Lucera, la città della rucola “imperiale” e il rischio di un’occasione persa per la cultura pugliese
Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno, articolo di Antonio Gambatesa
A Lucera, la rucola cresce spontanea tra i monumenti storici, tanto da divenire un elemento distintivo della città. Questa crucifera è presente in abbondanza tra le antiche pietre della Fortezza svevo-angioina e, sebbene in misura minore, anche tra i resti delle Terme romane. A oltre 70 giorni dall’inaugurazione della nuova Piazza San Matteo, che circonda il sito archeologico restaurato con oltre 500 mila euro di fondi in buona parte provenienti dal PNRR, le antiche vestigia iniziano a coprirsi di una fitta vegetazione di “rucola imperiale,” quasi un simbolo di continuità tra l’epoca romana e quella moderna.
Questa scena pittoresca potrebbe diventare il simbolo di Lucera come prossima “Capitale della cultura pugliese,” un titolo prestigioso che la città dovrebbe portare nel 2025. Tuttavia, sorgono domande su quanto Lucera sia effettivamente preparata per una sfida di tale portata, specie se si considera il confronto con altre realtà pugliesi, come Mesagne. Quest’ultima, città di origine messapica con una popolazione di 26 mila abitanti, ha incarnato nel 2023 il ruolo di “Capitale regionale della cultura” con grande successo. Grazie all’amministrazione guidata dal sindaco Toni Mattarelli, Mesagne ha raggiunto traguardi straordinari in termini di affluenza turistica, eventi culturali e mostre internazionali, dimostrandosi un modello di rinnovamento. A Mesagne, l’impegno del sindaco e presidente della Provincia di Brindisi ha permesso di trasformare il centro urbano e potenziare l’offerta culturale.
Di fronte a questo paragone, le criticità nella gestione turistica di Lucera sono emerse in modo evidente durante lo scorso ponte di Ognissanti, quando i monumenti principali della città sono rimasti chiusi, lasciando insoddisfatte diverse comitive di visitatori giunti appositamente. Per una città che si appresta a ricoprire un ruolo di primo piano nella cultura pugliese, si tratta di un episodio grave, che mette in luce una mancata pianificazione del settore turistico e culturale.
Il problema non si limita a questo singolo evento: dal 31 ottobre scorso, i principali monumenti di Lucera sono accessibili solo dalle 9 alle 13, dal martedì alla domenica, una restrizione che resterà in vigore fino al 30 marzo 2025. Tali orari rischiano di compromettere la possibilità della città di accogliere e trattenere turisti, un’occasione persa anche per rilanciare l’economia locale. Con l’avvicinarsi del 2025, anno in cui Lucera sarà al centro della cultura regionale, questi limiti operativi rappresentano un ostacolo per la città, che rischia di rimanere una “meteora” nel panorama culturale anziché sfruttare l’occasione per lasciare un segno duraturo.
L’ingresso ai siti storici ha un costo di soli 3 euro, una cifra modesta che, se utilizzata in modo strategico, potrebbe contribuire a finanziare un’estensione degli orari di apertura, consentendo una visita continuativa almeno fino alle 16 nei mesi autunnali e invernali. Tale soluzione, già applicata in molte altre realtà, renderebbe più accessibili i monumenti simbolo di Lucera e aumenterebbe le possibilità di accoglienza turistica. I dipendenti comunali, secondo quanto riportato, sarebbero disposti ad adattarsi a un orario prolungato, dimostrando la volontà di cooperare senza che questo implichi un onere aggiuntivo per il comune. Tuttavia, serve una direzione chiara e un piano strategico che parta dalla dirigenza del settore, sotto l’indirizzo del governo cittadino, per rispondere efficacemente alle richieste di un turismo sempre più esigente e orientato verso le esperienze culturali.
Lucera ha tutte le potenzialità per valorizzare il suo patrimonio storico e paesaggistico, ma per riuscire a competere con altre località pugliesi, come Mesagne, deve necessariamente investire in una gestione moderna e accogliente dei suoi tesori. Con l’avvicinarsi del 2025, è essenziale che la città si prepari ad affrontare la sfida con una rinnovata attenzione alla promozione culturale e un’organizzazione all’altezza delle aspettative turistiche.