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Green Paper. E ora facciamo votare i bambini e gli adolescenti

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
27 Giugno 2016
Cultura // Manfredonia //

Pochi conoscono il Green Paper, un testo che nemmeno è stato tradotto in italiano. Si parla dell’idea di conferire alle persone diritti di partecipazione fin dalla nascita. In sostanza i genitori di ogni bambino potrebbero esercitare il diritto di voto fiduciario fino a quando il figlio non raggiunga la maturità stabilita dalla legge nazionale. Uno scherzo? No. Nel 2000 una equipe dell’Istituto universitario europeo di Fiesole, coordinata dal professor Philippe Schmitter, ha elaborato e presentato al Consiglio d’Europa una proposta articolata e sistematica, su un problema vero e serio, dal momento che le nostre scelte non incidono solo sulla nostra vita ma soprattutto su quelle future. Una provocazione, quindi, e l’invito a una riflessione. Sarebbe interessante vedere cosa potrebbe accadere nelle famiglie, nelle scuole. Che cosa si potrebbe mettere in moto. Se poi i figli frequentano la scuola elementare (ma anche la scuola materna) i genitori dovrebbero ascoltarli? Informarli sulle scelte? E’ scontato che i dubbi siano tanti. Però, se i genitori con figli avessero un voto più “pesante” forse si potrebbero eleggere rappresentanti più sensibili e responsabili per i diritti delle generazioni future.

E il voto agli adolescenti? Gli adolescenti fanno tante scelte libere e autonome: sono consumatori, circolano, decidono liberamente i luoghi da frequentare… Potrebbe sembrare demagogico considerare il sedicenne non ancora maturo per comprare l’auto e farlo votare. E’ comunque una scelta politica. Io credo che il voto degli adolescenti sarebbe un voto consapevole. Più consapevole di tanti adulti che forse qualche scambio elettorale sono sempre propensi a farlo.

In un convegno a Torino il professor Jorg Luther (ordinario di istituzioni di diritto Pubblico all’Università del Piemonte) ha parlato di democrazia dei minori e lamentava che queste analisi (Green Paper) non siano state lette e non abbiano avuto alcuna attenzione in Italia.

In tutto il Regno Unito i giovani dai 18 ai 24 anni per il 75% hanno votato per rimanere in Europa (ci sono stati però molti che non sono andati a votare). Invece gli anziani oltre i 65 anni per il 61% ha detto di uscire. Inoltre la popolazione tra 25 e 49 anni per il 56% ha chiesto di restare nella Unione europea.

Fra dieci – 15 anni la grande maggioranza di coloro che hanno votato per la Brexit non ci saranno più, però hanno deciso la vita, il destino, il futuro dei giovani del loro paese.

Non si è trattato di elezioni normali o di un referendum su questioni specifiche, che si possono sempre modificare nella tornata seguente. Churchill diceva che la democrazia era una pessima forma di governo, ma aveva il vantaggio che si poteva correggere al giro successivo. Questo voto non indica possibilità, non costruisce futuri. Semplicemente distrugge. In Italia la carta costituzionale saggiamente non ammette il referendum per tasse, amnistie, trattati internazionali.

Sull’Unione europea tutto è negativo? Io mi giro intorno e vedo che molti interventi sono stati effettuati con fondi europei in questi mesi in questo nostro territorio. Quante leggi e quanti nuovi ordinamenti sono stati fatti su stimolo dell’Europa! Oggi ci sono chiusure e si alzano i muri, ci sono in giro abili creatori di paure e di insicurezze. Ma l’Europa (che pure deve cambiare passo) rimane un’avventura straordinaria, una grande opportunità per gli europei, e un esempio per altri popoli. Il luogo di una civiltà aperta, trasgressiva, insofferente dei confini, che bisogna saper raccontare. Ai giovani e ai vecchi.

Nei paesi occidentali, e in Italia in particolare, la popolazione anziana è maggioritaria. Nei prossimi decenni lo sarà ancora di più. Se osservate un seggio elettorale potete notare che su 3 votanti che hanno oltre i 65 anni vi è solo 1 sotto i 25. Non è un problema che può lasciare indifferenti. Ricordo che il Vaticano esclude dal conclave, cioè l’elezione del futuro Papa, i cardinali al di sopra degli 80 anni. Se il voto deve essere più “pesante” per i giovani e i genitori, forse deve essere più “leggero” quello degli anziani!

(A cura del professore Paolo Cascavilla, fonte: futuriparalleli.it)

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