Il tribunale di Foggia teatro di uno dei processi più discussi degli ultimi anni, con il già sindaco Franco Landella al centro di gravi accuse di tentata concussione. La vicenda, emersa durante l’interrogatorio del 30 aprile 2021, ha portato alla luce presunti episodi di corruzione legati al progetto di finanza per la pubblica illuminazione, coinvolgendo direttamente la società Gi.One., di cui Landella era dirigente.
Secondo Luca Azzariti, uno dei principali testimoni dell’accusa, il sindaco avrebbe richiesto una tangente di 300mila euro per garantire il buon esito del progetto, minacciando di comprometterlo qualora le richieste non fossero state soddisfatte. Le accuse pesano pesantemente sulle spalle di Landella, che si è dichiarato estraneo ai fatti contestati.
L’interrogatorio di Azzariti ha gettato nuova luce sulle presunte pressioni subite durante una serie di incontri tra il dirigente della Gi.One. e il sindaco, avvenuti tra marzo e aprile/maggio 2020. In particolare, si è parlato di quattro faccia a faccia, durante i quali Landella avrebbe espresso preoccupazioni sull’appalto e suggerito l’opportunità di un “contributo” finanziario per garantire il successo dell’operazione.
Tuttavia, la difesa di Landella respinge categoricamente le accuse, sostenendo che il rifiuto del Comune di affidare l’appalto alla Gi.One. sia stato motivato dalla mancanza dei titoli richiesti e non da pressioni esterne o richieste di tangenti. Gli avvocati difensori sottolineano il rigetto del ricorso presentato dalla società al Tar e confermato dal Consiglio di Stato come prova della legittimità delle azioni del Comune.
Il processo, iniziato il 15 marzo 2023, ha preso una svolta significativa con la testimonianza di Azzariti, che ha portato alla luce dettagli cruciali sulla vicenda. Tuttavia, la sua deposizione è solo l’inizio di un dibattimento complesso, destinato a definire la verità su un caso che ha scosso le fondamenta della politica locale.
Lo riporta La Gazzetta del Mezzogiorno.
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