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LA FILIERA AGRICOLA Stornara, parte l’accordo con Città del Bio

Nei Cinque Reali Siti, nascerà una filiera agricola: nuove collaborazioni per valorizzare le risorse del territorio

AUTORE:
Daniela Iannuzzi
PUBBLICATO IL:
6 Ottobre 2024
5 Reali Siti // Cerignola //

Statoquotidiano.it, 06 ottobre 2024. Stornara – Sbarca nei Cinque Reali Siti la Città del Bio, un’associazione di enti locali che propone a sindaci e amministratori di unirsi per valorizzare il proprio territorio e le proprie risorse, le proprie eccellenze, la propria storia, le proprie tradizioni, per  portarle poi anche nel mercato nazionale e internazionale.

Strumento principale utilizzato dalla Città del Bio, la cosiddetta filiera del Biodistretto, che consiste proprio nel mettere insieme amministratori, agricoltori e tutti i soggetti del territorio che siano coinvolti nel settore agroalimentare al fine di affrontare le sfide del mercato globale.

Perché uniti si può e, come dice il detto, l’unione fa la forza.

Ad accogliere la proposta nei Cinque Reali Siti, innanzitutto il Comune di Stornara.

Perché?
“Stornara” si legge nel comunicato stampa del sindaco Roberto Nigro “entra così in una rete per sviluppare progetti che diano valore ai territori che producono eccellenze agroalimentari al fine di dare valore economico aggiunto alle sue produzioni, promuovere la conservazione dell`ambiente e la qualità della vita attraverso il cibo di qualità e un modello di consumo sostenibile, collegando produttori e consumatori”.

E quindi il Vicesindaco Alessandro Grandone, l’Assessore all’Agricoltura Rocco Ciarallo, l’Assessore al Turismo Adriana Russo, in sinergia con i consulenti che hanno portato Città del Bio all’attenzione degli enti locali in zona,   hanno assicurato totale sintonia sulla volontà comune di ulteriore valorizzazione del territorio anche attraverso il fiorente settore agroalimentare e la sua filiera.

Prima ipotesi messa in campo su cui lavorare è quella della costituzione di un Biodistretto fra i 5 comuni dell’Unione dei 5 Reali Siti: Orta Nova, Carapelle, Ordona, Stornarella e appunto Stornara.

La Citta del Bio nasce a Torino nel 2004, ma si tratta di un’associazione con un raggio d’azione a carattere nazionale.

Ha anche sede a Bruxelles, con l’intento di portare all’attenzione dell’Unione Europea le realtà locali  dell’Italia e sollecitare un’attenzione maggiore nei loro confronti. Si interfaccia anche con una rete internazionale che si chiama Organic Cities Network.

“La Città del Bio non prende nulla dalle Amministrazioni” tiene a precisare Antonio Ferrentino, presidente dell’associazione dal 2014 “Il nostro intento è quello di fornire strumenti quali una segreteria, un coordinamento, del supporto ai Comuni affinché possano trovare la chiave giusta, i fondi giusti per sostenere i loro progetti nel campo agroalimentare. Le risorse per fare tutto questo vengono poi prese direttamente dai fondi intercettati di volta in volta”.

Con la sua lunga esperienza nel settore amministrativo, Antonio Ferrentino, che è stato negli anni sindaco, amministratore provinciale con l’incarico di assessore della provincia di Torino, per 10 anni Consigliere alla Regione Piemonte, per 16 anni presidente della Comunità Montana della Val di Susa partecipando anche all’organizzazione dei mondiali di sci, ha così deciso di mettere a disposizione del territorio le sue competenza, perché, dice, “L’Italia non ha nulla da invidiare a nessuno. E Città del Bio non chiede incarichi, si mette solo a disposizione delle Amministrazioni, affiancandole nel lavoro di ricerca dei fondi e dei progetti più utili per valorizzare le proprie risorse”.

Si tratta anche di un lavoro di immagine, di studio e individuazione di un brand che possa risultare penetrante sul mercato.

Ma chi ha portato in Capitanata la Città del Bio?

Il consulente Paolo Ciro D’Apolito, di Manfredonia, da sempre appassionato del settore agricolo, avendo lavorato anche nella propria impresa familiare e avendo così acquisito conoscenze in tale ambito. Si è formato come Consulente per la Certificazione Biologica nel settore alimentare e in Progettazione Giardini Terapeutici; come Assaggiatore Olio Vergine ed Extravergine d’oliva.
Si propone nel ruolo di Consulente esterno dei privati ed enti pubblici, come i Comuni, nel settore agroforestale e dello sviluppo sostenibile.
Inoltre, D’Apolito divulga pratiche agronomiche di Agroecologia ed Agroforestazione e ha trovato la possibilità di avviare una collaborazione con Città del Bio.

Le sue parole raccolte da Statoquotidiano: “Ritengo vi siano potenzialità inespresse nel nostro territorio in ambito agricolo e forestale e portarle in luce, a mio parere, aiuterebbe anche a fronteggiare problematiche serie, come i cambiamenti climatici e la desertificazione.
Si è detto spesso della carenza di cibo rispetto alle necessità della popolazione mondiale, ma secondo me il punto è che non vengono ancora sufficientemente valorizzati e sfruttati molto territori che potrebbero dare molto”.

Nel suo percorso di formazione, Paolo Ciro D’Apolito, dunque, ha esplorato le diverse tecniche usate nel mondo per la coltivazione e per la trasformazione, ha poi individuato i sindaci come i protagonisti di un percorso che potesse andare a reindirizzare la politica locale stabilendo un’interlocuzione tra pubblico e privato.
Ha quindi preferito partire proprio dai sindaci della Capitanata, e principalmente da quelli dei Cinque Reali Siti.
Obiettivo, costituire un Biodistretto territoriale.

Cosa è, gli abbiamo chiesto, un Biodistretto? La sua risposta:

“Consiste nella definizione di una filiera, dove il principio guida è la collaborazione sia sul piano organizzativo che in relazione ad un maggiore avvicinamento tra produttore e consumatore nelle fasi di produzione, trasformazione e consumo del prodotto.
Dal punto di vista economico, realizzando un’intera filiera, affermano gli economisti, il valore aggiunto economico dell’agricoltura viene moltiplicato per 10, con evidenti ricadute positive occupazionali e di sviluppo locale  e in più si aprirebbe la strada a condizioni migliori per l’ambiente”.

La Città del Bio come intende fattivamente aiutare la filera che andrà a costituirsi?
“Ricercando fondi regionali, nazionali ed europei” ha spiegato ancora D’Apolito  “Così facendo, si potranno realizzare molti più progetti e iniziative a livello locale”.

Il dado è tratto dunque. Si apre la strada a nuove sinergie e nuove possibilità di crescita per i Cinque Reali Siti. Ora è solo questione di tempo.

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