MANFREDONIA (FOGGIA) – Mentre è già tutto pronto per la ripresa delle proiezioni dal vivo che si terranno, come di consueto, presso La Traccia Nascosta – Sound Recording Studio a partire dal prossimo 6 ottobre, ecco a voi la lista dei vincitori di questa sessione piuttosto combattuta, una sessione con un livello così alto che, per la prima volta, registriamo un ex aequo come “film della stagione”.
Ecco a voi i vincitori:
Di seguito raccogliamo le impressioni della critica sulla selezione ufficiale.
Temporal Portrait III – Alessandra di Ilaria Pezone
Attraverso frammenti in questo ritratto viene fuori la dimensione specifica dell’essere artista. La ricerca, il senso della ricerca, la curiosità, con tutto il corredo di insicurezze, incertezze e interrogativi di cosa sortirà dalla ricerca stessa e di dove si arriverà a piantare un primo paletto estetico di consapevolezza/stupore. (Antonio Del Nobile)
Ritratto emotivo d’artista riuscito. Si entra, si prende una tisana, si va sul set e poi si saluta senza percepire la minima invasività o voyerismo. Il documentario ha un semplicità narrativa frutto di tanto esercizio a togliere, la regista conosce bene come funziona e sfrutta a vantaggio del ritratto informale anche riprese che in altri contesti sarebbero semplicemente scartate. Una scelta autoriale di carattere. (Luigi Starace)
Un atto creativo che attraversa altri atti creeativi (Anna Troiano)
Woiwode – Of Hope and Pain: The Memories of a Survivor di Maik Giessler
Per non dimenticare!
Credo sia importante utilizzare lo strumento cinematografico per dare vita continua a momenti e fatti della storia che ancora oggi sono importanti e significativi per la vita di ognuno di noi.
Emotivamente forti tanti momenti.
Non disturbano i passaggi dal bianco e nero al colori, dalle immagini in movimento alle fotografie…anzi!
Il volto ormai invecchiato e la voce piena di emozione e ricordi del protagonista narratore ha aggiunto un importante valore emotivo al film.(Anna Troiano)
Mokumentary sulla insensatezza della guerra. Forse per le scuole dovrebbe essere 13+. Il mestiere c’è e anche il tema universale. (Luigi Starace)
The Sheperd di Ilya Plyusnin
Spassoso ed eccellente in tutte le sue parti, mostra una regia solida e molto ironica, un ritmo serrato e preciso, un interprete azzeccatissimo che andrebbe premiato per la capacità troppo spesso dimenticata di utilizzare il corpo nella sua interpretazione (Vincenzo Totaro)
Gli aspetti tecnici quali musiche, fotografia, tempi di montaggio ecc… sono tutti di gran pregio e meritevoli di premio, ma l’aspetto che più mi ha colpito è come la “semplicità “ del racconto sia così efficace e capace di farci immedesimare nel protagonista. Chi non ha mai fantasticato ad occhi aperti credendosi capace di qualsiasi cosa? Capace di ribaltare situazioni, capace di teletrasportarsi o volare, capace di mollare tutto e ricominciare…(Giuseppe De Salvia)
The River di Joseph Paul Alvarado
Uno dei lavori con la sezione audio meglio curata.
Dal meticoloso utilizzo del foleying ai suoni di background ambientali, tutto mixato con equilibrio e in grado di mescolarsi alle immagini. Le musiche lasciano spazio ad effetti audio complessi e ricercati, tanto suggestivi quanto le immagini. (Giuseppe De Salvia)
Un lavoro cerebrale che ha diversi motivi di interesse. Stilisticamente recupera elementi (tematici e stilistici) dal cinema di Cronemberg, Lynch e Aronofsky volgendoli in una chiave originale e creativa. Ottimo l’utilizzo del sound e degli elementi ed effetti con segno psichedeloco/patologico. Andrebbe visto senza tentare di decifrare il simbolismo che potrebbe starci dietro (il pesce geneticamente modificato, per esempio) e guardarlo con un approccio “sensoriale”. (Vincenzo Totaro)
Marcie Hernandez – Easy On Me di Trish Denton
Il calore della luce e dei colori accesi ma sfocati, il ritmo lento della musica accompagna un viaggio alla ricerca della pace interiore ma in intima unione con la terra. Bello per alcuni aspetti ma lo avrei preferito più emozionale. (Maria Grazia Trotta)
Lake of Dreams di Axel Werner
L’amore travolgente di un’uomo che fugge dai suoi demoni e danza verso la sua donna guidato dalla passione. Un video che racchiude tutte le arti con eleganza. (Maria Grazia Trotta)
Moonlight Sonata by Hélène Grimaud di Gordon David Pepper
Le note di Beethoven vibrano e increspano l’acqua, mentre i riflessi ci regalano una realtà distorta e surreale quasi ipnotica. (Maria Grazia Trotta)
Il Binario Morto di Antonio Maciocco
Un’idea di tutto rispetto, sviluppata in modo un pochino prevedibile e tutto sommato convenzionale, ma che riesce ad innescare fantasie e riflessioni sulla dicotomia/ contrapposizione vita metropolitana (qui solo intuibile dal racconto del ragazzo) e vita agreste (presuntamente perduta ma recuperabile). Due spunti davvero interessanti li ho trovati nelle biografie dei due personaggi autoctoni. (Antonio Del Nobile)
Il film parla di rinascita, di scoperte, di leggerezza, di incontri e relazioni create, di sogni altrui che diventano condivisi e di bellezza di ciò che è diverso da sé.
