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MANFREDONIA Parte “EreTICA” al Dalla di Manfredonia. Severo: “Briciole eretiche nei campi minati dalla logica della ripetizione”

"È il frutto di un’idea che ispira le scelte dei titoli, degli artisti, dei progetti formativi"

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
7 Novembre 2024
Manfredonia // Notizie in piazza //

Manfredonia. EreTICA”, la nuova stagione di prosa del Teatro Comunale “Lucio Dalla” di Manfredonia, è ai nastri di partenza. Il cartellone, realizzato, ideato e sostenuto dal Comune di Manfredonia e da Puglia Culture, in collaborazione con Bottega degli Apocrifi e il supporto del Ministero della Cultura e della Regione Puglia, partirà con uno spettacolo domenicale per le famiglie (domenica 17 novembre, “Il bambino e la formica” della compagnia Fontemaggiore) e con la prosa irriverente di “Coppia aperta quasi spalancata” nella rivisitazione di Chiara Francini e Alessandro Federico (martedì 19 novembre).

In attesa dell’apertura di questo nuovo anno teatrale, pubblichiamo l’intervento di Cosimo Severo, direttore artistico di Bottega degli Apocrifi, sul senso e sul perché di questa stagione.

 “A un certo punto degli anni, ci si ritrova ad aver bisogno di un tempo tutto dedicato alla solitudine, in alcuni casi necessaria per poter affinare meglio lo sguardo, allontanare la fretta del fare, lasciare che il tempo si muova senza di te. Ma nonostante si provi a silenziare il mondo, i rumori di fondo di questa umanità iperconnessa e disorientata, entrano con prepotenza nelle orecchie di chi fatica a sospende l’attenzione, di chi le domande ce le ha dentro come chiodi affilatissimi. Si avvicendano le voci di coloro che non camminano verso una meta ma si affollano, scappano e, come bambini, prima di morire, mettono le mani a farsi riparo dalle bombe.

Ed è così che una piccola Stagione di provincia, diventa minuscola arma d’amore, necessaria semina d’autunno in una cittadina assetata di vitalità. Diventa leva che punta a snodare le poltrone moribonde del teatro comunale, mal costruito spazio dei miracoli, riconsegnato quotidianamente alla città, diritti verso un’altra primavera.

Questa nuova e antica Stagione è indubbiamente il frutto di una riflessione condivisa, come è sempre stato, ma con una cifra in più di autorialità, scaturita oggi dalla necessità, della Compagnia, di tracciare un senso rinnovato dell’abitare lo spazio pubblico cittadino dell’arte, della musica, della realtà trasposta impregnata di sogni, conflitti e disordine.

È il frutto di un’idea che ispira le scelte dei titoli, degli artisti, dei progetti formativi: farsi guida, farsi movimento. Proporre un andirivieni tra passato, presente e proiezione nel domani, un percorso nomade, senza la pretesa di una meta, la ricerca continua sul rapporto tra il genere umano e il mondo che lo circonda. “Camminare per non perdere le figure del paesaggio” così il filoso Umberto Galimberti nella sua “L’etica del viandante” ci fornisce un aiuto per frugare le parole che raccontano questo susseguirsi di artisti, spettacoli, laboratori, incontri. Non un elenco di titoli ma briciole eretiche accomunate dallo slancio del furore, il sale in un mare calmo, la bussola per viandanti inquieti sul margine, indecisi se abituarsi ad attendere un rincuorato quieto vivere, o alimentare l’irresponsabile desiderio di non temere la vita, sempre pronta a essere sleale.

Perciò quando penso a questa Stagione oggi più che mai guardo agli spettacoli per i più piccoli, quelli delle mattine, delle domeniche con tutta la famiglia. Penso che quel teatro e quegli spettatori sono le fondamenta della Stagione che definiamo di Prosa. Eretici ed etici assieme, uno a sostegno dell’altro, uno a guida dell’altro. In un movimento nomade, da Eschilo a Scarpetta, da Pirandello a Dario Fo e Franca Rame, da Emanuele Aldrovandi a Fabrizio Gifuni fino a una scrittura visionaria specialissima di Davide Iodice con il suo Pinocchio: che cos’è una persona. Penso a Nicola Lagioia e all’adattamento per il teatro che ne ha fatto Linda Dalisi del romanzo La Ferocia; a Gabriele Vacis che riprende con i Sette a Tebe, quel “terribile amore” che l’umanità ha per la guerra, in una riscrittura corale assieme alla giovane Compagnia PoEM. Penso ai registi visionari, costruttori di magie, solo per citarne alcuni: Cesàr Brie, Michelangelo Campanale, Jokin Oregi con il suo Amour, Riccardo Rombi, Michele Altamura, Gabriele Paolocà, Claudio Di Palma.

Penso che a confrontarsi con tante regie maschili abbiamo chiamato la forza dirompente della coreografa e regista di Silvia Gribaudi, con la straordinaria ed eretica danzatrice Claudia Marsicano porterà in scena “R.OSA 10 esercizi per nuovi virtuosismi”.

Una Stagione, dunque, che recupera il coraggio dell’immaginazione, il coraggio del rischiare tutto. Non c’è coraggio, infatti, nel tentare sul quasi certo, non c’è coraggio nella disperata esigenza di far tornare i conti, non c’è coraggio nel tenersi saldo al proprio albero maestro, non c’è coraggio in una musica che non osa note fuori dallo spartito accuratamente trascritto.

Settimana dopo settimana, senza neppure saperlo ci ritroveremo eretici nel confronto diretto con le verità servite al popolo delle elezioni, oppure saremo solo teatro, solo parole, solo corpi vivi, in piedi su una cassetta di frutta fresca vuota e rovesciata, e urlare assieme, forte, forte forte nella piazza dei sordi”.

 Per scoprire il programma di “EreTICA” si può consultare il seguente sito web:

https://www.bottegadegliapocrifi.it/stagione-2024-2025/

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“Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?” William Shakespeare

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