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Agostino Del Vecchio “10 anni e sentirli troppo”

AUTORE:
Agostino del Vecchio
PUBBLICATO IL:
5 Ottobre 2019
Attualità // Cultura //

Il tempo è un galantuomo, rimette a posto tutte le cose”. Lo affermava Voltaire quasi 300 anni fa. E’ senza dubbio consolatoria la speranza che ci sia una sorta di giustizia intrinseca nello scorrere degli anni. Non possiamo dubitare però che ci sia anche molto di vero.

“Nell’ottobre 2009 si partiva in sostanza da zero. O meglio 2 persone”

Nell’ottobre 2009 si partiva in sostanza da zero. O meglio da 2 persone. I social non avevano ancora l’attuale distribuzione capillare odierna e il cartaceo sembrava essere ancora imprescindibile, specie in una realtà come quella sipontina, dove le cose cambiano molto lentamente, quando cambiano. Quasi tutti gli articoli erano originali, si spendevano ore e ore spesso per poche decine di visualizzazioni ma erano comunque numeri notevoli considerato il basso numero di copie stampate quando scrivevo ancora per l’associazione ARV.

Ore e ore a scrivere articoli che poi erano spesso copiati di sana pianta o in parte, eliminando ogni riferimento al giornale ed a chi li compilava. Operazione poco simpatica operata da certi “professionisti” del giornalismo locale troppo pieni di sé per citare chi non era nessuno. Vista dall’esterno la realtà giornalistica locale poi sembrava simile ad Alice nel Paese delle Meraviglie: un mondo fatato dove tutto sembrava andare magicamente al suo posto e nessuno sembrava notare le cose che non funzionavano. Tranne i “menagrami” chiaramente. Uno dei tanti segni evidenti di come già la politica stesse già inquinando tutto. Compresa l’informazione.

“Travaglio e Di Maio: 2 esempi perfetti di quanto il Tempo possa creare involuzioni”

Tra i tanti incontri con personaggi (quando si aveva ancora il tempo di farlo) spiccano senza dubbio quelli con il giornalista Marco Travaglio e con l’allora vice Presidente della Camera Luigi Di Maio. 2 esempi perfetti di quanto il Tempo possa creare involuzioni piuttosto che evoluzioni.

Il 30 gennaio 2010 il direttore de Il Fatto Quotidiano era al Teatro Lucio Dalla di Manfredonia stracolmo in ogni settore per lo spettacolo “Prememoria”. Occasione più unica che rara. Come scrissi all’epoca: “Impantanati in una melma televisiva fatta di talk show pecorecci, realty TV demoralizzanti e programmi di approfondimento politico mediati dal ciambellano di corte designato dal potere di turno, lo spettacolo di Marco Travaglio ha avuto, sul pubblico in sala, lo stesso effetto di una granata esplosa in un salotto pieno di statuette di ceramica. Anche perché l’informazione televisiva, diventata, negli ultimi anni, sempre più intrattenimento e sempre meno approfondimento, ha reso lo spettatore ‘distratto’ (palesemente) dai reali problemi del Paese e sempre più abituato ad una TV urlata, volgare e vuota”.

Arrivato in ritardo per lo spettacolo Travaglio si rifiutò di incontrare i giornalisti prima, per evitare di far aspettare ancora il pubblico, e quasi tutti andarono via poco contenti. Alla fine accettò di ricevere chi voleva incontrarlo dopo che calò il sipario e scambiò qualche dichiarazione, molto disponibile e simpatico, nonostante fosse considerato già allora una star. Dopo tanti anni Il Fatto, da giornale anti Sistema si è involuto in qualcosa che ha molto di conformista e poco di rivoluzionario.

Il 2 settembre 2013 l’allora vice presidente della Camera dei Deputati e poi vice premier Luigi Di Maio era a San Marco in Lamis con molti esponenti del M5S e mi concesse un’intervista insieme a Giuseppe Brescia, portavoce alla Camera per il M5S e Giulia Sarti. Rileggendo le risposte a soli 6 anni di distanza stupisce la “normalizzazione” delle posizioni Di Maio e dell’intero movimento. Nell’intervista c’erano aperte critiche a Napolitano: ”In questo periodo il presidente della Repubblica non svolge più il ruolo di arbitro ma di un capitano che scende in piazza per una squadra”. Per poi passare a posizioni anti MUOS (Mobile User Objective System, un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza gestito da Dipartimento di Difesa degli Stati Uniti), critiche nei confronti della NATO e di tutta la politica guerrafondaio USA in Medio Oriente. Oggi il M5S appare garante e contiguo a tutto quel Sistema che aveva giurato di scardinare.

“10 anni e sentirli troppo. Soprattutto perché tutto è diventato più nebuloso”

10 anni e sentirli troppo. Soprattutto perché tutto è diventato più nebuloso, le opinioni tendono sempre più a nascondere e a stravolgere i fatti. La politica ha lasciato una città piena di buche, rifiuti e tasse alle stelle ma sempre pronta a “cambiare” cambiando tutto per non cambiare niente. Unica certezza: una popolazione sempre più disillusa e sempre più pronta alla polemica piuttosto che all’azione. E dire che non basterebbe poco per cambiare molto. E’ sempre possibile.

Link in allegato
Manfredonia. Promemoria di Marco Travaglio, il giornalismo ragionato

M5Stelle a San Marco: inutile intervento Italia in Siria

A cura del dottor Agostino Del Vecchio, farmacista

Manfredonia, Ottobre 2019

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