LA PROPOSTA VIGNALI: fra i punti salienti della proposta Vignali: per ogni richiesta presentata alla pubblica amministrazione l’impresa ha diritto di ricevere una risposta entro il termine massimo di novanta giorni; il procedimento può essere interrotto una sola volta per un massimo di trenta giorni per la richiesta di integrazioni. Decorsi inutilmente tali termini la richiesta si intende approvata;la pubblica amministrazione è tenuta alla liquidazione delle corresponsioni dovute alle imprese fornitrici di beni e di servizi entro il termine massimo di novanta giorni; decorso tale termine si applicano gli interessi legali;al fine di favorire l’accesso delle micro, piccole e medie imprese, ove possibile, è fatto obbligo alla pubblica amministrazione e alle autorità competenti di suddividere i contratti in lotti e di rendere visibili le possibilità di subappalto, nonché di riservare una quota degli stessi, non inferiore al 30 per cento, alle micro, piccole e medie imprese;l’imposizione fiscale diretta e indiretta complessiva non può superare il 45 per cento degli utili di impresa; è fatto divieto di introdurre norme che prevedono un’imposizione fiscale diretta calcolata sulla base dei costi sostenuti dall’impresa o di altre imposte;lo Stato, al fine di sostenere la capitalizzazione e la crescita delle imprese, con particolare riferimento alle micro, piccole e medie imprese, differenzia la tassazione degli utili, concedendo condizioni di maggiore vantaggio agli utili reinvestiti nella capitalizzazione, nel capitale umano, nella ricerca, nell’innovazione e nell’internazionalizzazione. Concede altresì condizioni di maggiore vantaggio alle persone fisiche e alle persone giuridiche che investono capitali di rischio propri nelle micro, piccole e medie imprese; lo Stato non può pretendere la corresponsione di alcun versamento, qualora sia debitore dell’impresa a qualunque titolo. (Camera dei deputati, Proposta di Legge del 30/09/2009, n.2754: Norme per la tutela della libertà d’impresa. Statuto delle imprese).
L’ANALISI – Conoscere il testo di un iniziativa economica e i diritti delle stesse imprese verso il fisco e la Pubblica Amministrazione comporterebbe una decisa semplificazione nei procedimenti burocratici per le micro, le medie e le piccole imprese già esistenti e l’avvio di nuove imprese giovanili. Lo statuto prevede, inoltre, la creazione di un’agenzia, la MPMI (Micro Piccole e Medie Imprese), e l’istituzione di una commissione bicamerale con il compito di valutare preventivamente l’impatto delle norme su di esse. Il testo dello statuto è formato da 22 articoli. Interessante l’articolo 4 con cui si intende vincolare lo Stato, le regioni, gli enti locali e gli enti pubblici ad una valutazione obbligatoria dell’impatto sulle MPMI delle loro iniziative legislative, regolamentari e amministrative, per evitare che vengano approvati atti legislativi di diversa natura che andrebbero a danneggiare l’operaio e la nascita di nuove imprese. La valutazione, invece, secondo il progetto di legge, deve essere effettuata prima della presentazione delle varie proposte imprenditoriali. Mentre, sulla strada della semplificazione si pone l’articolo 6 dello Statuto, che stabilisce che le certificazioni relative ai prodotti, ai processi e agli impianti sostituiscono la verifica della pubblica amministrazione, solo nel caso in cui esse vengono rilasciate alle imprese da enti e da società professionali abilitati. L’articolo 7, invece, vuole dare una seconda possibilità agli imprenditori in caso d’insolvenza, mentre l’articolo 11 fa sì che lo Stato, le regioni e gli enti locali si impegnino ad attuare un particolare sostegno pubblico per le MPMI. Altro aspetto importante viene trattato dall’articolo 13 e riguarda i principi di tassazione da applicare alle imprese. Per quanto concerne l’imposizione fiscale, lo Stato fa una differenza tra la tassazione degli utili e concede condizioni di maggiore vantaggio agli utili che sono reinvestiti nella capitalizzazione, nel capitale umano, nella ricerca, nell’innovazione e nell’internazionalizzazione. Inoltre, l’imposizione fiscale diretta e indiretta non può superare il 45% degli utili dell’impresa. Uno Statuto, insomma, che tende ad incentivare quanto affermato dalla Costituzione in merito all’iniziativa economica privata, che deve essere sempre libera, e facendo di questo principio un diritto fondamentale delle imprese, oltre a recepire l’invito rivolto dall’Unione europea con lo Small Business Act. Rimane l’attesa per l’approvazione finale dello Statuto.