Questa scheda è spoiler-free: nel rispetto del lettore vergine della visione del film verranno isolate, nell’arco della recensione, eventuali rivelazioni critiche di trama (spoiler) su note a piè pagina, oltre a essere suggerito, a fine articolo, un indice della presenza di punti sensibili nell’opera il cui svelamento accidentale possa incidere su una sua corretta fruizione
Titolo originale: Captain America: The Winter Soldier
Nazione: Stati Uniti
Genere: azione, avventura, fantastico
MENO penalizzato del precedente capitolo dalla distribuzione italiana – uscì a luglio -, il sequel de Il primo Vendicatore giunge nelle sale in 2D e 3D in un periodo ancora fertile per le sale cinematografiche. Al timone i fratelli Russo, che provano a tenere alto il livello tecnico del prodotto per non farlo sfigurare di fronte ad altri blockbuster a colpi di supereroi.
Captain America – nei panni civili Steve Rogers – si trova a dover fronteggiare un’inattesa infiltrazione dell’HYDRA, che lo vedrà ricercato e isolato contro quasi tutti i membri del gruppo S.H.I.E.L.D. Un misterioso personaggio, chiamato “il soldato d’inverno”, sarà la feroce nemesi che gli ostacolerà il cammino.
Laddove il primo titolo della serie sembrava aver preso una piega tiepida ma vagamente nuova nella trattazione, non sbruffona, quasi più disneyana nell’educazione con cui raccontava le vicende dell’eroe americano, con questo nuovo capitolo si torna sugli standard tipici del moderno blockbuster, pregi e difetti annessi. Effettistica, dinamicità, rumorosità, vuotezza di sceneggiatura, pochezza di soggetto, interpretazioni senza nerbo. Via, dunque, il garbo composto che non disprezza la tecnica e giù di nuovo nel fracasso assordante dell’effettistica, che ti addormenta per due ore come in una discoteca.
Sia chiaro, il garbo de Il primo Vendicatore non era il garbo dello Spiderman di Raimi, e risultava infine in un tepore noioso, appunto di quella matrice marcia disneyana che non convince ma allo stesso tempo non offende. Preferibile ai risultati di The Winter Soldier?
No, non siamo di fronte ai peggiori risultati dei Transformers di Michael Bay, ed anche nel ramo “americanate” qualche distinguo è dovuto, soprattutto per il lavoro dei fratelli Russo. Assodati i punti deboli, tutti sul fronte strettamente narrativo e interpretativo – ahinoi i più importanti -, The Winter Soldier conserva una discreta dignità sul fronte action. I combattimenti e le dinamiche d’azione sono ben condotte, a tratti molto bene, con montaggi e soluzioni d’idee nient’affatto disprezzabili e, in alcuni casi, entusiasmanti. Nella prima sequenza importante, sulla nave, l’irruzione di Captain America è affascinante, dotata di ottime riprese finanche dal fronte visivo fumettistico (il supereroe che corre e travolge) e il tutto si trasforma in una danza perfettamente ritmata e coinvolgente. Non sarà neanche l’unico momento nella pellicola di cui deliziarsi, seppur in alcuni frangenti (pochi) la mano dei Russo scivoli in esagerazioni incompatibili anche con il genere fantastico, con risultati infastidenti per mancanza di credibilità.
E’ di certo elencabile tra i pregi l’affascinante antagonista, per disegno e ferocia, ottimamente inserito nelle dinamiche d’azione, con le quali forma un duetto pregevole per ritmo e coinvolgimento. Peccato esser stati costretti a vederlo anche senza maschera, per un volto poco adatto che abbatte in pochi secondi la mitizzazione del male.
The Winter Soldier è un usa e getta, e se lo si usa bene si può anche gettarlo senza troppi rimpianti, ma quest’uso indegno e commerciale dei supereroi è a dir poco irritante.
E’ davvero così difficile dar loro una giusta dignità?
Valutazione: 6/10
Spoiler: 6/10
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