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Demolizione Torri di Prilling, con partenza a Natale si terminerà nel giugno 2012 (V)

AUTORE:
Giuseppe de Filippo
PUBBLICATO IL:
2 Dicembre 2011
Manfredonia //

Interno Torre di Prilling, Isola 5, area ex Enichem (prima torre: 19 per 70 metri di diametro per altezza ,ST)
Manfredonia – DEMOLIZIONE Torri di Prilling ( Focus lavori, incontri, riunioni, rimostranze Gruppo Sangalli): ancora attesa per la partenza dei lavori a circa un mese (14 novembre) dalla data prevista per l’attivazione delle opere. I problemi principali sarebbero derivati dalla manutenzione della gru utile per lo sgretolamento delle torri. In base a quanto emerso, le opere per la demolizione dei due manufatti siti nell’Isola 5 dell’area ex Enichem di Macchia/Monte Sant’Angelo dovrebbero iniziare prima delle festività natalizie. Secondo il cronoprogramma dei lavori pari a 6 mesi il tempo necessario per l’ultimazione della demolizione.


I precedenti incontri. I timori dell’imprenditore Sangalli
Come si ricorderà, il 12 ottobre si era svolta la riunione, nella sede di Syndial, per stabilire tempi, modi e metolodogie di sicurezza prima dell’abbattimento delle torri. Questo ricordando come i lavori per l’abbattimento delle due torri di Prilling (di 16 per 65 e 19 per 70 metri di diametro per altezza, utili, con il petrolchimico in funzione, per la solidificazione dell’urea liquida, dopo che nei cestelli granulometrici delle torri – tramite tubazioni – si solidificava per uscire sotto forma di sfere e da qui – tramite fori – nuovamente negli impianti attraverso nastri trasportatori fino ad arrivare nei magazzini) rientrano nelle “demolizioni delle opere civili connesse agli impianti ammoniaca urea già demoliti, siti nell’Isola 5 all’interno dello stabilimento Syndial”, DIA prot.6502 del 14.06.2011, partiti ufficialmente lo scorso 7 luglio 2011, dopo la riunione propedeutica del 14 giugno e le fasi di accantieramento del 23 giugno 2011. In particolare si fa riferimento ad una seconda fase dei lavori.

Dopo le numerose voci su un abbattimento tramite dinamite (ma con tutte le smentite del caso) si era parlato inizialmente di demolire le torri (in questa seconda fase dei lavori) tramite una gru con una pinza in azione dall’alto verso il basso dei manufatti. In seguito l’ipotesi della caduta cd programmata e i timori dell’imprenditore Sangalli – dell’omonima azienda produttrice di vetro – per le possibili ripercussioni delle vibrazioni sul forno di produzione. Dunque, con le ditte pronte per la demolizione, improvvisa retromarcia nel piano dei lavori. Così dopo la riunione del 12 ottobre alla presenza tra l’altro delle due amministrazioni comunali di Manfredonia e Monte Sant’Angelo, Moosmode Sas, sub-appaltatrici De Cristofaro srl, F.lli Omini spa, i responsabili Syndyal, il direttore dei lavori ing. Matteo Palumbo e il responsabile lavori e coordinamento sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione il dott. Ing. Domenichino Bisceglia , i responsabili della Sangalli Vetro di Manfredonia, il direttore amministrativo della Inside srl, il sindacalista della Filctem Cgil di Foggia Luigi Lauriola, il presidente dell’Asi Foggia on. Franco Mastroluca, il responsabile area dell’Asi Fg Marseglia M., il geoprospector prof. Alberto Quarto e Ruggiero Quarto, il geologo della Mosmode Biagio Ciuffreda, emersero le preoccupazioni di Sangalli per le possibili ripercussioni sul forno di produzione (possibile alterazioni causa ipotetico impatto su un impianto con un ciclo di vita di 12/14 anni, installato nel maggio 2002, con uno spessore che si sarebbe ridotto nel tempo e protetto, a riguardo, con una calotta di metallo. Un forno costituito da mattoni refrattari sovrapposti, un peso di circa 1300 tonnellate, con vetro fuso a 1600 gradi di temperatura e la presenza di un liquido dal quale deriverebbe la determinazione finale della materia prima). Preoccupazioni espresse prima della riunione odierna anche attraverso una lettera inviata ai vari responsabili e le istituzioni. Questo nonostante la ditta Mosmode sas (di Giuseppe Cannavale e c. di Crotone, committente ed affidataria dei lavori, già interessata alla prima fase dei lavori di demolizione, nel 2007-2008 con un Ati e l’Agecos dei f.lli Bonassisa) avesse sempre confidato in una risposta “strettamente tecnica” dell’azienda per “giustificare le ipotetiche ripercussioni sul forno di produzione”. Ma Sangalli – sospinto anche dal benestare delle due amministrazioni – aveva continuato a premere per una demolizione dall’alto “pezzo per pezzo”, come inizialmente ipotizzato. “Lo facciamo solo per il territorio – dice a Stato il responsabile della Mosmode G.Cannavale, riferendosi alla metolodogia per le demolizioni – non certo per la Manfredonia Vetro”.

