La Procura di Parma ha chiesto l’incarcerazione di Chiara, la 21enne accusata di aver portato a termine due gravidanze in segreto, ucciso i propri neonati e seppellito i corpi nel giardino di casa. Attualmente agli arresti domiciliari su disposizione del giudice per le indagini preliminari, Chiara è accusata di omicidio. Tuttavia, la Procura ritiene che debba essere trasferita in carcere. Il Procuratore Alfonso D’Avino, in un’intervista rilasciata a La Repubblica, ha spiegato le ragioni di questa richiesta.
“Chiedo solo che venga applicata la legge – ha dichiarato D’Avino –. Si tratta di una donna con una pericolosità sociale che potrebbe commettere altri reati. Questo non è un nostro giudizio, ma una presunzione di legge. Per l’omicidio è prevista la custodia cautelare in carcere, a meno che non si dimostri l’assenza di esigenze cautelari. Riteniamo che le motivazioni del giudice non siano sufficienti: i genitori non sono in grado di vigilare adeguatamente, poiché non si erano accorti di ciò che avveniva nella loro stessa casa”.
Il Procuratore ha inoltre specificato che, anche nel caso fosse stato applicato il braccialetto elettronico, la Procura avrebbe comunque presentato ricorso. “Il principio è lo stesso. Il braccialetto è un sistema di controllo aggiuntivo, ma la legge richiede che vengano forniti fatti concreti per superare la presunzione di necessità del carcere. Noi riteniamo che il giudice si sia basato solo su ipotesi e supposizioni”.
Chiara non ha chiesto di essere nuovamente interrogata dopo il primo interrogatorio, durante il quale ha scelto di non rispondere alle domande. Le indagini proseguono per chiarire le circostanze della sua prima gravidanza e dell’omicidio del 12 maggio 2023, evento ancora avvolto nel mistero. “Siamo nelle fasi conclusive delle indagini – ha dichiarato D’Avino –. Al momento, sembra che Chiara abbia agito completamente da sola e che nessuno fosse a conoscenza della sua gravidanza. Anche se sembra incredibile, è ciò che emerge finora dall’inchiesta”.