FOGGIA – La Corte d’Assise di Foggia, presieduta dal giudice Mario Talani, ha disposto una perizia psichiatrica per Angelo Di Lella, l’ex guardia giurata 58enne accusato dell’omicidio della moglie Giovanna, avvenuto il 16 dicembre 2022.
La decisione della Corte accoglie la richiesta avanzata dall’avvocato difensore Antonio Gabrieli, che ha chiesto l’accertamento della capacità di intendere e volere dell’imputato al momento dei fatti. A spingere la Corte a disporre la perizia è stata la testimonianza in aula di uno psichiatra, ascoltato come teste dalla difesa, che ha dichiarato di aver diagnosticato a Di Lella un disturbo schizo-affettivo con tratti psicotici, tenuto sotto controllo con una terapia farmacologica in carcere.
Sulla base di questa valutazione, la difesa ha chiesto un esame psichiatrico approfondito, per verificare se l’imputato fosse in grado di comprendere il significato delle proprie azioni al momento dell’omicidio. La perizia è stata affidata al dott. Valerio Torres, che avrà venti giorni per presentare le sue conclusioni alla Corte. Ermenegildo Russo, legale delle figlie della vittima che si sono costituite parte civile, ha commentato: “Accogliamo serenamente la decisione della Corte, convinti che emergerà la capacità di intendere e volere dell’imputato al momento dei fatti. Andremo avanti fino alla fine del processo, certi che la giustizia farà il suo corso”.
Diversa la reazione dei familiari di Giovanna, rappresentati dall’avvocato Nicola Marro, che hanno accolto con amarezza la decisione, poiché speravano nella chiusura della fase istruttoria. “Questo rinvio porta ulteriore dolore e frustrazione ai miei assistiti, che attendevano una sentenza imminente,” ha spiegato Marro. “Ogni ritardo rappresenta per loro una dolorosa rievocazione della tragica vicenda.” Il dramma si è consumato nella tarda mattinata del 16 dicembre 2022, nell’abitazione della coppia in via Saragat, dove vivevano con le loro tre figlie. Secondo le indagini, Di Lella avrebbe sparato alla moglie tre colpi di pistola calibro 9, arma da lui detenuta legalmente. Dopo il delitto, l’uomo si è barricato in casa, arrendendosi solo dopo una breve trattativa con i Carabinieri. Di Lella ha mantenuto il silenzio durante l’interrogatorio di garanzia e non ha mai confessato l’omicidio.
Lo riporta foggiatoday.it