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Franca Marasco, il liceo Lanza, la nostalgia

AUTORE:
Geppe Inserra
PUBBLICATO IL:
5 Settembre 2023
Foggia // Storie e Volti //

Franca Marasco era un’attiva componente di una chat costituita dagli ex allievi del Liceo Classico Lanza, quella della III C. Come tanti altri compagni di classe aveva trovato in quello strumento un’occasione per rinverdire legami, ritessere relazioni, dare un senso alla memoria ed alla nostalgia. E io voglio ricordarla così: come una persona rimasta a Foggia, preoccupata per Foggia, ma innamorata della sua città, che a whatsapp affidava ricordi e speranze di futuro.

Ce ne sono diverse, di chat così, e mi piace pensare che in questa particolare vocazione al “nostos” di quanti hanno frequentato il Classico, vi sia la dimestichezza con Omero, Seneca e Ovidio.

Personalmente “milito” nella chat “Lanza Circus“, anch’essa riferentesi ad una III C, ma di tre anni più giovane di quella di Franca, tra i cui epigoni figurano cari “comites” del tempo che è stato, come mio cugino Attilio Episcopo, Giacoma Desimio, Angelo Eremita, Franco Formiglia, Antonello Lapalorcia, Piero Forcella, Antonio Corvino, Adriano Frattarolo, Leda Giampietro e tanti altri.

FRANCA MARASCO, VITTIMA DELL'OMICIDIO, FACEBOOK
FRANCA MARASCO, VITTIMA DELL’OMICIDIO, FACEBOOK

Accomuna l’una e l’altra III C, la fortuna e l’onore di aver avuto un Maestro straordinario come Carlo Gentile, che ci ha insegnato non soltanto la filosofia ma anche il mestiere di vivere.

Chissà cos’avrà pensato il buon Carlo quando ieri ha visto Franca salire nel Paradiso che spetta a chi ha vissuto bene i suoi giorni, ed ha avuto la propria esistenza interrotta in modo così barbaro.

Chissà cosa avrà pensato, lui che si meravigliava e si addolorava davanti alle più piccole intemperanze e marachelle studentesche, guardando nel volto attonito della povera ex discepola l’espressione di una città che ha smarrito il senso civile, che vive nella barbarie, in cui la vita vale sempre meno, e il rispetto per gli altri è quotidianamente vandalizzato.

Si sarà commosso, avrà pianto, l’avrà abbracciata e le avrà sussurrato quella massima di Seneca che ha scolpito la nostra adolescenza: “Non disperare mai senza speranza, non sperare mai senza disperazione.”

Carlo e Franca ci consegnano questo messaggio, viatico al non arrendersi. Ci invitano a continuare a vivere, sperando disperatamente. Cercheremo di farlo.

Ma voi, Franca e Carlo, siate felici nella vita eterna.

Geppe Inserra

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