OCCUPAZIONE SELVAGGIA DEI CAMPI – Le dichiarazioni del Governatore Vendola sono state recepite positivamente dalle tre principali organizzazioni agricole (Cia, Coldiretti e Confagricoltura), che da tempo denunciano l’occupazione “incontrollata” e “selvaggia” dei terreni agricoli da parte delle lobby delle energie rinnovabili. Dietro il dominio incontrastato della Regione Puglia per produzione di energia da fonti rinnovabili, vale a dire l’eolico (95 % in provincia di Foggia, per un totale di 1158 MW) e fotovoltaico (219 MW) c’è una realtà che parla di quasi 6 mila ettari di terreni sottratti all’agricoltura (fonte: Sole 24 ore).
OPERAZIONE SPECULATIVA – «Siamo sicuramente d’accordo – spiega il presidente della Cia Puglia, Antonio Barile – perché con le pale eoliche e i pannelli fotovoltaici è stata fatta una grande operazione speculativa in cui ad averci guadagnato però sono soltanto i grandi investitori. Gli agricoltori invece, quei pochi che hanno avuto la “fortuna” – si fa per dire – di avere pale o pannelli nei propri terreni, hanno ottenuto solo le briciole dei guadagni. Chi invece non ha gli impianti nel proprio terreno, ha dovuto subire quelli dei vicini con relativi problemi. E l’assurdo è che tra qualche anno si ritroveranno, tutti, con il problema dello smaltimento di pale e pannelli».
PROBLEMI NELLO SMALTIMENTO – Dopo circa vent’anni di utilizzo degli impianti eolici e fotovoltaici dovranno essere sostituiti ma, terminati gli incentivi dell’unione europea, potrebbero essere semplicemente abbandonati e costituire estesi cimiteri tecnologici nelle campagne pugliesi. “Il coltivatore prende oggi – sostiene Barile- un minimo di fitto ma poi, quando dovrà essere smaltito l’impianto, ci rimetterà?”.«In Campania esistono zone che sono diventate cimiteri di pale eoliche abbandonate, dal momento che le aziende non provvedono allo smaltimento», dice il direttore regionale della Coldiretti, Antonio de Concilio. «Ma ci aspettiamo che la Regione riprenda il lavoro interrotto, in modo da garantire alle aziende di diventare autonome da un punto di vista energetico».
CONCESSIONI TROPPO FACILI – Sotto accusa sono finite anche la facilità, secondo Cia, Coldiretti e Confagracoltura, con cui la Regione Puglia ha concesso le autorizzazioni per gli impianti a terra. Infatti è sufficiente una Dia per impianti fino a 1MW. Questo ha richiamato diversi gruppi industriali quasi sempre extraregionali e, in qualche caso, esteri. Secondo il rapporto Eurispes Italia 2010, la green economy vale 810 miliardi di euro a livello mondiale, 122 miliardi di euro in Europa e 10 miliardi di euro in Italia, dove i lavoratori verdi sono 300.000. Dei 10 miliardi “italiani” 5,5 miliardi riguardano le sole fonti rinnovabili (quelle “nuove” e non le tecnologie consolidate come l’idrolettrico), che danno attualmente lavoro a 30.000 persone. Il risultato, secondo Basile, è “che è stata utilizzata una risorsa pugliese, cioè il territorio, per speculazioni e ritorni finanziari realizzti poi fuori regione. E invece doveva costituire una occasione di reddito complementare all’attività di cui dovevano avvantaggiarsi gli agricoltori pugliesi”.
SPECULAZIONI E CRIMINALITA’ – Secondo diverse associazioni agricole pugliesi la speculazione è avvenuta soprattutto per gli impianti di grosse dimensioni che hanno occupato grossi appezzamenti di terreni, la cui assegnazioni non sembra scevra della lunga mano della criminalità organizzata, come dimostrano, in questi giorni, le notizie riguardanti l’apertura di indagini della magistratura in Sicilia, Sardegna e Puglia.
CONCLUSIONI – L’assessore regionale delle Risorse Agroalimentari, Dario Stefano, così come le associazioni agricole pugliesi, sono oggi del parere che sia giunto il momento di passare dai grossi parchi ai mini eolico e fotovoltaico, che sono meno invasivi e, soprattutto permettono di alleggerire la bolletta elettrica delle aziende agricole e di tutti i cittadini che potranno utilizzarle. “Questo fenomeno – spiega l’assessore- che siamo stati bravi a generare e sviluppare, deve essere riportato in un recinto di gestione intelligente. Sull’impatto in agricoltura vogliamo determinare condizioni di stimolo e incentivo all’autoconsumo”.