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Voto a 16 anni? No grazie, resta sospetto il tempismo della proposta

AUTORE:
Maria Teresa Perrino
PUBBLICATO IL:
2 Ottobre 2019
Cronaca // Editoriali //

Il Governo Conte2 ha pensato, nelle persone dei rappresentanti Pd e 5MS, di abbassare l’età per votare a 16 anni invece dei 18 che servono per accedere alle elezioni per la Camera dei Deputati.
Sul web si è registrato un coro numeroso di no. La televisione non ha insistito più di tanto, salvo far capire – da alcune strisce – che la proposta è ancora valida.
Resta sospetto il tempismo della proposta: si verifica infatti subito la manifestazione per il Friday for Future, che ha recentemente visto la presenza di molti giovani di tutto il mondo scendere in piazza al seguito di Greta Thunberg, la sedicenne svedese che ha iniziato in solitaria una battaglia contro la degenerazione del clima sul pianeta e che ora si ritrova un seguito immenso.

Sembra una proposta furbesca per guadagnare al consenso elettorale un elettorato prima di qualche settimana fa non previsto e insospettabile. Che avrebbe dato buona prova di sé, proprio scendendo in piazza con spirito critico verso le politiche finora perseguite in tema di clima. Le notizie di ghiacciai in ritirata, di desertificazioni in costante avanzata supportano tali preoccupazioni nell’animo dei giovani contestatori. E il fatto che a preoccuparsene in prima linea siano stati giovani adolescenti depone a favore di una loro maturità spendibile anche in politica.
Anche perché paragoni sono stati fatti anche nei numeri decisamente alti dei partecipanti alle manifestazioni sessantottesche impresse nella memoria collettiva.

Gli adolescenti in formazione

Molte però sono anche le riserve a questa proposta. La personalità degli adolescenti è ancora in formazione. L’adolescenza è quel periodo della vita in cui il corpo si consolida e si struttura in tutte le sue componenti in maniera definitiva e il processo ingloba anche il cervello.

Nel frattempo l’adolescente sperimenta prove tecniche di autonomia: si allontana, simbolicamente, dalla famiglia con l’ingresso nella scuola di grado superiore; inizia una vita sociale staccata da quella della cerchia degli amici di famiglia e degli amichetti all’interno di questa cerchia; scopre il piacere di una vita autonoma, piacere che sperimenta anche in casa, sottraendosi al controllo con cui i genitori ingenuamente continuano a monitorare la loro vita come sono abituati a fare dalla nascita. “Che avete fatto a scuola?” Niente ! “Come è andata?” Bene ! E con queste risposte standard si tenta di far capire ai genitori che l’aria in casa è cambiata. Prove tecniche di autonomia anche negli spazi in casa: le porte che prima restavano sempre aperte al passaggio dei genitori adesso restano implacabilmente chiuse, così come un fatto personale è l’uso di quella “protesi della mano” che è diventato lo smartphone, di fatto inaccessibile ad ogni forma di controllo degli adulti.
La famiglia non è più il modello esclusivo da seguire. Subentrano altri maestri, spesso individuati nei docenti. Ma la famiglia resta la zona di rientro nei momenti particolari in cui si ha il bisogno di ritrovare il calore e il conforto se le cose non vanno proprio bene.

Le parole di Manzoni

L’autonomia nella sicurezza: questa è la bellezza della fase dell’adolescenza. Perché è possibile anche l’incontro con i cattivi maestri, che Manzoni attesta talvolta essere addirittura i propri genitori. Per fortuna, non sempre. Ma intanto restano indelebili le parole con cui ritrae, con una analisi spettacolare, i pregi e i limiti dell’adolescenza.
“Vi sono dei momenti in cui l’animo, particolarmente de’ giovani, è disposto in maniera che ogni poco di istanza (insistenza, ndr.) basta a ottenerne ogni cosa che abbia un’apparenza di bene e di sacrificio: come un fiore appena sbocciato, s’abbandona mollemente sul suo fragile stelo, pronto a concedere le sue fragranze alla prima aria che gli aliti intorno”. Ci troviamo all’inizio del cap. X de I Promessi Sposi, in cui l’autore narra la manipolazione emotiva cui viene sottoposta da ragazzina la futura monaca di Monza, per la quale il Padre ha implacabilmente deciso la monacazione e alla fine la ottiene. E la piccola Gertrude è come un fiore il cui stelo si volge nella direzione in cui spira il vento, non avendo ancora una struttura di base forte. Similitudine potente, che dipinge l’entusiasmo della adolescenza di cui gli adulti possono farsi profittatori. Invece, aggiunge Manzoni, questa età nel pieno della crescita merita un rispetto assoluto, privo di ogni calcolo astuto.
Dunque si può presumere che di questi milioni di giovani che hanno sfilato preoccupati per le sorti del Pianeta, crescendo, molti manterranno intatte le loro idee mentre altri potranno deporre questo interesse, di cui si può dire che è sicuramente forte oggi o solo oggi.
Che fine hanno fatto, se ci pensiamo bene, le generazioni che hanno reso possibile la ribellione del ’68? Molti di loro sono rientrati nel sistema, non senza problemi … ma questa è un’altra storia.

