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Coperture nell’investimento capitali in Mpmi: lo statuto delle imprese

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
6 Marzo 2010
Lavoro //

consiglio regionale Piemonte
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Manfredonia – SONO trascorsi quarant’anni da quando è stato promulgato lo statuto dei lavoratori (20 maggio 1970) e il Comitato ristretto della Commissione Attività Produttive della Camera sta vagliando la Proposta di legge recante lo Statuto delle imprese. Saranno riunite in una unica Proposta le sei proposte di legge che sono state abbinate alla proposta Vignali C. 2754. Il progetto sta conoscendo un iter parlamentare avanzato e permette a chiunque di conoscere l’avanzamento dei suoi lavori, avendo tutte le informazioni necessarie, attraverso il sito internet www.statutodelleimprese.it.

LA PROPOSTA VIGNALI: fra i punti salienti della proposta Vignali: per ogni richiesta presentata alla pubblica amministrazione l’impresa ha diritto di ricevere una risposta entro il termine massimo di novanta giorni; il procedimento può essere interrotto una sola volta per un massimo di trenta giorni per la richiesta di integrazioni. Decorsi inutilmente tali termini la richiesta si intende approvata;la pubblica amministrazione è tenuta alla liquidazione delle corresponsioni dovute alle imprese fornitrici di beni e di servizi entro il termine massimo di novanta giorni; decorso tale termine si applicano gli interessi legali;al fine di favorire l’accesso delle micro, piccole e medie imprese, ove possibile, è fatto obbligo alla pubblica amministrazione e alle autorità competenti di suddividere i contratti in lotti e di rendere visibili le possibilità di subappalto, nonché di riservare una quota degli stessi, non inferiore al 30 per cento, alle micro, piccole e medie imprese;l’imposizione fiscale diretta e indiretta complessiva non può superare il 45 per cento degli utili di impresa; è fatto divieto di introdurre norme che prevedono un’imposizione fiscale diretta calcolata sulla base dei costi sostenuti dall’impresa o di altre imposte;lo Stato, al fine di sostenere la capitalizzazione e la crescita delle imprese, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie imprese, differenzia la tassazione degli utili, concedendo condizioni di maggiore vantaggio agli utili reinvestiti nella capitalizzazione, nel capitale umano, nella ricerca, nell’innovazione e nell’internazionalizzazione. Concede altresì condizioni di maggiore vantaggio alle persone fisiche e alle persone giuridiche che investono capitali di rischio propri nelle micro, piccole e medie imprese; lo Stato non può pretendere la corresponsione di alcun versamento, qualora sia debitore dell’impresa a qualunque titolo. (Camera dei deputati, Proposta di Legge del 30/09/2009, n.2754: Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle imprese).

L’ANALISI – Conoscere il testo di un iniziativa economica e i diritti delle stesse imprese verso il fisco e la Pubblica Amministrazione comporterebbe una decisa semplificazione nei procedimenti burocratici per le micro, le medie e le piccole imprese già esistenti e l’avvio di nuove imprese giovanili. Lo statuto prevede, inoltre, la creazione di un’agenzia, la MPMI (Micro Piccole e Medie Imprese), e l’istituzione di una commissione bicamerale con il compito di valutare preventivamente l’impatto delle norme su di esse. Il testo dello statuto è formato da 22 articoli. Interessante l’articolo 4 con cui si intende vincolare lo Stato, le regioni, gli enti locali e gli enti pubblici ad una valutazione obbligatoria dell’impatto sulle MPMI delle loro iniziative legislative, regolamentari e amministrative, per evitare che vengano approvati atti legislativi di diversa natura che andrebbero a danneggiare l’operaio e la nascita di nuove imprese. La valutazione, invece, secondo il progetto di legge, deve essere effettuata prima della presentazione delle varie proposte imprenditoriali. Mentre, sulla strada della semplificazione si pone l’articolo 6 dello Statuto, che stabilisce che le certificazioni relative ai prodotti, ai processi e agli impianti sostituiscono la verifica della pubblica amministrazione, solo nel caso in cui esse vengono rilasciate alle imprese da enti e da società professionali abilitati. L’articolo 7, invece, vuole dare una seconda possibilità agli imprenditori in caso d’insolvenza, mentre l’articolo 11 fa sì che lo Stato, le regioni e gli enti locali si impegnino ad attuare un particolare sostegno pubblico per le MPMI. Altro aspetto importante viene trattato dall’articolo 13 e riguarda i principi di tassazione da applicare alle imprese. Per quanto concerne l’imposizione fiscale, lo Stato fa una differenza tra la tassazione degli utili e concede condizioni di maggiore vantaggio agli utili che sono reinvestiti nella capitalizzazione, nel capitale umano, nella ricerca, nell’innovazione e nell’internazionalizzazione. Inoltre, l’imposizione fiscale diretta e indiretta non può superare il 45% degli utili dell’impresa. Uno Statuto, insomma, che tende ad incentivare quanto affermato dalla Costituzione in merito all’iniziativa economica privata, che deve essere sempre libera, e facendo di questo principio un diritto fondamentale delle imprese, oltre a recepire l’invito rivolto dall’Unione europea con lo Small Business Act. Rimane l’attesa per l’approvazione finale dello Statuto.

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