Sono trascorsi quasi 12 anni da quel 18 aprile 2011, quando Melania Rea, di 28 anni, fu tragicamente uccisa dal marito Salvatore Parolisi, caporalmaggiore dell’esercito ad Ascoli Piceno, con 35 coltellate. La coppia aveva una figlia, Vittoria, all’epoca di soli 18 mesi.
La madre della giovane, Vittoria Rea, ora 13enne e a cui è stato dato il nome della defunta madre, ha condiviso con La Stampa le sfide incontrate nel crescere una figlia vittima di femminicidio. Salvatore Parolisi è attualmente in carcere per l’omicidio di Melania, avendo scontato 12 dei 20 anni di condanna.
“Servono coraggio, forza e pazienza. Sono gli ingredienti essenziali per andare avanti. Il mio cuore è ancora in lutto per la morte di mia figlia, ma ho dovuto trovare la forza per il bene di mia nipote. Tuttavia, da sola, non avrei mai potuto farcela”, ha spiegato la signora Rea, che, negli anni, ha supportato la crescita della bambina insieme al marito Gennaro e al fratello di Melania, Michele.
Dopo la tragedia, la famiglia Rea ha ricevuto supporto da parte di uno psicologo e di un’assistente sociale. “Gli esperti ci hanno consigliato di dire sempre la verità, nel modo giusto, perché i bambini non vanno ingannati”, ha aggiunto la donna.
Vittoria, la figlia di Melania, ha iniziato a fare domande sulla madre all’età di 3 anni. Con il passare degli anni, i genitori le hanno gradualmente rivelato la verità sull’omicidio. “Siamo andati per gradi, ovviamente”, ha precisato Vittoria Rea, sottolineando l’importanza di evitare frasi vuote come “la mamma è in cielo”.
Durante un’intervista, la madre di Melania ha dedicato un pensiero alla figlia di Annalisa D’Auria, vittima di un altro femminicidio a Rivoli, sottolineando l’importanza di una forza collettiva per andare avanti, in particolare per il bene dei bambini.
La famiglia Rea, tuttavia, ha vissuto un’esperienza diversa rispetto alla famiglia di Parolisi. La donna ha rivelato che non c’è mai stata una richiesta di scuse da parte di Salvatore Parolisi per le sue azioni. I contatti tra le due famiglie si sono interrotti dopo l’inizio della pandemia, e la nonna di Vittoria ha commentato: “Meglio così”. Nonostante la tragedia, Vittoria è descritta come una ragazza serena e studiosa, che frequenta il primo anno di liceo scientifico e aspira a diventare magistrato per difendere i diritti delle donne.