Foggia, 10 marzo 2020. Accompagnati dai rispettivi legali, si sono costituiti alle forze dell’ordine, presso la caserma dei Carabinieri di San Giovanni Rotondo: Notarangelo Francesco, Notarangelo Bartolomeo Pio e Andrea Quitadamo, tutti di Mattinata, evasi ieri dal carcere di Foggia. E’ quanto appreso da una raccolta dati di StatoQuotidiano.it. Nel momento in cui si scrive ancora nessuna notizia di Francesco Scirpoli di Mattinata e Maurizio Ciociola di Manfredonia. Ieri un altro manfredoniano si era costituito alle forze dell’ordine, dopo l’evasione.
Complessivamente sono stati circa una quarantina i detenuti evasi dal carcere di Foggia bloccati ieri dalle forze dell’ordine, dopo l’uscita in massa dalla struttura di via delle Casermette. I disordini, che stanno interessando diverse strutture penitenziarie italiane, sono correlati all’emergenza sanitaria in atto nel paese, da coronavirus Covid-19. “Vogliamo l’indulto e l’amnistia – hanno urlato i detenuti durante la protesta – non possiamo stare così con il rischio del Corinavirus. Noi qui viviamo nell’inferno”. Nel corso della fuga si sono registrate tentate rapine di auto. “16 sono stati presi nelle immediate vicinanze del carcere“. “Alcuni hanno anche provato a confondersi tra i clienti di un supermercato”. Non risultati né morti, né feriti (tranne in forma lieve gli stessi detenuti che hanno riportato graffi ed escoriazioni durante la fuga), tantomeno ci sarebbero state delle persone prese in ostaggio. Di certo, alcuni uffici del carcere risultano incendiati, in seguito a roghi appiccati durante la fase della rivolta.
Da raccolta dati di StatoQuotidiano.it, nel momento in cui scrive risultano almeno “una ventina di detenuti ancora ricercati dalle forze dell’ordine”. “Le ricerche – riporta Il Manifesto – sono state ampliate anche al Molise (ma anche in Basilicata e in Provincia di Avellino,ndr) dopo che diversi detenuti si erano messi in fuga, a bordo di auto e furgoni rubati, in direzione Lucera“. “La protesta è rientrata soltanto in serata al termine di un serrato confronto con il prefetto e il provveditore, al termine del quale i detenuti del carcere di Foggia hanno deciso di rientrare nella struttura ormai paurosamente devastata“.
Bene ora carcere a vita, e non tutti gli amici insieme nello stesso carcere vicino parenti e amici, ma nei luoghi più sperduti d’Italia.
in vacanza da Mr. Erdogan