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“Eureka! Quando l’arte risplende d’oro”

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
24 Agosto 2015
Manfredonia //

Manfredonia – Eureka è la tipica parola attribuita ad Archimede Pitagorico quando si vuole celebrare una invenzione, scoperta dal sistema celebrale, in questo caso per celebrare l’eldorado dell’arte italiana. Ed è proprio quando i neuroni con assoni e sinapsi che agiscono da bottoncino fanno presa a strutture che richiamano le chiome degli alberi che le idee fruttificano prendendo il nome di invenzioni. Ed è proprio frutto dell’invenzione ispirata dalla struttura di un avvincente romanzo d’avventura impostato dall’autore dell’articolo che nasce la seguente proposta da considerare.

Immaginate che una quantità significativa delle riserve auree dello Stato possano essere destinate ad essere plasmate da lingotti ad opere d’arte. Ciò può consentire al nostro bel paese di far rivivere al sistema “Turismo Italia”, una nuova epoca legata alla fruizione di nuovi beni artistici e culturali realizzati in oro. Qualora l’iniziativa venga considerata fattibile è plausibile immaginare l’ organizzare di un concorso di idee in cui gli italiani propongano degli oggetti d’arte, che una commissione potrà valutare al punto da commissionare ad abili artigiani del settore delle nuove opere d’arte di “oro puro”. Di conseguenza alcuni degli anonimi lingotti numerati non saranno più rinchiusi nei caveau inaccessibili della Banca D’Italia, bensì resi fruibili in musei idonei ad accogliere delle vere e proprie opere d’arte volute dallo stesso popolo italiano, quindi espressione di un arte contemporanea, che darà una continuità a quella dei pregevoli monili in oro realizzati dai nostri lontani antenati. Un esempio può essere quello di realizzare delle monete d’oro sui Presidenti della Repubblica Italiana: “Ve la immaginate in testa, l’effige d’oro di Sandro Pertini con la sua immancabile pipa, al cui rovescio faccia bella mostra di se la coppa Rimet a memoria dei mondiali di calcio del 1982?”.

Anche per gli altri oggetti artistici, le proposte possono spaziare da riproduzioni in oro di oggetti come la statua di San Michele Arcangelo di Monte Sant’Angelo, e l’orologio di Palazzo San Domenico di Manfredonia, a proposito di tempo nella storia dell’arte l’oro lo sia associa alla durevolezza e quindi all’eternità. Quindi anche le proposte di opere inedite quali dei delfini che giocano, ed altre a cui gli italiani, compreso anche lo scrivente, cercheranno di partecipare, nell’eventualità venga colto il senso di questa novità, potranno giungere anche alle generazioni successive. A guadagnarci potrà essere il mondo dell’arte e l’intero paese, che potrà veder ritornare tantissimi turisti che vorranno osservare di persona le opere di provetti orafi che come il leggendario Re Mida, ci potranno condurre ad una nuova età dell’oro mediante opere preziose distinte dal tocco d’originalità tipico dell’italianità. Probabilmente questa proposta potrà attrarre l’attenzione di qualche novello Lupin, pertanto nelle fasi di trasporto, trasformazione e messa in opera dei nuovi capolavori potranno essere prese le dovute precauzioni, per questo tornando ad Archimede Pitagorico ed all’esclamazione “eureka!”. Ricordiamo (da fonte dell’enciclopedia Wikipedia) come la parola Eureka, che significa: “ho trovato!” Sia l’espressione coniata dal noto inventore anche quando, entrando in una vasca da bagno notò che il livello dell’acqua era salito, scoprendo che il volume di acqua spostata doveva essere uguale al volume della parte del suo corpo immersa, da allora questo principio è noto proprio come principio di Archimede. Tale principio permette di misurare i volumi di oggetti di forma irregolare. Si racconta inoltre che il desiderio di condividere questa scoperta fu talmente grande che egli si mise a correre nudo per le vie di Siracusa.

Grazie a questa intuizione il matematico riuscì a risolvere un problema posto da Gerone di Siracusa. Questi, infatti, si era fatto fare dal suo orefice personale una corona dorata ma, temendo che l’uomo lo avesse imbrogliato tenendosi l’oro che gli aveva consegnato e rifilandogli per questo un copricapo fasullo, gli chiese quale fosse il metodo per valutare la purezza di un oggetto d’oro. Archimede, immergendo la corona nell’acqua, vide che galleggiava, rivelando così fondati i sospetti del sovrano, infatti non era tutto oro quello che luccicava. Questa storia apparve per la prima volta nella serie di libri di Vitruvio De architectura. Alcuni studiosi hanno però messo in dubbio l’accuratezza di questo racconto, dicendo fra l’altro che il metodo avrebbe richiesto misure precise che sarebbero state difficili da fare al momento. Galileo Galilei stesso cercò di porre fine sui dubbi sulla veridicità del narrato, suggerendo di usare una bilancia idrostatica che poteva essere utile per confrontare il peso secco di un oggetto con il peso dello stesso sommerso in acqua. Per il problema posto ad Archimede, tuttavia, c’è un metodo semplice che non richiede attrezzature di precisione: bilanciare la corona con l’oro puro e poi immergere la bilancia con corona e oro in acqua per vedere se sono ancora in equilibrio.

(A cura di Benedetto Monaco – benedetto.monaco@gmail.com)

1 commenti su "“Eureka! Quando l’arte risplende d’oro”"

  1. ” I delfini possono simboleggiare la socialità che unita all’intelligenza e qualcos’altro li rende liberi di muoversi in quell’universo che è il nostro mare. Rappresentarli in miniatura ed artisticamente come sifoni di un museo può simboleggiare come la cultura può essere associata ad acqua di qualità. Infatti, la socialità e l’intelligenza possono portare noi esseri umani a rendere potabili anche le acque per l’agricoltura e l’allevamento adottando quelle che sono le migliori tecnologie per una vita alimentare sana e saggia.
    Tornando alla proposta specifica dell’articolo ossia quella di valorizzare una parte dei lingotti delle riserve auree realizzando opere d’arte il cui valore intrinseco può essere implementato dall’opera dell’artista che l’ha forgiato. Infatti, è intuibile che tale iniziativa può consentire di rientrare abbondantemente dai costi di realizzo delle opere, costo stimabile a circa il 10% del valore in peso dell’opera realizzata, cosa che può consentire degli introiti inestimabili dovuti oltre che alla fruizione delle nuove opere d’arte e sopratutto alla stellare quotazione del bene.”

    Benedetto Monaco noto come Ben Acta in arte detto Bene

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