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REVENGE Quindicenne si toglie la vita nell’Ennese | sospetto caso di revenge porn

La morte della quindicenne ha colpito profondamente l’intera comunità locale

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
7 Novembre 2024
Prima pagina //

PIAZZA ARMERINA, 6 novembre 2024 – Si fa largo l’ipotesi di un dramma legato al revenge porn dietro la morte di una studentessa quindicenne, trovata priva di vita nella sua abitazione di campagna nella provincia di Enna. A ritrovarla, soffocata da una corda, è stata la madre, che ha immediatamente allertato le forze dell’ordine. Inutili i tentativi di rianimazione da parte dei soccorritori, che hanno potuto solo constatare il decesso della giovane.

La Procura di Enna ha avviato un’indagine per istigazione al suicidio contro ignoti, misura necessaria per procedere al sequestro del cellulare della ragazza e di altri dispositivi elettronici. Gli inquirenti stanno raccogliendo elementi dai dispositivi, con l’obiettivo di verificare se vi siano state pressioni o episodi di cyberbullismo legati alla diffusione di materiale intimo, che potrebbero aver spinto la giovane a un gesto estremo.

Voci di video intimi e tensioni a scuola

Dalle prime testimonianze raccolte tra compagni e insegnanti, sembra che la ragazza fosse turbata da un alterco avvenuto proprio il giorno del suicidio. Durante la ricreazione a scuola, infatti, avrebbe avuto una lite accesa con una compagna, dove pare sia stato menzionato un video diffuso in alcune chat scolastiche. In seguito alla discussione, caratterizzata da tensioni e spintoni, la ragazza ha chiesto di essere accompagnata a casa, adducendo motivi di malessere.

I genitori l’hanno così prelevata dalla scuola e riportata a casa, situata poco fuori dal paese. La madre, di origini cubane, si è poi allontanata per fare delle commissioni, ignara della tragedia che si sarebbe consumata di lì a poco. Al rientro, la donna ha trovato la figlia priva di vita, scena che ha scatenato un profondo shock nella famiglia e nella comunità.

La testimonianza della preside: “Una studentessa serena e brillante”

La dirigente scolastica dell’istituto ha espresso profondo dolore e incredulità per quanto accaduto, ricordando la ragazza come una studentessa solare e ben inserita nella comunità scolastica. “Aveva ottimi voti e partecipava attivamente alle attività di classe – racconta la dirigente –. È arrivata lo scorso anno da Milano e si era integrata molto bene.” La scuola, che oggi è sconvolta dalla notizia, ha previsto un supporto psicologico per studenti e insegnanti, e ha osservato un minuto di silenzio in memoria della giovane.

La dirigente ha inoltre espresso rammarico per il fatto che la ragazza non abbia chiesto aiuto, nonostante l’istituto metta a disposizione uno sportello psicologico per gli studenti. “Abbiamo creato uno spazio sicuro per accogliere le difficoltà dei ragazzi, e speravamo che lei si sentisse di utilizzarlo,” ha aggiunto.

Un lutto che scuote la comunità

La morte della quindicenne ha colpito profondamente l’intera comunità locale, dove molti dei suoi coetanei erano a conoscenza della diffusione di quei presunti video. Secondo alcune testimonianze, la ragazza sarebbe stata bersaglio di scherno e umiliazioni, che le avrebbero causato uno stato di profondo disagio emotivo. L’assemblea di istituto, inizialmente prevista per questa settimana, è stata sospesa per rispetto e vicinanza alla famiglia della giovane. Sul suo banco, alcuni compagni hanno lasciato un mazzo di fiori in segno di lutto e solidarietà.

Il sindaco del paese ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali, condividendo un messaggio di cordoglio sui social. “Ci stringiamo tutti, con profonda tristezza, intorno alla famiglia. Come comunità, questo è il momento del dolore, ma dovremo anche riflettere profondamente sulle implicazioni di quanto accaduto.” Il primo cittadino ha poi espresso l’intenzione di avviare incontri con le scuole e con le famiglie per affrontare insieme il tema del bullismo e della sicurezza digitale.

Un fenomeno preoccupante: il revenge porn tra i giovani

La vicenda riaccende i riflettori su un fenomeno purtroppo in crescita tra gli adolescenti, quello del revenge porn, ovvero la diffusione di contenuti intimi senza consenso, spesso per umiliare la vittima. La pressione sociale e il giudizio dei coetanei possono risultare devastanti per gli adolescenti, spingendoli a forme di isolamento e a stati di disagio profondo.

L’inchiesta aperta dalla Procura intende chiarire se la ragazza sia stata oggetto di ricatti o di minacce da parte di qualcuno che potrebbe aver diffuso il materiale senza consenso. Si spera di fare luce su quanto accaduto nei giorni e nelle settimane precedenti al tragico evento, così da accertare eventuali responsabilità e comprendere se la ragazza abbia cercato, invano, di difendersi.

Le autorità sottolineano l’importanza di non sottovalutare mai episodi di bullismo o cyberbullismo, particolarmente quando coinvolgono la sfera privata e intima degli adolescenti, per i quali le conseguenze psicologiche possono essere particolarmente pesanti. Diversi studi dimostrano che la vittimizzazione in contesti scolastici e digitali rappresenta una delle principali cause di depressione e di autolesionismo tra i giovani. Per questo motivo, le istituzioni scolastiche e le famiglie vengono sollecitate a costruire una rete di protezione attiva, con un dialogo costante che aiuti i ragazzi a comprendere l’importanza di chiedere aiuto in caso di difficoltà.

La risposta delle istituzioni e l’appello alla prevenzione

Alla luce della tragedia, le istituzioni locali hanno lanciato un appello alla comunità affinché si intensifichi la prevenzione nelle scuole e nelle famiglie, sensibilizzando i giovani e supportandoli nelle difficoltà. La scuola frequentata dalla quindicenne si è già attivata per offrire uno spazio di confronto e ascolto per gli studenti, con l’intenzione di evitare che episodi simili possano verificarsi in futuro.

Dalla comunità emerge un profondo desiderio di cambiamento e di maggiore attenzione per la salute mentale degli adolescenti, un’area in cui insegnanti, genitori e amministrazioni hanno un ruolo cruciale. Le autorità scolastiche e comunali hanno anche espresso l’intenzione di collaborare per rafforzare le iniziative di sensibilizzazione contro i pericoli del web e della condivisione non consensuale di contenuti.

La tragica vicenda della giovane di Enna è un monito doloroso per tutti: prevenire e contrastare il bullismo e la diffusione non consensuale di materiale intimo sono imperativi per proteggere i ragazzi e garantire loro un ambiente sereno in cui crescere.

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“Ma tu chi sei che avanzando nel buio della notte inciampi nei miei più segreti pensieri?” William Shakespeare

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