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Caroppo: piano paesaggistico, revocare il provvedimento

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
28 Agosto 2013
Politica //

Andrea Caroppo consigliere regionale de "La Puglia prima di tutto" (st)
Bari – “HO troppa stima per Angela Barbanente per pensare che varare in pieno agosto il Piano paesaggistico sia stato un escamotage per boicottare le doverose verifiche di chiunque. Tanto più però queste verifiche si rivelano necessarie a fronte di un primo esame del documento in questione, da cui si evidenziano effetti devastanti che potrebbero sortirne per quel che resta dell’economia pugliese e che per di più sono già in atto attraverso le norme di salvaguardia, postulando la necessità non tanto di una proroga dei termini per le osservazioni, quanto di una revoca dei provvedimenti assunti perché si possano discutere al netto di danni già operanti”. Lo dice in una nota il consigliere regionale de “La Puglia Prima di Tutto” Andrea Caroppo.

“1) Il Piano sembra avere un impatto economico devastante sia per il pubblico che per il privato, a seguito della perdita immotivata della vocazione edificatoria e/o industriale di molte aree con conseguente svilimento o addirittura azzeramento del valore, e quindi anche dei pubblici introiti tramite IMU, di aree pur già tipizzate da strumenti urbanistici vigenti, talora anche recenti ed approvati dalla stessa Regione a seguito di approfondita Valutazione Ambientale Strategica (VAS)”.

“2) Il Piano individua boschi in aree urbane e giardini privati ed aziendali anche di limitatissime dimensioni”. “3) Il Piano individua aree a pascolo in aree urbane e giardini privati ed aziendali anche di limitatissime dimensioni e comunque ove il pascolo non è nemmeno ipotizzabile (aree tipizzate Aree A, B o C da strumenti urbanistici vigenti), ipotizzando evidentemente un tenero quanto improbabile ritorno alle agresti glorie della pastorizia”.

“4) Il Piano impone vincoli sproporzionati rispetto al valore paesaggistico da tutelare (vedansi le suddette aree a pascolo, peraltro prive di ogni vocazione specifica) che divengono del tutto inedificabili anche se ubicate in zone industriali o urbane”.

“5) L’intero Piano è basato su foto satellitari ed aeree datate (anno 2006) e non più attuali né corrispondenti alla realtà dei luoghi; 6) L’intero Piano è basato su ”fotointerpretazione” della cartografia a larga scala di cui al punto precedente. Detta “interpretazione” non corrisponde alla realtà dei luoghi”.

“7) Il Piano individua e definisce “zone filtro” basate su semplici fattori di distanza dal bene da tutelare, senza tener conto delle reali situazioni locali e/o dell’esistenza di barriere naturali e/o artificiali imponendo, anche per le zone filtro, vincoli spropositati rispetto ai beni da tutelare”.

“In attesa di ulteriori constatazioni, credo si possa già ampiamente affermare che un Piano siffatto costituirebbe una sorta di colpo di grazia per la ripresa di un qualche sviluppo economico dei nostri territori, tanto più grave vista la drammaticità delle condizioni occupazionali ed il crollo già in atto della nostra complessiva competitività. Di qui la necessità – ripeto – non tanto di prorogare, magari perfino tacitamente come vorrebbe fare l’assessore, i termini per la presentazione di osservazioni, quanto di revocare i provvedimenti assunti, che stanno già apportando gravi ostacoli alla crescita socio-economica delle nostre comunità, totalmente sconfessando quella priorità del lavoro di cui pure il nostro Governatore si riempie, mai tanto arbitrariamente, la bocca”.

Redazione Stato

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