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DE MEO “Il Segreto di Bergognone”. Tra arte e fede: le Tremiti nel ‘500

Realizzato nel 1512, quest'opera racchiude in sé una bellezza struggente e misteriosa.

AUTORE:
Redazione
PUBBLICATO IL:
8 Dicembre 2024
Cronaca // Cultura //

Il Segreto di Bergognone – Tra arte e fede: le Tremiti nel 500

Immaginate di camminare lentamente tra le sale della Pinacoteca di Brera a Milano, circondati dal silenzio che solo un museo riesce a offrire. Le luci soffuse accarezzano le opere, rendendo ogni dettaglio più vivo, ogni pennellata più affascinante. Eppure, tra tutte le meraviglie che questo tempio dell’arte racchiude, c’è un dipinto che riesce a rapire lo sguardo, a evocare emozioni profonde, a trasportarci in un luogo e in un tempo lontani: “La Madonna con il bambino dormiente” di Ambrogio da Fossano, detto il Bergognone.

Realizzato nel 1512, quest’opera racchiude in sé una bellezza struggente e misteriosa. La scena sembra, a prima vista, una rappresentazione classica della Madonna e del Bambino.

Con il passare dei minuti, osservando ogni dettaglio, ci si rende conto che c’è di più. Molto di più.

In alto, a far da sfondo, svetta un paesaggio che a molti potrebbe sembrare familiare, ma che pochi riconoscono davvero: le isole Tremiti. L’iconografia di questo angolo dell’Adriatico, così lontano dalle consuete visioni lombarde, potrebbe sembrare un errore, un’incongruenza. Eppure, non lo è. Bergognone, pittore milanese influenzato dalle correnti artistiche di Leonardo da Vinci, aveva trovato ispirazione in un luogo che avrebbe potuto sembrare improbabile. Si narra che l’artista, di ritorno dalla Certosa di Pavia, abbia voluto raffigurare un paesaggio inusuale, un omaggio nascosto alle isole che avevano segnato la sua memoria. Un angolo di mondo che pochi conoscevano, ma che, nel dipinto, diventa un messaggio silenzioso.

A impreziosire ulteriormente questa scena, sono i dettagli simbolici che, come un enigma, invitano lo spettatore a decifrarli.

La mela in basso a destra, chiaro riferimento al peccato originale. Il libro nelle mani di uno dei monaci seduti su una roccia, che sembra raccontare la sacralità delle Scritture. La Madonna, con il suo abito rosso, richiama il sacrificio di Cristo, mentre il manto blu simboleggia la Chiesa che si erge come rifugio e salvezza. Inoltre, il velo su cui è adagiato il Bambino, delicato e leggero, fa riferimento alla Passione di Cristo e al sudario che avvolgerà il suo corpo, secondo un’iconografia che rimanda alle meditazioni dello Pseudo Bonaventura, un monaco medievale che rifletteva sulla connessione tra la Vergine e il sacrificio del Figlio. Ogni elemento nel dipinto sembra rimandare a una verità universale: la Passione di Cristo, il peccato e la redenzione.

Inoltre, l’opera ci mostra un’idea unica di sacralità. Non è solo la Madonna con il Bambino a dominare la scena, ma anche la rappresentazione di due monaci, forse certosini, intenti a parlare, uno con il libro in mano e l’altro che indica un’abbazia lontana. In queste figure, così umili ma così importanti, l’artista ci invita a riflettere sul rapporto tra spiritualità e quotidianità, sulla bellezza di un dialogo che scorre senza fretta, lontano dal frastuono del mondo.

Ciò che rende questo dipinto ancora più affascinante è il mistero che lo circonda. Sebbene gli studiosi milanesi non abbiano mai completamente chiarito il significato del paesaggio delle Tremiti sullo sfondo, molti ritengono che Bergognone, tornato dalla Certosa di Pavia, abbia voluto rendere omaggio a un luogo che gli stava particolarmente a cuore. Un luogo che, in qualche modo, racchiudeva la serenità e la solitudine spirituale che anche l’arte cercava di trasmettere.
L’artista influenzato dalle opere di Leonardo, ne ha dipinto un’altro identico ma con panorama lombardo di proprietà privata.

L’opera di Bergognone è una finestra aperta su un mondo lontano eppure straordinariamente vicino. La sua pittura è una danza tra il sacro e il profano, tra la storia e la leggenda, tra l’arte e il mistero. E mentre ci perdiamo nei dettagli di questa meravig…

A cura dell’ingegnere Michelangelo De Meo. Manfredonia, 08 dicembre 2024.

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