Bari – SUL piatto complessivamente 30 mln di euro. Questo il totale delle risorse per cofinanziare la realizzazione di impianti di trattamento biologico di tipo aerobico e/o anaerobico/aerobico per la produzione di compost, valutato dal Nucleo di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici. Recenti studi, condotti da alcuni ricercatori del CNR e dell’Università degli Studi di Bari, hanno evidenziato tratti di costa con notevoli accumuli di Posidonia, un tipo di alga spiaggiata ( Il caso Siponto) nei territori di Manfredonia (Foggia), Mola di Bari (Bari), Fasano (Brindisi), Ugento (Lecce) e Manduria (Taranto), oltre a rilevanti presenze riscontrate sul litorale della Città di Bari. Proprio in tali città potrebbero sorgere centri deputati alla produzione del compost che potrà, in seguito, essere impiegato come fonte energetica.
Per tale regione la giunta regionale ha pubblicato sul sito ufficiale della Regione Puglia la Procedura per la presentazione di proposte d’interventi per la realizzazione di impianti per la produzione di compost (Bollettino Ufficiale della Regione Puglia – n. 118 del 27-07-2011). La deliberazione regionale, rientrante nel Programma Operativo FESR 2007-2013, è stato approvata lo scorso 12 luglio dal Segretario della Giunta Romano Donno e dal Presidente della Giunta Nichi Vendola, sulla base dell’istruttoria espletata dal competente Servizio, ossia dall’assistenza tecnica al P.O. FESR ing. Davide Del Re, dal responsabile dell’azione 2.5.2 ing. Domenico Lovascio e confermata dal responsabile della linea 2.5 dott. Giovanni Campobasso dirigente del Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica.
La Puglia, per la sua notevole estensione costiera, è maggiormente esposta al fenomeno dello spiaggiamento della Posidonia oceanica, aspetto differente da un ambito costiero ad un altro, riconosciuti i diversi caratteri ambientali di ciascuno. L’esubero di tale alga, d’altra parte, necessita di una gestione dedicata, così da ridurre il disagio dei cittadini, dei bagnanti e dei gestori degli stabilimenti balneari.
Per tale ragione i Comuni di Manfredonia, Bari, Mola di Bari, Ugento, in quanto territori interessati maggiormente dall’accumulo di Posidonia spiaggiata, sono tra i siti papabili al progetto, in quanto non presentano impiantistica pubblico/privata per il relativo recupero e riutilizzo a fini energetici. Dal Burp risulta, inoltre, che il Sindaco di Ugento Eugenio Ozza ha manifestato particolare interesse a realizzare un impianto per la produzione di compost di qualità, precisando che il piano di ambito prevedeva la riconversione dell’impianto di prima lavorazione dei materiali da raccolta differenziata esistente, in un impianto di digestione anaerobica con annesso compostaggio.
Per quanto riguarda il Comune di Manfredonia, si legge nel Bollettino dello scorso 27 luglio, è prevista la possibile realizzazione di un impianto simile, ma di potenzialità inferiore e ha previsto, a fronte di un costo di investimento di 10 mln di euro, un contributo finanziario di 3 mln. “Gli impianti proposti dall’ATO BA/5 e dal Comune di Manfredonia, – si legge – in quanto complessi, hanno elevati costi di investimento per cui si ritiene congruo mettere a disposizione dei soggetti beneficiari, in questa prima fase, un contributo pubblico pari a 9 M euro a valersi sui fondi FESR 2007-2013”.
Nel frattempo, come già riportato in precedenza, si sono intensificate alla Regione Puglia le richieste di realizzazioni di impianti a biomasse nel territorio che, in base alle normative italiane in disaccordo con le disposizioni CEE, possono anche bruciare il Combustibile Derivante da Rifiuti (CDR). Dopo il cosiddetto “Inceneritore Marcegaglia” in agro di Manfredonia (Fg) che potrebbe essere inaugurato già per questa estate, la Società Agritre ha fatto sapere di aver depositato presso la Provincia di Foggia un’istanza di procedura coordinata di Valutazione di Impatto Ambientale e di Autorizzazione Integrata Ambientale riguardante la realizzazione di un impianto di cogenerazione della potenza di 25,2 MW alimentato da biomasse vegetali solide da filiera corta, sito nel comune di Sant’Agata di Puglia (FG), con SSE in agro di Deliceto (FG), località Piani Amendola. E non sarebbe il primo caso in cui un progetto di un impianto a biomasse si trasformi, strada facendo, in un termo distruttore di rifiuti.
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