Manfredonia – Gli ormoni svolgono un ruolo importante nel determinare lo stato di confusone mentale tipico dell’adolescenza. Nei teenager le parti del cervello deputate a comportamenti come la ricerca di sensazioni si attivano proprio nella fase della pubertà, mentre le parti responsabili dell’esercizio del giudizio sono ancora in fase di maturazione. Per questo si può venire a creare una sfasatura tra il momento in cui le strutture cerebrali spingono i ragazzi ad affrontare i rischi tipici della prima adolescenza e quello in cui sia attivano le strutture che permettono di pensare prima di agire, tipiche dell’età adulta.
In un certo senso è come avviare il motore di un automobile senza un autista capace di guidarla. Una guida sul cervello nella fase adolescenziale è stata la prof.ssa Anna di Iasio che all’università delle tre età durante il mese di Marzo, ha trattato l’ argomento, spesso d’attualità, specie per chi vive a stretto contatto con i più giovani. Infatti, la professoressa operando nella scuola, nella fascia d’età, tra 14 e 19anni, ha potuto osservare, negli anni, il disagio crescente degli adulti, genitori ed insegnanti, di fronte ai nuovi codici espressivi e comportamentali degli adolescenti di entrambi i sessi. La relazione didattica, in molti casi, era lo specchio del rifiuto di quella con i genitori e con molti dei loro valori. Da docente di Scienze, la di Iasio, ha iniziato a collegare certi comportamenti con il grado complessivo di abilità e competenze dei diversi allievi, mettendo il tutto in relazione con la maturità cognitivo – emotiva.
Insomma, le risposte emotive, il grado di attenzione e partecipazione, la gestione dello stress, la capacità di giudizio e autovalutazione, dovevano essere collegate alle trasformazioni cerebrali. Partendo da tali ipotesi ed esperienze personali, la professoressa è poi approdata al libro di Barbara Strauch, “Capire un adolescente” , ed. Mond., che illustra le indagini neurologiche secondo cui il cervello umano degli adolescenti è interessato da importanti trasformazioni strutturali. In questa fase, milioni di connessioni nervose crescono e si ramificano e altrettante, o forse più, vengono tagliate, processo simile alla “potatura” di un albero; speciali neurotrasmettitori chimici, penetrano in ogni sua parte e lo rifiniscono, conferendogli nuovi connotati. In definitiva, il cervello adolescente grezzo è vulnerabile, proprio perché molto plastico, deve ancora essere “limato”, rifinito, per diventare se stesso.
Su basi scientifiche è possibile quindi rassicurare gli adulti, che possono essere stimolati anche ad una maggiore cura e attenzione, perché molte patologie, depressione, psicosi, schizofrenia, danno i primi segni in questa fascia d’età. Non bisogna lasciare soli gli/le adolescenti, perché i media sono potentissimi, mentre loro sono in una fase a rischio. Bisogna, dunque, concentrare sui ragazzi dei progetti di vario tipo, tra cui anche l’educazione ai sentimenti, mettendo in luce i loro vissuti, spesso visibilmente estremizzati ed a volte rischiosi. Di qui, il senso di responsabilità, ossia la capacità di prevedere le conseguenze delle proprie azioni e di controllare impulsività ed emozioni, cosa che avviene di solito dopo i 20 anni, quando i meccanismi biologici del cervello svolgono tutto il loro ruolo. L’adolescente pare volere una vita spericolata come quella cantata da Vasco Rossi, possedendo anche una carica erotica, di passioni e creatività che possono essere valorizzate in positivo, direzionandole verso progetti di eccellenza in vari campi.
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(A cura di Benedetto Monaco – benedetto.monaco@gmail.com)