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Sono del sud e ne sono fiera, Feltri forse non è mai andato oltre il Po

AUTORE:
Maria Teresa Perrino
PUBBLICATO IL:
6 Settembre 2019
Editoriali // Foggia //

“Molta gente mi accusa di essere antiterrone, cioè di detestare i connazionali nati e cresciuti da Roma in giù. Critiche superficiali e false. La verità è che ho avuto ed ho pochi amici, la quasi totalità dei quali è (ed era) meridionale…”

Queste le parole che ho trovato, nella ricerca di qualcosa di alternativo nel giudizio di Vittorio Feltri sul governo Conte 2, che sarebbe una accozzaglia di terroni, con la pretesa di guidare l’Italia e nello stesso tempo con il bisogno di essere mantenuti dal Nord, vero luogo di operosità virtuosa.
Scrive il giornalista, infatti: “Lasciamo a Conte il suo zoo pieno di terroni e ostile al nord che li mantiene tutti … non riesco ad immaginare lo spirito di Mattarella nel giudicare una porcata simile”.
A parte il fatto che Mattarella non è nato ad Oslo. Fa veramente bene a riconoscere che qualche buon amico era ed è meridionale. Solo un meridionale abituato alla comprensione e all’empatia potrebbe reggere una amicizia con chi non muove un muscolo facciale per differenziare la gioia, il dolore, il fastidio e tutta la gamma dei sentimenti e delle emozioni. Solo un meridionale può scaldare il cuore per entrambi … siamo abituati al calore del sole.

Guardatevi dalla gentilezza!

Non scopriamo certo oggi il linguaggio diretto del Direttore di Libero. Per certi versi ricorda Sgarbi. Entrambi hanno fatto del piacere di esprimere anche brutalmente il proprio pensiero quasi un marchio o, come si dice oggi, un brand.

Più sono brutali più sperano di passare per sinceri agli occhi dei loro interlocutori. Accreditando – non so quanto consapevolmente! – una teoria della comunicazione secondo la quale il linguaggio forbito ed elegante contiene in sé il difetto dell’inganno e dell’ipocrisia. La questione non è nata ora ma risale ad una idea dibattuta la bellezza già di circa 3.000 anni fa, secondo la quale si cerca di sedurre, e di manipolare, anche, le persone che leggono e ascoltano, con una forma espressiva che quando appare bella si rivela alla lunga bugiarda. E’ come se dicessero: guardatevi da ogni discorso che non sia brutale, perché solo la brutalità è foriera di verità e di pensiero libero.

Chiacchiere da bar

Hanno ragione questi due interpreti di un mondo mediatico che ama le lotte fra gladiatori più che il più modesto e onesto dialogo? Direi di no. Certo, non è stata trovata ancora una risposta definitiva a questo luogo comune sulla eleganza ingannevole … ed è anche vero che l’abito non fa il monaco. Ma se è vero che l’eleganza può essere pericolosa e la brutalità in qualche modo liberatrice, è anche vero che affidare sempre e comunque il proprio pensiero ad una forma incontrollata di giudizi pesanti non si avvicina di un passo alla verità, se il nostro obiettivo è avvicinarci ad una verità condivisa e non solo al piacere delle chiacchiere da bar.

Strani animali da zoo

Sono del Sud ma non vivo in uno zoo come un animale la cui stranezza fa fermare i visitatori. Sono del Sud ma non sono terrona, nel senso che riconosco e addirittura rivendico come mia la meravigliosa civiltà contadina che è stata nel Mediterraneo l’unica fonte di sussistenza per millenni e millenni, prima che venisse tradita e calpestata dalla industrializzazione forzata, selvaggia e senza cuore e legata al solo arido profitto.
Mi adatto come immigrata alle nebbie di Milano ma non dimentico – e perché poi dovrei ? – un sole che da solo sana tante malattie. Mi adatto ormai anche al globalismo nel quale il nord e il sud sono categorie superate, andando fiera di una dieta mediterranea ormai globalizzata, che già nel nome evoca solo il Sud.

Hai mai passato il Rubicone?

Feltri forse, a differenza di Cesare, non ha mai oltrepassato il Rubicone o, se lo ha oltrepassato, non ha avuto lo sguardo attento. Avrebbe visto giovani e adulti vestire con una dignità, gusto e classe e avrebbe avuto la sorpresa che a Foggia non c’è solo il Premier ad esprimere tale eleganza di stile. L’ideale sarebbe invitarlo a girare un po’ … e, per rimanere sempre a Foggia, scoprirebbe che ci sono persone che anticipano il suono della campana del richiamo al lavoro tanto da farci spesso chiedere cosa ci differenzia dalla Svizzera, ricca di orologi e di leggendaria puntualità.
Certo imparerebbe da tanti intellettuali del Sud, e io lo farei volentieri un bel dibattito, qual è il ruolo di un intellettuale, se quello di mortificare l’animo della gente o quello di far
riflettere la gente.

Stereotipi

E non è con gli stereotipi che si può procedere nel colloquio con il mondo. E mentre scrivo mi viene il dubbio: questo intellettuale della Milano da Bere conosce il significato del termine “stereotipo”? Quello vero, intendo, non quello ripetuto a pappagallo, come fa chi si trova improvvisamente di fronte ad una lingua sconosciuta che deve assimilare alla svelta. Forse sì. Ma anche forse no. E allora il luogo ideale per fare un corso di aggiornamento sul lavoro dell’intellettuale è proprio il Sud, dove si è parlato per secoli la lingua che ha prodotto le parole della civiltà in Europa e in America. E forse capirebbe anche l’intestazione del giornale per il quale ha il privilegio di scrivere. Forse non del tutto meritato, questo privilegio, quanto a “deontologia” professionale. Mannaggia, un’altra espressione non di origine celtica! Non ci posso fare nulla, appartengo alla lingua creatrice della civiltà.

