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Bolognetti in tackle su Arpab: “Qualcuno blocchi Fenice”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
23 Giugno 2011
Cronaca //

Maurizio Bolognetti, esponente radicale (fb)
Latronico – “A leggere i dati diffusi dall’Arpab sul monitoraggio ambientale dell’area in cui è ubicato l’inceneritore Fenice, verrebbe da chiedere non solo la chiusura e il sequestro dell’inceneritore, ma anche la chiusura della Procura della Repubblica di Melfi”. Maurizio Bolognetti, esponente radicale, entra in tackle direttamente sulle gambe della Tribunale melfitano. Proprio nelle stanze della procura dell’Alta Lucania, infatti, l’inchiesta sull’inquinamento delle acque da parte di fenice si è arenata, prima di passare, comunque con notevole ritardo, alla Procura di Potenza.

Adesso, i nuovi allarmi ed i dati pubblicati dall’Arpab, che hanno fatto sobbalzare dalla sedia associazioni e cittadini, richiedono la mano dura. Bolognetti rispolvera un fatto avvenuto nel 2009: “Nel settembre [di quell’anno, ndr] il procuratore Renato Arminio rispondeva alle domande poste dai radicali sul mancato sequestro del forno rotante dell’inceneritore, affermando che sarebbe stato da irresponsabili chiudere Fenice. Dopo 4 anni di veleni che ininterrottamente sono finiti nella falda acquifera dell’Ofanto, e a circa 2 anni di distanza dalle fatidiche parole del dottor Arminio, mi chiedo se sia stato davvero un atto di responsabilità consentire il protrarsi delle attività di inquinamento e avvelenamento prodotte dall’inceneritore di proprietà della multinazionale francese Edf”.

Bolognetti ci tiene poi a tirare le somme: “Ieri, il mercurio e la trielina; oggi, l’arsenico, il nickel e il manganese. Fenice inquina dal 2007, e dico dal 2007, perché come ripetutamente denunciato risultano indisponibili i dati del quinquennio 2002-2006”. Ed accusa i vertici Arpa: “Il dottor Bruno Bove [Coordinatore dell’ufficio Arpa per la provincia di Potenza, ndr] parla della sindrome di nimby. La verità è che la tutela dell’ambiente e della salute è stata subordinata ad interessi altri. Qui non parliamo del non nel mio giardino, ma di una vicenda fatta di dati nascosti, mancate comunicazioni, depistaggi e silenzi omertosi. Il tutto giocato sulla pelle dei cittadini del vulture-melfese, e forse non solo di quelli”.

“A distanza di due anni – chiosa l’esponente della direzione nazionale radicale – reitero la richiesta: qualcuno fermi Fenice. Per il resto esprimo il mio placet alla proposta del Sindaco Valvano di un monitoraggio dell’inceneritore esercitato dal comune di Melfi. Può darsi che quattro occhi vedano meglio di due. E’ di certo sconcertante apprendere che inquinanti come l’Arsenico vengano monitorati dall’Arpa Basilicata, nell’area dell’inceneritore, solo dall’inizio del 2011”.

p.ferrante@statoquotidiano.it

FOCUS, GLI ARTICOLI DI STATO – 1. Fenice, un caso di (a)normale inquinamento (Stato Quotidiano, 16 maggio 2011)
2. Fenice, la verità di Bolognetti: “Ci uccidono in silenzio” (Stato Quotidiano, 27 maggio 2011)
3. Fenice, contro l’inceneritore si muove anche la Capitanata (Stato Quotidiano, 31 maggio 2011)

4. Melfi, i panni sporchi di Arpab: “Giusto che Fenice chieda di bruciare di più” (Stato Quotidiano, 9 giugno 2011)
5. Fenice la rabbia del Comitato di Lavello: “Una presa in giro” (Stato Quotidiano, 14 giugno 2011)
6. Fenice avvelena ancora. A maggio riscontrato Arsenico (Stato Quotidiano, 20 giugno 2011)

7. Fenice, Comitato di Capitanata: “Clamoroso silenzio delle istituzioni” (Stato Quotidiano, 21 giugno 2011)

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