bellissima la scelta della scena in cui i due protagonisti parlano sulla panchina nella sala d’attesa della vecchia stazione.
L’attesa è un altro concetto sviluppato in un modo molto interessante; l’attesa in un tempo più lento e dilatato. (Anna Troiano)
The Troxler Effect di Daryl Sparkes
Musiche di stampo classico bellissime.
Non fanno solo da accompagnamento ad immagini mute, ma ne trasmettono anche le dinamiche scandendo talvolta i movimenti di persone e oggetti, attraverso la tecnica del Mickey Mousing, utilizzata appunto per i corti di Topolino e dai quali prende esempio e ispirazione l’intera colonna sonora. (Giuseppe De Salvia)
Operazione cinematografica che offre molti punti di riflessione sul mondo delle immagini. Prima dell’avvento delle pellicole a colori, la gente sognava in bianco e nero, questo è documentato. Con l’avvento del colore la gente ha cominciato a sognare a colori. Cinema e Psicoanalisi sono nati con un anno di distanza e in effetti sono fra le due grandi strutture di pensiero del singolo e di massa del 900. La filologia del lavoro quindi porta a tante riflessioni fuori dal cinema in senso stretto. (Luigi Starace)
Una riflessione sulla modernità attraverso un’operazione filologicamente meravigliosa. Girato con una vera Cine-kodak 16mm del 1923 un film muto in piena regola, eccellenti le musiche. Meraviglia! (Vincenzo Totaro)
When Autumn Comes di Christopher Jacobs
Questo film è una vera gemma rara. La scelta 4/3 fa concentrare sui personaggi e sul loro intimo, l’uso di poche inquadrature fisse e senza cambi di fuoco e i tagli scelti, che in alcuni momenti che escludono i personaggi dall’inquadratura classica, risucchiano lo spettatore nel quadro come se fosse fisicamente in un qualche angolino del fotogramma a spiare la storia di queste persone nel mondo reale. Geniale la divisione in due parti, perfettamente simmetriche, dell’inquadratura nella quale Maria va per la prima volta a cercare Ana a casa sua creando uno iato visivo oltre che narrativo nel film e nella sua esistenza.(Antonio Universi)
Molte inquadrature insolite e trovate originali che ti fanno sentire in alcune occasioni una comparsa che assiste alle vicende da una posizione privilegiata e nascosta. Gli attori protagonisti sono molto bravi. Alcune scene le trovo poetiche, come ad esempio, quella del karaoke iniziale e l’attesa di lui e successivo arrivo di lei. (Adriano Santoro)
The Disappearance of Evelin Gale di Jan Fabris
Un triangolo di relazioni che vanno su e giù nel tempo psichico dei protagonisti. Ottima la protagonista, con grande presenza scenica.(Antonio Del Nobile)
Un film compatto e realizzato con eleganza e con un’idea legata più al cinema moderno che contemporaneo… riferimenti alti (il poster de La notte di Antonioni appeso in casa, il titolo che richiama La scomparsa di Eleanor Rygby). (Vincenzo Totaro)
Lonely Season di Hamid Reza Mahmoudi Mehrizi
La parabola di vita quasi completa di una donna, potrebbe essere stata una donna italiana del sud del dopoguerra, sintetizzata con intensità in poco piu di dieci minuti. Se fosse stato un lavoro italiano probabilmente l’avrebbero definito come post neorealista. Non perchè sia una tematica desueta, ma perchè forse il neorealismo italiano ha saputo vedere , anzi leggere fra il caos dei tempi di ricostruzione e ricerca di identità, le relazioni e le motivazioni di uomini e donne. Il cortometraggio ha una intensità costante per tutta la sua durata, passando dal dramma della povertà della donan caregiver a quello della povertà degli affetti della donna tradita. In poco piu di 10 minuti il regista è riuscito a creare un contesto, trasmetterlo e renderlo empatico allo spettatore: pregio che va apprezzato. (Luigi Starace)
Tracce di Rocco di Marina Resta
Un racconto di di ieri e di oggi, con un respiro sempre attuale, anche nelle immagini di “ieri”. Un laboro ben fatto con una narrazione “fresca” e “pulita”.(Anna Troiano)
