Mammeonline diventa fulcro della discussione. Nascono, con il tempo, forum tematici specifici capaci di mettere in correlazione le esperienze di chi sa e le inesperienze di chi vuole sapere, tessuti che s’interconnettono in una solidarietà internettiana ben prima della nascita di facebook. Uno strumento impersonale nella forma, ma personalissimo nella sostanza. Ma gestire una comunità, tenerla parta e renderla fruibile significa investire. Da questa parte di mondo, vuol dire disporre di quella liquidità necessaria per mettere carburante nell’auto. Per quanto in economia, la comunità sente l’urgenza di monetizzare gli sforzi. Nel 2003, così, prende forma l’omonima casa editrice.
Mammeonline editore. Un lavoro di donne, fatto da donne, per donne. Questa, all’inizio, la mission dell’editrice foggiana (con sede in Viale Colombo). “L’obiettivo – spiega la Caione – era quello di veicolare argomenti particolarmente delicati, consentendo agli adulti di avere risposte certe”. Con il tempo, pian piano, si è avuto un deciso scivolamento verso i lidi dell’infanzia. I titoli, pur rimanendo improntati all’impegno ed alla formazione, hanno preso di mira un pubblico sensibilmente più giovane. “Attraverso le fiabe ed i racconti li introduciamo a tematiche complesse”. Prima della contaminazione televisiva, prima del filtro social-culturale, prima dell’azione congiunta di luoghi comuni e falsi problemi. “L’intento è formativo” rincara la dose la responsabile. E non potrebbe essere altrimenti. Tanto per confermare di come la Capitanata possa anche stupire in quanto a dibattito di livello, in catalogo sgomitano, accanto alle fiabe e ai testi di cucina, temi come la procreazione assistita, l’adozione, i disturbi dell’apprendimento, la diversità, la tolleranza, gli abusi sessuali. Tutta roba da antimoccianesimo che nasce non per battere cassa, ma per affermare diritto, cultura, progresso. Nella sintesi perfetta della Caione, “libri che si leggono per il piacere di leggere e libri che si leggono per il piacere di informare”. E ancora, ci spiega, “il libro di Mammeonline non nasce per avere una vasta tiratura. Non vuole emulare, in termini di numeri, la fenomenologia di Geronimo Stilton, tanto per intenderci”. In compenso, “non ha equivalente sul mercato. Chi trova, oggi, la forza di discutere con mamme e figli di aborto spontaneo e farlo serenamente, senza falsi moralismi?”
Per Foggia, una sfida grande così. Per Donatella, un lavoro a tempo pieno, che l’ha convinta a rimettere tende in città, dopo decenni di assenza volontaria. L’Università a Firenze, il lavoro a Torino, alimentate dalla voglia di fuggire via da un contesto ostile dove, ancor oggi, certe argomentazioni sono appannaggio degli attaccabrighe, ad andar bene. Le chiediamo se c’intravede del politico in quello che fa, in senso a-partitico of course. “Si ferma, sorride con tutto l’orgoglio che conosce e ringrazia dell’annotazione, ricordando a se stessa che ‘politica’ è una delle parole più belle che ci siano”.
E vvvvai!!!
che utilissima impresa!!
L’apolidia (composto di alfa privativo e polis, “città” in greco), è lo stato dei soggetti privi di qualunque cittadinanza. Tali soggetti sono detti “apolidi”.
Si diventa apolidi “per origine” o “per derivazione”:
Si è apolidi per origine quando non si è mai goduto dei diritti e non si è mai stati sottoposti ai doveri di nessuno Stato.
Si diventa apolidi per derivazione a causa di varie ragioni tutte conseguenti alla perdita di una pregressa cittadinanza e alla mancanza di una contestuale acquisizione di una nuova. Le ragioni possono essere: Annullamento della cittadinanza da parte dello Stato per ragioni etniche, di sicurezza o altro.
Perdita di privilegi acquisiti in precedenza (come ad esempio la cittadinanza acquisita per matrimonio).
Rinuncia volontaria alla cittadinanza.
Si diventa apolidi in senso formale solo tramite rinuncia espressa alla propria cittadinanza naturale; i figli di apolidi si trovano tipicamente nella condizione di chi nasca in un territorio nazionale e normalmente questo basta per l’automatica acquisizione della cittadinanza dello Stato del luogo di nascita.
In passato era anche ammissibile una forma di apolidia di tipo sanzionatorio, derivante dal venir meno della cittadinanza come pena accessoria collegata alla commissione di un illecito penale: l’Aquae et igni interdictio rientrava in questa ipotesi.