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Mattinata “solstizio e sosta a Monte Sacro”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
21 Dicembre 2014
Manfredonia // Mattinata //

Mattinata – IN prossimità del solstizio d’inverno, quando il Sole è più basso all’orizzonte, un gruppo di guide in formazione si son spostati in alto fino a raggiungere una delle vette più alte del Gargano quella di Monte Sacro. E’ su tale sommità che sono presenti i ruderi di un antica Abbazia benedettina della Santissima Trinità del Gargano. L’intero complesso Abbaziale è situato sul vasto pianoro alla cima di Monte Sacro posto a Nord di Mattinata ed a Nord’est di Monte Sant’Angelo ad un altezza di 874 mt. In tale luogo veniva venerato Giove Dodoneo, questo prima del V secolo, cioè prima della dedicazione al culto di San Michele Arcangelo.

Ricordiamo che il 29 Settembre del 492 d.c. sotto Papa Gelasio I fu organizzato un grande pellegrinaggio cui presero parte il vescovi di Siponto, Salpi Canne, Trani, Canosa, Andria, Ruvo e Venosa, i quali dopo essersi recati nella Grotta Michaelica, andarono ad abbattere gli idoli del tempio pagano sul monte chiamato anticamente col nome di Drion. Dal 1210 l’abbazia della Santissima Trinità è stata fucina di scrittori ed insigni umanisti che ebbero come caposcuola l’Abbate Gregorio.

Architettonicamente la basilica benedettina si integra bene nella natura con le sue absidi, arcosolii, sculture murarie, segnate da graffiti e crocifissi già dai monaci basiliani, che provenivano dalle coste orientali. In tali luoghi dovete immaginare che nei secoli si sono succeduti una moltitudine di monaci osservanti la regola di San Benedetto. La crescita dei figli di Dio rese necessaria la costruzione di un primo edificio conventuale e delle primitive celle di cui oggi ammiriamo quanto ancora rimane. Il complesso Abaziale quando era in pieno fulgore oltre alla chiesa con torri campanarie, il complesso conventuale, e cisterne e neviere, comprendeva numerosi possedimenti terrieri estesi su tutte le puglie. Ciò ne faceva un vitale luogo di potere e di culto, che nei secoli vuoi per attività sismiche, vuoi per abbandono ci è giunto come un rudere ammantato di vegetazione, mantenendo comunque un interesse architettonico e monumentale. L’orientamento della costruzione sacra era realizzata secondo i canoni benedettini è scritto che il portale si aprisse perfettamente ad occidente come il coro e l’altare con le absidi erano rivolte ad oriente.

Il Sole, di buon mattino, doveva risvegliare i monaci nel dormitorio e gli animali nelle stalle. L’ingresso principale dell’Abbazia è a sud est ed immette in un ampia foresteria. In questo luogo di preghiera c’erano tanti stimoli intellettuali legati al lavoro manuale, le attività lavorative andavano da quelle artistiche (scultura, pittura) a lavori modesti e non per questo meno importanti come dimostrano gli opifici dei mulini e dei frantoi, legando dunque la preghiera al lavoro secondo il motto benedettini “ora et labora”.

I monaci furono, inoltre, degli ottimi bonificatori delle aree montane, l’intuizione dei terrazzamenti (in dialetto tramizze) fino a non molti anni fa sono stati fondamentali per l’economia del sistema agricolo proprio per l’opera meritoria e tecnologica dei monaci benedettini. L’edificio in stile romanico – garganico – pugliese era possibile ammirarlo nella sua bellezza originaria in un modellino custodito al museo civico di Mattinata, da tempo non più fruibile. L’augurio è che tali realtà vengano rese fruibili appieno con centri visita funzionali che garantiscano anche l’accompagnamento guidato dei tanti turisti che giungono sul nostro territorio.

Inoltre che l’abbazia benedettina di Monte Sacro fosse un bene monumentale da recuperare salvaguardare sono stati in tanti a dirlo, anche in tempi non recenti, ci pensarono il Tancredi e Sansone fino alla recente proposta giornalistica di renderla di nuovo attiva con la presenza di nuovi monaci come sta avvenendo a San Leonardo in agro di Manfredonia e come già è avvenuto per la ricostruzione del monastero di Montecassino. Così sarebbero plausibili anche infrastrutture come delle funivie che oltre che a facilitarne il restauro ne facilitino l’accessibilità specie ai diversamente abili ed alle persone anziane, unendo l’amore per la natura e per l’arte al bisogno di pace e silenzio di chi sale anche a bordo di aeroplani venendoci a visitare da luoghi lontani. Si riaprirebbe così una meta tanto cara ai pellegrini che giungono alla grotta di San Michele Arcangelo restituendo al Gargano la sua storica vocazione religiosa.

Il sentiero esistente è comunque percorribile in 30 – 45 min. da escursionisti non particolarmente allenati, fermo restando che andrebbe adeguata la strada che porta al principio del sentiero naturalistico. Di qui la necessità che ad occuparsi di tale area protetta ci sia personale esperto e qualificato come quello in formazione presso l’AFORIS.

Le Guide che si sono fatti largo su tale sentiero sono state guidate da Francesco Colletta di Mattinata che li ha condotti “tra le note storiche” come quelle descritte, tratte dallo studioso Antonio Latino, “alle tecniche da adottare per la conduzione del gruppo”. Così col tempo gruppi di turisti potranno fruire pienamente di un bene che può diventare il fiore all’occhiello di Mattinata (Vedesi foto). Certamente in questa escursione di fiori se ne sono visti pochi essendo alle porte dell’inverno, ma già “a breve” complici le giornate che inizieranno ad allungarsi ci avvicineremo alla primavera che con il suo fiorire ci ricondurrà ai colori delle splendide Orchidee del Gargano.

(A cura di Benedetto Monaco – benedetto.monaco@gmail.com)

FOTOGALLERY MONTE SACRO – A CURA DI BENEDETTO MONACO

Redazione Stato@riproduzioneriservata

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