Bellissimo documento. Asciutto e senza fronzoli. L’autrice ha cercato l’autenticità della Lucania e dei suoi abitanti attraverso il confronto temporale. Riuscendo nella impresa di raccontare e risvegliare temi perenni dell’umanità: il rapporto del popolo con il potere, il lavoro, l’equità, la dignità delle classi lavoratrici, Temi che il progressivo istupidimento collettivo rischiano di scomparire dalla coscienza delle masse. (Antonio Del Nobile)
Viaggiare nel tempo e negli archivi sulle tracce di una personalità scomparsa troppo presto è un po’ il testo e un po’ il pretesto per viaggiare nella Lucania di ieri e di oggi attraverso un uso consapevole del materiale di repertorio e un sottile e preciso lavoro di montaggio, ciò che resta, stranamente negli occhi dello spettatore è un concetto; quello di TEMPO. Sembra precisamente un film sul tempo. (Vincenzo Totaro)
Amourgh di Mohsen Ghezel
Idea molto originale. Notevole la performance dell’attore protagonista nella sua mutazione! (Anna Troiano)
Un lavoro ben fatto, ottimi gli attori. (Antonio Universi)
Termite di Tathagata Bhowmik
Un bel film, la storia è originale e grottesca, il dosaggio dell’accompagnamento musicale è perfetto, azzeccata l’idea di amplificare i rumori del cibarsi per il nervosismo, debordante (in senso buono) la performance del protagonista. Più che adeguata la fotografia, un lavoro veramente in punta di luce, quasi impercettibile in perfetta contiguità col racconto. (Antonio Universi)
Il cambiamento! Stare seduti ad osservare che intorno a sé il mondo cambia…svolgendo quotidianamente le stesse azioni, nello stesso modo. Scegliere di parlare di libri, del loro acquisto e dei luoghi fisici e virtuali dove cercarli, l’ho trovato originale e significativo.
Anche la scelta del libro L”Alchimista” è interessante…è una favola o la realtà?
Lo stesso film può sembrare una fiaba grottesca… lo é davvero? Oppure è realtà?
L’utilizzo narrativo dei suoni ha esaltato molte scene dando loro delle sfumature di colore molto interessanti.(ANna Troiano)
Film esagerato sotto tutti i punti di vista, sarebbe opportuno classificarlo come dramedy con almeno un paio di sequenze cult (la prima all’interno dell’Oxford Bookstore di carattere chiaramente comico e la seconda quando il papà strappa il libro che stava leggendo sua figlia e che raggiunge la comicità sinstra di Lynch in Twin Peaks 3). La chiave del grottesco è quella giusta per leggere questa parabola anticapitalista in chiave bibliotecaria. (Vincenzo Totaro)
The Dance di Beatrice Frankenstein
Considerato come un lavoro a se stante quindi non in confronto con tanti altri lavori analoghi sul disagio psicologico adolescenziale, il cortometraggio fa buona leva su uno dei problemi principali del bullismo e dello shaming: sentirsi vittime e non protagonisti della propria vita. L’arte come viatico di riscatto e conoscenza del se è uno dei pochi punti di appoggio su cui oggi si riesce a far leva, appunto. Il cortometraggio funziona, ha una sua narrativa, anche senza musica.(Luigi Starace)
knife, Chocolate di Hooshmand Varaei
Mi ha colpito il lavorare su piani prospettici ben definiti che tagliano proprio come un coltello lo spazio visivo, di azione e relazione. La porta aperta che si intravede al di fuori della tenda davanti alla quale il protagonista ne ostruisce in qualche modo il passaggio. i personaggi femminili rimarranno comunque nella parte buia anche quando oltrepassano la tenda. (Anna Troiano)
Tematica che 30 anni fa ha portato al successo la “commedia drammatica” italiana: possesso e gelosia evidentemente sono internazionali. Cosi come lo è il miglior modo di approcciare queste tematiche: il grottesco. A riguardo l’interpretazione maschile rende il sociopatico molto efficacemente… (Luigi Starace)
Fonte: ordetv.blogspot.com