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TRAGEDIA Morta in ascensore in Puglia, dalle porte aperte alla chiamata del padre: tutti i dubbi

Era certa di trovare la cabina dell'ascensore e ha fatto un volo di una quindicina di metri

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
3 Luglio 2024
Cronaca // L'inchiesta //

Era certa di trovare la cabina dell’ascensore e ha fatto un volo di una quindicina di metri. Così è morta Clelia, una ragazza di 25 anni di Fasano. Ma alcuni punti non tornano. Ricostruendo quanto accaduto prima dell’incidente, è stato chiarito che la giovane è tornata a casa verso mezzanotte tra domenica e lunedì. È entrata nell’appartamento pochissimo tempo, ha lasciato la borsa e stava per tornare giù con solo il cellulare. Ha spalancato la porta dell’ascensore ed è precipitata nel vuoto.

I punti da chiarire sulla morte della 25enne

Resta da chiarire perché Clelia stesse riscendendo con solo il telefono in mano. Se c’era qualcuno ad aspettarla, come mai non vedendola arrivare non ha avvisato nessuno o allertato i soccorsi?  Secondo quanto riferito dal padre, poco dopo mezzanotte la 25enne sarebbe salita al quarto piano nell’appartamento dove viveva rientrando in casa per lasciare la borsa e altri effetti personali. Poi avrebbe deciso di scendere nuovamente per salutare degli amici o per recuperare qualche oggetto che aveva dimenticato. E sarebbe stato in questo frangente, quando voleva tornare al piano terra pensando di poter utilizzare l’ascensore, che è caduta nel vuoto perché la cabina non sarebbe risalita. Altro dettaglio da analizzare è perché la cabina è scesa al primo piano pur essendoci la porta semiaperta al quarto. Un’inquilina del condominio avrebbe indirettamente confermato che l’ascensore fosse fuori uso quando, alle tre di notte, ha provato a chiamarlo, ma era occupato. In ogni caso, a scoprire cosa fosse successo a Clelia è stato il padre Giuseppe. Alle 6, non vedendola in casa, le ha telefonato e ha sentito squillare il cellulare della figlia proprio nel vano dell’ascensore.

“Non era mai successo che l’ascensore si bloccasse in quella maniera – ha detto – quando ho sentito squillare il telefono di Clelia ho capito subito che era successo qualcosa e abbiamo lanciato l’allarme”. L’ascensore è stato sequestrato e la Procura ha aperto un fascicolo per individuare eventuali responsabilità.

I sogni di Clelia e il cordoglio degli amici

 Clelia viveva con i genitori nella palazzina alla periferia di Fasano. La 25enne è descritta da tutti come una ragazza sempre sorridente, piena di vita, che da tempo aveva iniziato a lavorare in alcuni B&b della zona. “Era una ragazza solare e gioiosa. Voleva rendersi autonoma mia figlia e per questo – ha raccontato il padre – stava lavorando in queste strutture. Anche stamattina aveva un appuntamento di lavoro. Tanti erano i suoi sogni, tra cui la patente e forse anche sposarsi. Ora è svanito tutto”. “Lavorava per sentirsi indipendente. Era un punto di riferimento costante per la sua famiglia. Siamo tutti sconvolti” ha raccontato tra le lacrime un’amica.

Lo riporta il tgcom24.

1 commenti su "Morta in ascensore in Puglia, dalle porte aperte alla chiamata del padre: tutti i dubbi"

  1. Magari viviamo l inferno con questi politici e i preti a loro non interaaano altro che i soldi sono cattivi

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“L'essere amata è per la donna un bisogno superiore a quello di amare.” Sigmund Freud

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