Torino. Hanno decifrato il codice segreto dei pusher, hanno chiuso la bancarella della cannabis, con angolo degustazione, allestito su un muretto di un parco pubblico della provincia di Torino, e hanno smantellato una rete di trafficanti di prostitute. È il bilancio di un’operazione dei carabinieri della Compagnia Torino San Carlo. I militari hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dalla Procura della Repubblica di Torino, nei confronti di 6 persone ritenute responsabili, a vario titolo, di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti e favoreggiamento della prostituzione.
Dall’inizio dell’indagine, sono già state fermate 12 persone, di cui sei denunciate. L’attività investigativa ha permesso, ad oggi, di intercettare diverse partite di droga e di sequestrare circa 800 dosi di cocaina, hashish e marijuana, e 1400 euro in contanti. Sono stati identificati 53 clienti abituali, anche minorenni.
Indagavano su alcuni soggetti che spacciavano hashish, marijuana e cocaina al bar e in un parco pubblico, quando i carabinieri hanno scoperto un fiorente traffico di donne dell’est fatte arrivare in Italia per essere sfruttate come prostitute. Gli arrestati sono marocchini, albanesi e italiani.
Gli affari venivano discussi e conclusi in alcuni locali della città, tanto che gli indagati si erano guadagnati l’appellativo di la “banda del bar”. Le ordinazioni avvenivano solo tramite telefono per sfuggire ai controlli delle forze dell’ordine, battere la concorrenza e velocizzare i tempi di consegna. Il burro, il latte, il caffè, l’aperitivo e la birra, un linguaggio criptico per un piano quasi perfetto architettato da uno spacciatore marocchino per vendere droga ai suoi i clienti. Il codice è stato decifrato e l’interno gruppo è stato identificato. Tra loro anche un italiano che spacciava ogni giorno, dalle 15.00 alle ore 24.00, sette giorni su sette, nel Parco Generale Dalla Chiesa di Collegno. Aveva attrezzato una bancarella per la vendita e la degustazione della cannabis. La vendita e il consumo della droga avveniva alla luce del sole e sotto gli occhi di famiglie e bambini. I suoi clienti erano soprattutto studenti minorenni.
L’attività investigativa ha permesso di individuare alcuni albanesi e un italiano che si dedicavano stabilmente a organizzare e gestire un importante giro di prostituzione di donne albanesi e romene. Uno degli indagati svolgeva servizio di taxi a 15 prostitute, offriva loro il proprio appartamento per incontrare i clienti. L’indagine è stata coordinata dal Dott. Padalino e Dott. Borgna della Procura di Torino.
Redazione Stato Quotidiano.it