Edizione n° 5479

BALLON D'ESSAI

"IN ALCUN MODO" // Marcello Castigliego smentisce le voci su un possibile incarico nello staff del sindaco La Marca
5 Ottobre 2024 - ore  09:32

CALEMBOUR

INCHIESTA // Napoli, si allarga l’inchiesta corruzione: Giovanni Zannini indagato
5 Ottobre 2024 - ore  09:45

Iscriviti al canale Whatsapp

Foggia

Manfredonia

Cronaca

Politica

Sport

Eventi

San Severo

Cerignola

INCHIESTA Napoli, si allarga l’inchiesta corruzione: Giovanni Zannini indagato

Spunta anche un faccendiere pugliese nell'inchiesta su concussione, corruzione e altri reati ipotizzati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
5 Ottobre 2024
Cronaca // Primo piano //

Spunta anche un faccendiere pugliese nell’inchiesta su concussione, corruzione e altri reati ipotizzati dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere e sfociata, tre giorni fa, in una dozzina di perquisizioni che hanno riguardato il consigliere regionale Giovanni Zannini, tra i sette indagati ma dichiaratosi pronto a dimostrare l’estraneità ai fatti contestati, ed eseguite dai carabinieri anche oltre i confini campani, come nel basso Lazio e in provincia di Foggia.

Qui, in particolare, i pm Gerardina Cozzolino e Giacomo Urbano hanno disposto l’acquisizione di materiale informatico in possesso di un personaggio che uno degli indagati, l’imprenditore mondragonse Alfredo Campoli, anche lui tra gli indagati, individua come una sorta di “spia” tanto da far emergere anche una presunta ombra dei servizi segreti, ipotesi però tutta da confermare trattandosi di un personaggio già noto alle cronache giudiziarie pugliesi.

Durante l’inchiesta, infatti, i carabinieri del Reparto Territoriale di Aversa si sono imbattuti in un incontro tra l’imprenditore Alfredo Campoli e Francesco M., un uomo presentatosi come esperto in materia di rifiuti, che dopo aver fatto diverse domande a Campoli sul consigliere regionale Zannini, si sarebbe reso disposto a consegnargli delle pen-drive con notizie riservate. Campoli però, a tali richieste, si sarebbe impressionato senza accettare l’offerta.

L’interlocutore pugliese si sarebbe presentato una prima volta su un’area di servizio del Beneventano come un “agente dei servizi” in possesso di notizie riservate riguardanti l’indagine su Zannini e Campoli. Il presunto agente si dice certo, rivolgendosi all’imprenditore, di poter fare insieme «grandi cose». Un secondo incontro con il faccendiere in realtà un ex dipendente della Provincia di Foggia in pensione – sarebbe avvenuto nei pressi di un bar di Mondragone. Sarebbe stato l’uomo a farsi vivo con alcuni sms diretti a Campoli presentandosi anche come esperto di gare di appalto per bonifiche ambientali e di conoscere «un sacco di gente». L’incontro però avrebbe turbato Campoli immaginando che le pen-drive offerte dal presunto agente contenessero trojan informatici.
I retroscena

Intanto, si è appreso che durante le perquisizioni dell’altro giorno, un dipendente o familiare di uno degli indagati, quando ha visto arrivare i carabinieri, ha aperto la finestra e ha lanciato fuori 160mila euro in contanti. È quanto accaduto a Trentola Ducenta. I soldi, contenuti in un pacco, sono stati poi recuperati dai militari dell’Arma.

Questa perquisizione era stata disposta nei confronti di una persona al momento non iscritta nel registro degli indagati da cui però uno degli imprenditori indagati, Alfredo Campoli, si recava spesso a ritirare consistenti somme di denaro, anche di circa 100mila euro, come è emerso dagli accertamenti dei carabinieri. In una circostanza monitorata dagli investigatori, si nota Campoli che di buon mattino si reca presso l’abitazione dei dipendenti di due imprenditori napoletani indagati che operano nel ramo della vendita di bibite all’ingrosso e al dettaglio.

Secondo gli inquirenti, le aziende di Campoli, operanti nel settore della metallurgia e rifiuti, intrattenevano rapporti finanziari con una società piccola e quasi anonima con un giro di fatturato da cinque milioni di euro per cui i bonifici regolari e tracciati a saldo delle fatture venivano poi restituiti in contanti dai dipendenti degli imprenditori napoletani residenti nell’agro aversano. In una circostanza, gli 007 notano poi la consegna in auto dei contanti da parte di Campoli a una giovane donna che si ipotizza sia una familiare. Le perquisizioni disposte dalla Procura sammaritana, emerge dalle indagini, si estendono anche all’autista del consigliere Zannini considerato come una persona a conoscenza di molte attività dell’avvocato mondragonese. Inoltre, altre perquisizioni sono state disposte nel Matesino presso tutti i componenti della Commissione ambiente per la vicenda dello schema redatto per il Comune di Castello del Matese: si tratta di perquisizioni, va precisato, eseguite a terzi e non agli effettivi indagati delle incolpazioni provvisorie.
I bonifici

Dalle indagini è poi emerso anche il retroscena del pagamento postumo della gita a Capri che Zannini ha fatto nel settembre 2023 sullo yatch “Camilla A”. Gita, secondo l’accusa, pagata dai due imprenditori Paolo e Luigi Griffo, titolari del caseificio La Spinosa, per essere aiutati a risolvere un problema con la Regione per l’impianto di mozzarella di bufala che stavano realizzando a Cancello ed Arnone.

Zannini ha ammesso di aver saldato il conto della barca da oltre 7mila euro, ma per la Procura, quei soldi sarebbero stati pagati all’armatore di Latina, pure perquisito (fratello del suocero di uno dei Griffo) dopo che Zannini venne a sapere di essere indagato. Da alcune intercettazioni emerge che l’armatore, parlando con il fratello dello yacht offerto dai fratelli Griffo a Zannini, dice «tanto quello è un reato che hanno commesso loro».

Lascia un commento

"Or in quel tempo sorgerà Michele, il gran principe, che vigila sui figli del tuo popolo" (Libro di Daniele)

Anonimo

Compila il modulo con i tuoi dati per inviare segnalazioni, denunce o disservizi.

Compila il modulo con i tuoi dati per promuovere la tua attività locale, pubblicizzare un evento o per proposte di collaborazione.

Nessun campo trovato.