Foggia, 02/07/2021 – (ilfattoquotidiano) Ai concorsi indetti dalle università italiane non possono partecipare i parenti dei membri del Cda dell’ateneo, ma possono farlo gli stessi componenti del Cda.
È quanto emerge dall’esito di un procedimento penale nei confronti di due docenti dell’ateneo di Foggia, concluso nei giorni scorsi con il loro proscioglimento. A monte della vicenda c’è la riforma Gelmini del 2010, che ha sancito il divieto, per i parenti fino al quarto grado, di prendere parte all’iter procedurale per l’assunzione o la chiamata di un’università.
La norma recita: “In ogni caso, ai procedimenti per la chiamata (…) non possono partecipare coloro che abbiano un grado di parentela o di affinità, fino al quarto grado compreso, con un professore appartenente al dipartimento o alla struttura che effettua la chiamata ovvero con il rettore, il direttore generale o un componente del consiglio di amministrazione dell’ateneo. Niente più parentopoli, insomma. Quella norma, però, non vieta esplicitamente la partecipazione agli stessi membri del cda. E in diverse parti d’Italia la vicenda è stata sollevata dinanzi ai tribunali amministrativi, con esiti contrastanti. (ilfatoquotidiano)