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Manovra, Gentile (Cgil): tagli in Pa ma non per politica, proliferano spoil system

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
17 Agosto 2011
Economia //

Michele Gentile, dipartimento Settori pubblici della Cgil Nazionale (fonte image: piazzadellenotizie.it)
Roma – UNA manovra fatta di “tagli discrezionali e indiscriminati ma che lascia intatti i privilegi della politica nella pubblica amministrazione, come il nuovo e immotivato spoil system della dirigenza pubblica e il proliferare senza freni di dirigenti di nomina politica”. E’ quanto denuncia il responsabile del dipartimento Settori pubblici della Cgil Nazionale, Michele Gentile, puntando il dito contro un governo che “trincerandosi dietro la lettera della Bce: non svelandone i contenuti alimenta i sospetti che l’abbia usata per le sue ‘piccole vendette’ contro tutto ciò che è pubblico, accanendosi per la quarta volta in tre anni contro i lavoratori pubblici ma certamente non contro tutti”.

Secondo il sindacalista, infatti, nel decreto rimangono alcuni ‘privilegi’. “Non credo che nella lettera – osserva – si affermasse l’esigenza ‘urgente ed indifferibile’ di procedere all’ennesimo, immotivato e generalizzato spoil system della dirigenza pubblica, come invece prevede il decreto; così come non credo che si manifestasse l’esigenza urgente ed indifferibile di ‘politica economica’ di rimuovere senza motivazioni dal proprio incarico anticipatamente qualche Prefetto”. Inoltre, prosegue Gentile, “non credo che si dicesse che per ‘problemi di finanza pubblica’ dalla riduzione dei posti dirigenziali si dovessero salvare i dirigenti nominati dalla politica, oppure che l’inaccettabile ed illegittimo taglio della tredicesima mensilità possa avvenire senza alcuna regola precisa, ma a discrezione delle amministrazioni. Non credo, infine, che nella lettera si dicesse che per ‘problemi di finanza pubblica’ il governo possa procedere nella sua iniziativa illegittima ed incostituzionale di raddoppio dei Ministeri, ad iniziare da quello dell’Economia”.

Nelle indicazioni dell’Eurotower, fa notare Gentile, “ forse si affermava l’esigenza di imporre e far rispettare il tetto delle retribuzioni, e dei trattamenti previdenziali, per gli altissimi dirigenti pubblici che proprio in ragione di tale mancanza continuano a lucrare trattamenti a dir poco incredibili. Ma di questo tema nel decreto non c’è traccia”. Oppure, prosegue, “nella lettera forse si affermava che in caso di non raggiungimento dei ‘tagli lineari’ delle amministrazioni, si agirà sulla riduzione delle spese discrezionali delle amministrazioni ad iniziare dalle consulenze e dai tanti doppi incarichi o dalla riduzione dei consiglieri di amministrazione delle tante società partecipate dal Ministero dell’Economia e non solo. Ma tutto ciò non è ancora dato sapere”. Ma con le scelte fin qui operate, dice ancora Gentile, “rimane la certezza che la manovra è la continuazione della campagna del governo contro il lavoro pubblico, ma anche contro quel sistema di regole e di imparzialità che i continui tagli e il trionfo della discrezionalità da parte della politica impediscono alle pubbliche amministrazioni di far rispettare. Rimane la certezza e la convinzione della necessità di una risposta forte e generale di mobilitazione – conclude Gentile – contro l’ennesimo attacco alle condizioni di lavoro, alla dignità ed ai diritti del lavoro pubblico, alla funzione delle Pubbliche amministrazioni”.


Redazione Stato

2 commenti su "Manovra, Gentile (Cgil): tagli in Pa ma non per politica, proliferano spoil system"

  1. fà specie che per questo personaggio della CGIL il vero problema di questa finanziaria è che lascia inavariato lo spoil sistem politico nella P.A.. forse si ricordava dei bei vecchi tempi dove a far carriera nella P.A. erano i sindaclisti delle tre confederazioni. non noto un atto di costrinzione, da parte del sig.Gentile, sulla mano che anche la sua organizzazione ha dato a berlusconi che ha giustificato i tagli (economici e non solo) al personale e le privatizzaizoni con l’eloquente “.. me lo hanno chiesto le parti sociali (ed è vero) compresa al cgil..” ora sarebbe il caso che questa gente la finisse di prendere per i fondelli i Lavoratori e decidano veramente cosa vogliono essere e quale “classe” vuole difendere. io credo che la cgil, sopratutto la Camusso, la sua decisione l’abbia già presa e non è certo quella che molti Lavoratori si aspetterebbero. c’è da vergognarsi!!

  2. MANOVRA. E LA FAMIGLIA? MALE, GRAZIE!

    La manovra presentata ieri dal governo lascia pesanti insoddisfazioni e grandi preoccupazioni nelle famiglie italiane: infatti la parola “famiglia” appare totalmente assente come determinante di equità e come destinatario di attenzioni: anzi, quando queste ci sono, sembrano più minacce che sostegni (come nel caso dei tagli lineari alle agevolazioni fiscali di welfare).

    L’intera manovra dimentica che non c’è equità se non si tiene conto dei carichi familiari: così, anche provvedimenti potenzialmente virtuosi, come il contributo di solidarietà per i redditi superiori ai 90.000 euro, perdono il loro significato. C’è infatti una grande differenza, se il reddito riguarda una coppia o una famiglia con quattro figli, anche a livello di 90.000 euro; ma in nessuna delle misure c’è attenzione a questo. Eppure fin dalla Conferenza nazionale della famiglia di novembre 2010 – per non parlare del programma elettorale della maggioranza oggi al governo – l’impegno del governo a favore della famiglia pareva prioritario: purtroppo solo a parole!

    Non ci si venga a dire che in tempo di crisi non ci si può preoccupare dell’equità familiare. Ma chi paga la crisi, se non le famiglie? E soprattutto di fronte a questa manovra? E soprattutto in un Paese che ha una delle percentuali più alte di minori che vivono in famiglie sotto la soglia di povertà, per il solo fatto di vivere in famiglie con tre o più figli.
    Ci spiace, infine, che nell’ampio e frenetico dibattito di questi giorni di agosto tra partiti, forze politiche, forze sociali, opinionisti ed esperti sui vari media, ben pochi abbiano sottolineato la necessità di investire sulla famiglia, o comunque di proteggere le famiglie con figli: in questo silenzio merita da parte nostra un apprezzamento il presidente Pierferdinando Casini, che ha esplicitamente richiamato la dimensione familiare come esigenza irrinunciabile di diverse misure, nel dibattito delle commissioni parlamentari dell’11 agosto.

    Non si prenda questa come una dichiarazione di voto, ma come il giusto riconoscimento a chi, nel povero e già rattrappito dibattito politico cui abbiamo assistito, ha avuto il coraggio – e la coerenza – di rappresentare la voce di un attore sociale che stenta a far sentire la propria voce: le famiglie.

    Bene quindi le privatizzazioni, bene le misure di contrasto all’evasione, bene il taglio netto delle spese per la politica e per la pubblica amministrazione, bene anche la richiesta di maggiori sacrifici ai redditi più alti, bene anche a sacrifici sulle normative presidenziali, in una crisi come quella attuale: ma a quando protezione e investimento su chi davvero tiene insieme l’Italia, cioè le famiglie?

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