Roma. Fortemente voluta da Renzi nel 2016 con la cosiddetta Riforma Madia, la legittimità della soppressione del Corpo Forestale dello Stato (CFS) e l’assorbimento del suo personale nell’Arma dei Carabinieri sarà ora valutata dalla Corte Costituzionale. Il provvedimento è il risultato del vasto contenzioso apertosi dinanzi a numerosi Tribunali Amministrativi Regionali (TAR) sul territorio italiano a seguito dei ricorsi di oltre 2.000 membri dell’ex CFS che, dopo la riforma, avevano visto mutato il proprio status giuridico da civile a militare. La Corte Costituzionale, investita dalla questione dal TAR, dovrà valutare anche se il Parlamento, nel delegare la riforma al Governo, sia intervenuto in modo troppo indefinito e generico e se la scelta dell’Esecutivo renziano di militarizzare un Corpo di Polizia ad ordinamento civile sia in contrasto con la tradizione e l’evoluzione giuridica della normativa in materia.
“In attesa della decisione della Consulta – dichiara il deputato pugliese Giuseppe L’Abbate, capogruppo M5S in Commissione Agricoltura alla Camera – le cause introdotte sull’intero territorio nazionale dovranno sospendersi, potendo la decisione dei giudici costituzionali sovvertire le sorti del Corpo Forestale dello Stato e del suo personale, decise in modo poco ponderato. Il Movimento 5 Stelle è sempre stato contro la militarizzazione del CFS – continua L’Abbate (M5S) – e, se la Consulta confermerà l’incostituzionalità, ciò sarà un ulteriore segnale dell’incompetenza del Governo Renzi che ha voluto per forza cancellare un corpo che ha una storia dal 1822”.