Secondo la segretaria generale della Cgil Puglia, Gigia Bucci, il 42,5% dei lavoratori dei settori privati in Puglia guadagna un salario annuo lordo medio inferiore o pari a 10.000 euro, con 360.000 persone coinvolte. Di queste, 145.000 guadagnano meno di 5.000 euro l’anno. Bucci sottolinea che c’è un’urgente emergenza salariale in Italia, soprattutto nel Mezzogiorno, che non può essere negata da nessuno tranne che dalla destra e da settori retrogradi dell’impresa.
Bucci spiega che le basse retribuzioni in Puglia sono dovute alla discontinuità lavorativa, al diffuso part-time e alla precarietà contrattuale. Ci sono oltre 125.000 lavoratori a tempo indeterminato e a tempo pieno che guadagnano meno di 20.000 euro lordi all’anno a causa della discontinuità del lavoro. Inoltre, ci sono più di 100.000 persone con contratti a tempo indeterminato che guadagnano solo 9.000 euro l’anno a causa del part-time e dell’intermittenza.
La Cgil Puglia ritiene che sia necessario investire nella qualità dei servizi e dei prodotti, promuovendo ricerca e innovazione, nonché difendere il settore manifatturiero per garantire salari dignitosi. Inoltre, auspica una ricomposizione del mercato del lavoro per combattere la precarietà e promuovere la contrattazione per aumentare i salari.
La Cgil ha promosso quattro referendum per cancellare norme che indeboliscono i diritti dei lavoratori e rendono più vulnerabili. Invita tutti a firmare e sostiene l’istituzione di un osservatorio regionale sulla povertà salariale per fornire strumenti di analisi e supporto alle misure per contrastare questo disagio sociale ed economico.
Lo riporta Foggiatoday.it