Foggia. Le discussioni e i dibattiti al circolo Bellami fra un cocktail e un po’ di musica. Per 20 anni fino notte fonda nel cuore antico di Foggia allestendo anche mostre nate dall’arte di Maria Cirillo. Vabbè, l’accademia e il master in restauro ti danno l’impronta, aggiungerci del sale e del sociale non sempre riesce. Non c’è evento artistico da lei organizzato che non abbia come meta il supporto ad un’associazione, da quella per le donne operate al seno alle vittime di violenza. L’universo femminile, si dice. Lei lo racconta da quando era adolescente, presidente dell’associazione per la salute a 18 anni, nello staff di Nuccio Ladogana, regista teatrale di Cerignola, agli inizi degli anni ‘80. “Ho fatto anche la costumista in un’altra vita”.
Ritratti e volti femminili. Nei seminari di formazione per avviare all’impresa donne abusate, insegna taglio, cucito, dipinto su stoffa, tecniche di decorazione su mobili, tiene laboratori di bigiotteria. In giro per la Capitanata, sta esaminando il “bilancio delle competenze” per far partire il programma nei centri antiviolenza con la consigliera di parità Antonietta Colasanto. Donne nei suoi dipinti, quelle che “parlano all’anima, che sono belle, che devono credere in se stesse e che difendo a spada tratta. In tanti le sostengono, in molti le ostacolano e io mi arrabbio moltissimo, litigo per la loro tutela”. Emozioni catturate nelle “madonne nere” del ghetto di Rignano, o ritratte con tocco veloce per aver incrociato le loro storie, esaltate nella loro femminilità o in quei crucci che segnano il viso: tristi, affascinanti, assopite. Oltre 30 tele andranno in tour verso la ‘Casa delle donne del Mediterraneo’ a Bari, altre verranno esposte in abbinamento alle iniziative per Andos (associazione che riunisce donne operate al seno). Ma quanti quadri avrà contato? “Non lo so, ora lavoro soprattutto coi bozzetti, ne ho almeno 300”, molti dei quali parte della collezione, e mostra, ‘Reti di relazioni’.
Gli anni in Sinistra Democratica. La Musa può parlare all’alba. Maria si sveglia alle 5 di, senza il trillo di alcun marchingegno: “E’ così da sempre. Scrivo, disegno, rompo le scatole: se sto sempre in giro quando lavoro?”. Dopo 20 anni basta con le serate al Bellamì, che resta come associazione ma non è più il circolo verso la notte che si dilegua. “Ad un certo punto sei stanca di questa vita”. Le attività restano tante: presidente del circolo di cui sopra, di Donne impresa Confartigianato e, in quanto tale, componente della consulta di parità presso il Comune di Foggia, membro dei tavoli di sicurezza e immigrazione della Prefettura. In politica c’è sempre stata, mai da eletta: “Gli incarichi ti cambiano, ti allontanano dalla gente con cui volevo mantenere un rapporto”. A Roma, con Alba Sasso parlamentare, poi assessore all’istruzione nel secondo mandato di Vendola, ha seguito i gruppi parlamentari. Con Fabio Mussi ministro di istruzione e ricerca entra nel cda dell’accademia di Belle arti di Foggia. Delle donne Ds è stata coordinatrice, non approda nel Pd ma sceglie ‘Sinistra Democratica’ insieme ad Antonio Mendolicchio, Rocco Laricchiuta, Ciro Mundi, Franco Dicesare, Giuseppe Trecca alcuni dei quali nell’amministrazione di Orazio Ciliberti. La politica passa con le sue cariche e le sue proposte senza che lei accetti.
L’iniziativa ‘Donne in gioco’. Continuano le iniziative culturali di molte delle quali, se non è protagonista, è fautrice e supporto. Lo è, per esempio- e torniamo all’attualità- di ‘Donne in gioco’ la storia delle donne negli ultimi 70 anni, dal 1946 ad oggi, in esposizione a Palazzo Dogana. “Un viaggio accattivante, tra protagoniste del passato e del presente da realizzare con due mazzi di carte, due dadi e un gioco in scatola. Per il nostro territorio i volti di donna sono il direttore d’orchestra Gianna Fratta, Daniela Eronia, presidente Cif ed Elena Gentile eurodeputato. Accanto a loro l’étoile Carla Fracci, l’astrofisica Margherita Hack, la politica Nilde Iotti e l’astronauta Samantha Cristoforetti”. Pragmatica, e poetica, con un motto di Alda Merini fissato, di suo pugno, su foglio a righe, che ti mostra: “Si può essere qualcuno semplicemente pensando, questo è molto mio, le donne pensano molto”.
I laboratori in cooperativa. Scenari nazionali e locali. Sul Gargano si compiace dei lavori di alcune tessitrici di Vico, della maestria con cui fanno muovere il telaio o il tombolo, le attività che vuole promuovere: “Il mio sogno è portare in giro piccoli laboratori che si possano costituire in cooperative, esistono tante competenze sparse ma prive di canali. Le donne restano isolate, la Regione Puglia ha promosso tante fiere, in quante hanno partecipato? E non è vero che non vogliano andare oltre il loro orticello, sono attive, propositive, hanno bisogno di essere seguite. Bisogna partire da associazionismo per sviluppare e promuovere impresa”.
(A cura di Paola Lucino – paola.lucino@virgilio.it)
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