Il carisma degli adulti

Per rimanere sempre sul tema della manipolazione che facilmente si può fare dei giovani, è bene ricordare come a scuola si deve parlare di educazione alla cittadinanza responsabile ma mai di politica nel senso concreto di esaltazione o denigrazione di questo o di quel partito. Un educatore adulto fornito del necessario carisma potrebbe facilmente fare operazioni di lavaggio del cervello, senza che il giovane se ne renda conto. E in questa età così speciale arriva un altro ammonimento, qui sul web (M.C.), con cui si ricorda una pagina de La fattoria degli animali di George Orwell, nella quale si ricordano i cuccioli di cane cresciuti per essere i futuri custodi della nuova costituzione. Cuccioli sottratti alla madre e allevati per questo solo scopo: essere i guardiani implacabili che il nuovo assetto politico non riceva mai modifiche.

La letteratura e il buon senso, dunque, che nascono dalla conoscenza delle scienze sociali e dall’esperienza, spingono a riflettere bene su questa proposta di legge. La fretta è talvolta cattiva consigliera. Meglio un voto in meno ottenuto da un diciottenne che un voto incerto ottenuto due anni prima, con i rischi che l’incertezza reca con sé.

1 commenti su "Voto a 16 anni? No grazie, resta sospetto il tempismo della proposta"

  1. Forse si vorrebbe far scoltare maggiormente le problematiche dei minorenni, troppo soffocati da un sistema formato da gente più grande di età che se da un lato tutela una tale età dalle mancate conoscenze ed esperienze, ad oggi sembra non sia ancora in grado di permettere l’oppoeruna libertà di crescita e di vita. Si cerca in tutti i modi di burocratizzare anche la famiglia come lo Stato, decentralizzando anche le figure genitoriale…ma è difficilissimo…le dinamiche familiari, quasi alla base delle conseguenze societarie, sono più articolate di ciò che psicoanalisi e psicologia, ad oggi, sono in grado si spiegare in termini individualistici…Già primo problema dell’età: come può fare ad avere la sua individualità se non ha risorse economiche? Altre problematiche…ricercare i soldi non solo per sistemarsi ma per sperimentare i rapporti…Non ce ne sono neanche per i problemi a volte…
    L’età decisionale dovrebbe essere forse alzata a i 30-40 per come si vive oggi, dando spazio alla comunicazione per gl’altri…Ma si ha la forza e la consapevolezza societaria per spostare un tal confine?Oggi c’è gente che anche in anziana età non è ancora consapevole di tutte le dinamiche del reale…Una gioventù se non un’adolescenza? Vorrebbe una società già fatta e formata…e dove stà? Qui sembra da poco passata l’epoca del boom economico (una battuta). L’adolescenza e la gioventù vogliono tutti i diritti…Non li possono vivere neanche gl’adulti…E soprattutto non possono far tutto loro…la società deve funzionare…Non scrivo al momento in merito…Qui ogni qualvolta dagl’uffici è in azione una giovane età, non solosono litigi…c’è mancanza di conoscenza anche dello stesso sistema che si vive…è troppa la difficoltà…Poi, con il rispetto dovuto, con le scuole che ci ritroviamo…Una confusione totale…arrivare a terminare dei programmi ministeriali a prescindere dell’effettiva educazione alla vita del soggetto agente. Ma…a cosa serve sapere che nel passato tutti usavano la forma della lettera per comunicare se poi non la si sà scrivere…A che serve conoscere a memoria l’intera storia in programma se poi non si sanno leggere i tempi presenti…Se quando finisci devi ancora cominciare…Comunque più che legittima la richiesta di maggiore libertà societaria…ma si studi bene il come…A volte sembra che si pagano troppe tasse universitrie perchè della vita ne sà più lo studente e nel tornare indietro alle sue conoscenze, non può che perdere soldi…Si specializza in un settore, ma non sà mantere i rapporti con la gente…Dovresti essere tra i più ascoltati, ma non sai comportarti neanche in famiglia…Poi, i problemi esistenziali…
    Tra fede e diritti…
    Grazie.

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