Manfredonia – “CON le conseguenze di questi fenomeni meteorologici, purtroppo, bisognerà convivere. Sempre più frequentemente, sull’intero bacino del mediterraneo a causa degli effetti climatici si dovrà fare i conti con la realtà di piogge torrenziali concentrate in poco tempo (ho letto di 300 mm di pioggia in poche ore, anche se non ho la possibilità di verificare il dato; se ciò fosse vero esso rappresenterebbe un quantitativo di pioggia enorme, considerando come la stessa quantità è il quantitativo medio di pioggia che cade mediamente in sei mesi)”.
“Quindi eventi eccezionali per i quali le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti in territorio già di per sé geologicamente molto fragile per la presenza di rocce sciolte e per l’assenza di una adeguata copertura boschiva”.
“Problematiche di cui si è già ampiamente parlato mentre l’auspicio è che l’attuale governo possa mettere finalmente l’intero territorio nazionale nelle condizioni di potersi tutelare dal rischio idrogeologico. Rischio che non nasce oggi ma che per i geologi è arcinoto solo che la politica del sussidio, dell’aiuto con proclami è una politica che crea facili consensi elettorali anche se oggi è San Marco in Lamis a piangere. In futuro, purtroppo, saranno altre realtà a dover subire le conseguenze, di anni e anni di completo abbandono del territorio (il primo rapporto completo sullo stato del dissesto idrogeologico del nostro paese risale alla Commissione De Marchi del 1979 e istituita a seguito dell’alluvione di Firenze,) da allora pur conoscendo la situazione, tutti i governi hanno lasciato che la situazione peggiorasse anziché porre i necessari rimedi”.
“Oggi, le cosiddette ‘bombe d’acqua’ possono colpire con violenza inaudita qualunque località, anche quelle lontane dalle zone collinari o franose e a causa dell’incuria nessuna località può considerarsi immune dal rischio idrogeologico”.
Lo dice a Stato il geologo Ruggiero Maria Dellisanti.
RELAZIONE DE MARCHI (1979)
http://www.censu.it/relazione-de-marchi/
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