 3538/3539 in data 03.06.2004 del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ) per il porto di Manfredonia, alla voce “interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti inquinati”. Individuato il finanziamento il Comune – d’intesa con l’Ufficio del Genio Civile per le Opere Marittime di Bari – rilevò al tempo “quali opere prioritarie da bonificare, le tubazioni e i pali installati nel bacino portuale “alti fondali”, per la presenza di amianto”. In data 29.11.2005 l’“Accordo Procedimentale” regolante i rapporti tra Ministero e Comune per la realizzazione del programma individuato dal citato D.M. 3.6.2004.

Due mutui sottoscritti con la B.Monte Paschi di Siena. Dopo la gara dello stesso Accordo di Programma, il Comune di Manfredonia deliberava di contrarre con la Banca “Monte dei Paschi di Siena S.p.A.” due mutui rispettivamente di € 1.200.000,00 ed € 3.799.995,00, con limite di impegno di 30 rate semestrali a carico del Ministero, dell’importo di € 40.000,00 per il periodo 2007 – 2021 (1° mutuo) e di € 126.666,50 per il periodo 2007 – 2021 (2° mutuo), rispettivamente. I contratti dei due mutui venivano sottoscritti in data 22.02.2006 per notaio Filippo Rizzo Corallo. Sulla base dei limiti di impegno sopra citati, della ipotizzata tempistica di realizzazione degli investimenti di cui all’Accordo Procedimentale (5 anni) e del tasso applicabile, il finanziamento concesso dalla Banca mutuante al Comune ammonta a € 950.000,00 con il 1° mutuo e a € 3.000.000,00 con il 2° mutuo, con la clausola che l’esatto ammontare sarebbe risultata nell’atto di ricognizione del debito dei due contratti di mutuo, con l’obbligo da parte del Comune a pervenire con la Banca mutuante, una volta completato l’utilizzo del mutuo, al perfezionamento di un atto di ricognizione del debito (come avvenuto) con notifica al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’ultimazione dei lavori soltanto il 18.08.2011 (dall’ottobre 2009), con importo contrattuale ridotto da € 2.981.832,65 a € 2.879,829,49 (vedi delibera per ripartizione). Con i contratti di mutuo, le Parti contraenti si sono impegnate tra l’altro a stipulare un atto aggiuntivo entro il 15 dicembre 2011 (termine del previsto periodo di utilizzo dei mutui) che evidenzi gli importi erogati, gli interessi maturati e le rate semestrali corrisposte, nonché le quote dei contributi destinate al rimborso del risultante debito residuo che sarà regolato al tasso fisso. Dal raffronto del quadro economico del progetto, a lavori ultimati, con l’importo netto del finanziamento concesso dalla Banca mutuante, è risultata un’economia pari a € 651.753,48, che il Comune ha stabilito di destinare ad “interventi integrativi”. Dato che il contratto d’appalto prevedeva anche il monitoraggio e la manutenzione triennale dell’incapsulante posto in opera, a partire dal collaudo dei lavori eseguiti, per l’importo contrattuale di € 203.132,40, da corrispondere in tre rate, al termine di ciascun anno e dopo il visto dal parte del RUP sul “verbale di manutenzione e controllo”, è stato deciso di prorogare il periodo di utilizzo del mutuo, secondo quanto disposto dall’Accordo Procedimentale e dai contratti di mutuo, con l’utilizzo del residuo finanziamento di € 651.753,48 per “il monitoraggio e la manutenzione dell’incapsulante” nel periodo successivo al triennio contrattuale.

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