Le relazioni del geotecnologo prof. Ruggero Quarto (su indicazioni delle imprese dei lavori) avevano invece accertato che non si sarebbero prodotte in alcun modo “vibrazioni significative” sul forno di produzione e comunque “inferiori” a qualsiasi scossa sismica ipotetica nell’area o nel circondario. Le attività di routine, dunque quotidiane all’interno della Sangalli – e dunque produzioni, passaggi di mezzi e camion nell’area dello stabilimento – produrrebbero delle vibrazioni – secondo gli studi del prof. R.Quarto – “comunque maggiori” rispetto a quelle che sarebbero state originate con la demolizione delle torri tramite la cd caduta programmata. Vale a dire: l’utilizzo di un escavatore telecomandato a distanza, senza operai e con un raggio di caduta di circa 100 metri, con dei tagli alla base delle colonne per originare uno sbaricentramento del manufatto in cemento armato e la successiva caduta delle torri.

Base due torri di Prilling Manfredonia (Isola 5, ST)
Oggi in Sangalli a Manfredonia ci lavorano circa 250 persone. L’azienda ha smentito comunque delle strumentalizzazioni per la chiusura. “Quando il ciclo vita di questo forno sarà terminato dovrebbe entrare in funzione il nuovo forno. Con possibilità di produzione possibile di altri 15 anni. Per il finanziamento si provvederà come in precedenza. Non lo so è prematuro, vedremo”. Una delle sensazioni emerse è anche quella di una presa di posizione dell’azienda trevigiana: mani avanti (con tutela per risarcimenti) nel caso di ripercussioni sul forno di produzione. E attesa. Ma le ditte appaltatrici, con responsabili della sicurezza, avrebbero giocato d’anticipo, in qualche modo “spiazzando” lo stesso imprenditore veneto. Passo indietro per le metodologie di demolizione: c’è rischio per l’azienda ? Allora torniamo alla soluzione preliminare. Con rischio pertanto (e danno) che “definitivamente scompare”. E così i lavori ora possono ricominciare.

Da notare – per attestare una palese confusione per la scelta di modi e tempi per abbattere due torri da anni dismesse nell’area – che proprio il 13 ottobre 2011, in base alle notizie emerse, il sindaco di Monte Sant’Angelo Ciliberti aveva emesso una sospensione cautelativa per l’efficacia della DIA, nella quale si ipotizzava la proposta oggi accettata di Sangalli: frantumazione delle torri con gru montata con demolizione pezzo dopo pezzo dall’alto. Senza nascondere una retromarcia paradossale, va segnalato come lo stesso 13 ottobre sarebbe stata ipotizzata la revoca della stessa sospensiva emanata (con la Mosmode ora impegnata per l’invio della documentazione necessaria).

Lavori nell'Isola 5 (Ph: ST)
I lavori. Dal cronoprogramma: partenza entro dicembre, termine a fine giugno. Grazie ad una gru sulla quale sarà montata una cesoia frantumatrice telecomandata a distanza – senza operai – le torri dovrebbero ora essere demolite, così evitando ripercussioni sull’impianto della Sangalli. I lavori dovrebbero partire entro dicembre (ma nessuna certezza considerando il continuo rimando per la partenza dei lavori): in precedenza la preparazione tramite il basamento del cemento armato e il montaggio della gru per l’abbattimento. In seguito i vari studi e calcoli per la seconda fase dei lavori.

Presenza arsenico. I responsi dell’Arpa tardano ad arrivare. Si ricorda che la preoccupazione per l’abbattimento delle torri – nonostante la problematica non sembrò emergere durante la riunione – resta anche quella delle presenza di polveri inquinanti post-abbattimento. Ovvero per il sollevamento delle stesse a seguito della demolizione delle torri. Si era in attesa della caratterizzazione del suolo e dei responsi dell’Arpa, che avrebbe già effettuato dei sondaggi (anche sulle polveri superficiali e non presenti nel suolo circostante, per verificare la possibile presenza di arsenico). Dei laboratori specializzati (privati) correlati alla svolgimento dei lavori avrebbero eseguito delle analisi – per conto degli appaltatori dei lavori – per rilevare la presenza di arsenico sulle pareti esterne delle torri. Le analisi farebbero riferimento a metà luglio (dunque con la partenza dei lavori), fine luglio, prima decade di agosto: la presenza di arsenico sarebbe risultata “non rilevante”. E i responsi dell’Arpa ? Anche in questo caso: ad oggi non pervenuti.

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g.defilippo@statoquotidiano.it@RR

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