A cura di Maria Teresa Perrino

12 commenti su "Sono del sud e ne sono fiera, Feltri forse non è mai andato oltre il Po"

  1. Fiero e felice di essere del sud di nessun nord. Il bergamasco dimentica, forse volutamente, che quando il meridione era già Italia, loro facevano parte dell’astroungarico, con granducati, repubblichette varie ed altre dominazioni. Il suo nord è ingrassato grazie ai savoiardi, complice l’eroe, che hanno spremuto le mammelle del sud, oggi diremmo come un bancomat. Il loro sviluppo e’ dovuto anche grazie ai tanti sudisti che si sono spezzati la schiena nelle loro fabbriche succhia soldi a fondo perduto. Non si giustifica il suo astio nei confronti del meridione e dei meridionali. Non è che, niente niente, i suoi avi erano saliti al nord? Questo giustificherebbe i suoi attacchi. Non c’è peggior denigratore del sud dei trapiantati al nord in special modo le nuove generazioni. Personalmente sono felicissimo di essere uno del sud. Questo il mio grande vanto.

  2. Quando noi meridionali vogliamo rispondere ad un nordista usiamo sempre lo stesso ragionamento che, secondo me. è autolesionistico. Io, ormai sulla soglia degli 80 anni, posso dire di aver lavorato quasi tutta la mia vita in contatto con nordisti, avendoli avuto come miei superiori gerarchici o come collaboratori, e mai, nessuna volta, sono stato in qualche modo offeso da un nordista. Racconto sempre che una sola volta, a Monza, accortomi che avevo sbagliato strada, in assenza di traffico alle 6 del mattino, sono salito sul marciapiedi per avere una sterzata maggiore e tornare indietro e un automobilista di passaggio mi ha gridato TERRONE, aveva baffoni e basettoni,capelloni ricci e brillantinati: secondo me era calabrese o siciliano.

  3. Sono meridionale è sono fiero, nei miei 25 anni al nord quasi tutti i giorni mi sono scontrato per difendere i miei conterranei, il nord è pieno di meridionali con tanta voglia di lavorare che si adattano alla grande per cui esserne veramente orgogliosi. Ma da qualche anno che sono ritornato a viverci nel sud (pentito amaramente) qui sento parlare solo come avere il sussidio, l’esenzione, l’invalidità ecc. Avrà tutti i torti Feltri? Comunque io mi sono pentito di essermi avvelenato il fegato per difendere l’indifendibile.

  4. Io istituirei come il servizio di leva, il nord obbligatorio almeno 10 anni di permanenza, sono sicuro che al ritorno molti concittadini non burrerebbero più rifiuti in strada, no parcheggio su marciapiede, meno stendini e panni che gocciolano, meno tappeti e tovaglie svuotate dal balcone, più rispetto del codice della strada e delle regole in generale, più educazione e cc.

  5. @Marco: E certo, perché solo al “Norde” c’è la gente civile e per bene, la stessa che ha causato Tangentopoli, lo scandalo dell’Expo e quello del MOSE, la Mala del Brenta, e tanto altro ancora…
    Ma fammi il favore

  6. Io ho parlato di educazione e rispetto del prossimo, no di mafia camorra, che c’entra la mala del Brenta con gli stendini, tappeti e precedenze

  7. In ogni modo ed in ogni occasione è il buon senso che deve prevalere. Parliamo di Europa e siamo ancora all’italia da fare.

  8. Non é il caso di commentare. Ho passato il Rubicone molte volte e il meridione in cui la mia famiglia ha origini é una realtà meravigliosa. Il problema é la cultura dei suoi abitanti, dei suoi politici e dell’incapacità di autocritica dei residenti che si immaginano vittime. Ero con un amico BRASILIANO, che vive in prossimità di una favelas, a PIZZO CALABRO perché necessitava di un certificato del trisnonno emigrato a fine 800 in Brasile. Rifiutò di pernottarvi e mi fece rientrare a Salerno. Ho amici del sud, orgogliosi delle origini ma felici di vivere nel barbaro nord, molto critici con i loro conterranei. L’ITALIA é ITALIA perché il Regno SABAUDOla uní. Questa é la verità.

  9. Io sono del nord ed amo il sud, passo due mesi all’anno in Sicilia, la amo ho molti amici, se devo dare un giudizio direi che siete autolesionista, strade malandato, spazzatura ovunque, le strade è colpa della politica, laspazzara è colpa vostra.
    Avete come ricchezza l’agricoltura e il turismo e non lo sapete sfruttare

  10. Siamo due popoli diversi. Inutile fare finta di non saperlo. Io sono del nord, ho amici meridionali tuttavia la mafia, la furbizia del non pagare, del non lavorare nn sono prodotti del nord. Poi si può dire di tutto, esiste la libertà di espressione.

  11. Cheda a questo Signore di parlarci un poco del Sud, da lui conosciuto e che oggi rinnega. Parlo del Molise e del comune di Guardalfiera e dei suoi trascorsi giovanili in un mondo, si, povero ma incredibilmrente onesto .

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“L'essere amata è per la donna un bisogno superiore a quello di amare.” Sigmund Freud

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