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PD “Tra il dire e il fare c’è in mezzo la politica. La Puglia nel caos”

In Puglia, grazie al manovratore del pulmino colorato di giallo, il PD si sta disgregando sotto il cielo plumbeo di una primavera che ancora è in cerca di un po' di sole

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AUTORE:
Maurizio Varriano
PUBBLICATO IL:
22 Aprile 2024
Cronaca // Gargano //

San Giovanni Rotondo. Quando l’albero è forte si fa a gara per salirci su, quando l’albero cade a terra, tutti corrono a farne della legna da ardere. I nostri avi non avrebbero potuto scrivere parole più sagge per commentare la fuga dalle sventure che coinvolgono soprattutto chi dalle fortune di chi oggi è in difficoltà, ne ha tratto i maggiori benefici.

Alto tradimento” sarebbe l’appropriata definizione dell’atto di chi adesso rifugge in compromessi, in strade prima aberrate e fa le fusa ai padroni di turno per entrare in case sino a oggi chiuse a chiave per quel fatidico “Mai con il PD”. Capire di cosa si stia parlando diventa facile e indegnamente condivisibile dal punto etico/morale.

In Puglia, grazie al manovratore del pulmino colorato di giallo, il PD si sta disgregando sotto il cielo plumbeo di una primavera che ancora è in cerca di quel poco di sole che stenta a riscaldare animi e campagne elettorali, mai sospese, nel tempio della politica del Giuda Iscariota di turno.

Come si sa in politica quello che si dice oggi è vecchio già ieri e i 5 stelle lo hanno capito e riadattato attutandolo immediatamente nel convogliare prima a nozze impensabili, e poi nel sentirsi traditi da traditori, allontanandosi da casa del congiunto portandosi via persino i mobili, anche quelli meno pregiati, per ripagarsi senza l’ausilio della giustizia terrena, del danno subito.

Non stiamo qui a disquisire sulle ragioni di fatto che certamente non sono solo causa delle inchieste giudiziarie in corso, viste le alleanze passate con Forzisti e Leghisti, ma delle strategie dettate da politiche che dopo il secco “Mai in Europa” hanno visto ribaltare le logiche del male con quel bene, che solo la politica del “non essere” poteva attuare. Per raccattare qualche punto percentuale in più e condividere sempre più scranni, in politica ci si vende per meno dei fatidici trenta denari, ogni azione si manifesta utile, anche a discapito delle più elementari regole che dovrebbero regolare la dottrina del decantato Bene Comune. Chi si scandalizzava delle campagne acquisti preelettorali, oggi sottobanco e a “Furor” di popolo se ne consegue la necessità, e di essa se ne fa virtù. La contraddizione diventa sinonimo di furberia e i giochi da banco, quali il “Risiko” o il “Monopoli”, diventano sempre più d’uso frequente. I 5 stelle diventano “Pace” nonostante il governo Conte aumentò la spesa per armamenti e apparati vari, e i giochi si crogiolano di giocatori sempre più incalliti.

L’errore del PD è ormai irrimediabile e l’alleanza voluta per la forzata congiuntura che il fattore tempo ha delineato, è ormai un letto su cui poggia inerme il morto da piangere con lacrime amare nel ricordo delle sue gesta. I divorzi come per i matrimoni, se non bigami, si contraggono sempre in due, ma stavolta sembrerebbe che ci sono dietro giudici e notai dai tentacoli predatori dai numeri ben oltre la parità del perfetto massimale della coppia. Una strategia che indebolisce il centro sinistra alleato ai 5 stelle, quello che fortemente volle il presidente Emiliano, prima osannato, oggi corroso dalla ruggine infestante di denigratori seriali dalla bandierina gialla, e che tanto mal di pancia ha innescato soprattutto tra chi ne sta pagando conseguenze inconsulte ed è pronto a ricandidarsi al supporto di liste civiche per evitare lo sbarramento del doppio mandato.

Un caos che solo chi è estraneo all’inciucio, quindi nessuno escluso, avrebbe potuto scrivere sul diario di bordo o dei ricordi di vita. Un disastro per la politica tutta, la destra non è certo indenne da rattoppi e da circuizioni da famelica onnipotenza, che fa male soprattutto a chi ogni giorno deve rapportarsi con crisi economiche, con le farse dell’energia sostenibile, con le arrembanti società che minano interi territori accaparrandosi terreni utili all’agricoltura per farne distese di pannelli solari a discapito di economie territoriali e biodiversità.

La moda del candidarsi per spirito di partito è allucinante specialmente se lo si fa sapendo di mentire o di soddisfare la propria Ego accentuata dal continuare a buttare fumo negli occhi di cittadini che dalla politica si aspetterebbero cose tangibili in tema di concreta vicinanza al popolo che da sovrano, è decisamente diventato tumulabile poiché sfinito dalla forza fagocitante di una politica sempre più orientata allo sfascio e sempre meno alla futuribile via delle libertà e democrazie, che corrispondono alla libera scelta dei governi e dei rappresentanti popolari.

Ognuno si ritaglia un titolo, ognuno si sceglie lo scranno, ognuno alza la posta che arriverà a destinazione solo nelle cassette blindate del fermo posta di chi le costruisce e non di quelle degli italiani. La Puglia è un esempio lampante, quell’esempio che solo dove si guarda al mare opposto al suo, nonostante si ha la consapevolezza dell’unicità della bellezza di quello di casa, può causare il male maggiore a discapito di chi osserva e non dichiara il suo mal di pancia per varie condizioni di sudditanza o, se lo manifesta, lo fa solo poiché spinto da rancore, poco orizzonte o interesse personale, persino maggiore di quello che sino ad oggi altri hanno palesemente mostrato.

Questa non è democrazia ma dittatura che consente a chi ha lo scettro momentaneo dichiararsi democratico e ribaltare solo gli ordini degli addendi per non arrendersi all’inciucio di turno e crearne uno apposito per conclamare quanto dal mentore William scrisse secoli addietro “Essere o non essere questo è il dilemma”. – Se sia più nobile pensare di vivere o morire –lo lasciamo ai posteri e mentre ci si azzuffa per un piatto dal valore di oltre 12.000 euro al mese al netto di benefici ulteriori, non possiamo che augurarci di non morire più di inedia e iniziare a leggere i grandi classici per aprirci alla libertà, certamente non dettata da monologhi scritti per puntare l’indice verso l’uno o l’altro.

La libertà e la politica sono anche questo, e solo di questo, non se ne potrà certamente fare a meno. Per riordinare le idee e concludere il nostro ennesimo viaggio tra le discrasiche condizioni d’alterazione della politica, sperando di uscirne vivi, potremmo riesumare le parole di Rino Formica – “politica sangue e merda” –  per poi concludere, senza che nessuno si offenda- “il convento è povero, ma i monaci sono ricchi”- o citare l’indimenticabileIndro Montanelli, che il 22 aprile avrebbe compito  115  anni –“ Quando un italiano vede passare una macchina di lusso, il suo primo stimolo non è averne una, ma tagliarle le gomme”.

Maurizio VARRIANO

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