La Procura Antimafia e la Guardia di Finanza hanno lanciato un’operazione chiamata “Lost and Found” contro il narcotraffico in Puglia. Secondo l’ordinanza di 272 pagine della giudice per le indagini preliminari Caramia, Andrea Gaeta, soprannominato “Il piccolo” e originario di Orta Nova, era al vertice dei traffici illeciti. Gaeta, già incarcerato per il duplice tentato omicidio di Alessio Di Bari e Ciro Stanchi, è considerato un esponente del clan foggiano Moretti-Pellegrino-Lanza. È inoltre il cognato del boss Pasquale Moretti e genero del capo della mafia foggiana, Rocco Moretti detto “Il porco”.
Le misure cautelari coinvolgono 31 persone: in carcere sono finiti Andrea Gaeta, Michele Scuccimarra detto “il grande”, Mariano Scuccimarra, Paolo Cordisco detto “Paol”, Luciano Portante detto “Luc” o “quello dei cavalli”, Marco Taralli detto “Marc”, Nicola Messina detto “Andr”, Simone Di Gregorio detto “Sim”, Matteo Cucchiarale detto “Matt”, Raffaele Tomasicchio, Giuseppe Traversi, Giuseppe Virgilio, Daniele Magno detto “Dandi”, Francesco Quercia detto “Cuore” e Giuseppe Tatulli. Ai domiciliari invece Michele Aghilar, Antonio Valentino detto “Occhi storti”, Archimede Napolitano detto “Archim”, Alessandro Bruno detto “Il ragazzo con la barba”, Ferdinando Piazzolla detto “Gabibbo”, “Carciofo” o “Ciotto”, Giuseppe Sciretti, Stefano Biancolillo detto “Il ragazzo”, Francesco Capriulo, Alessio Morlino detto “Ale”, Vito Cotugno, Matteo La Pietra detto “Manfr”, Antonio Seccia, Lorenzo Totaro e Michele Saracino. Per Gerardo Lacerenza detto “Il padre dei fessi” e Pasquale Larotondo è stato disposto l’obbligo di dimora, mentre altri quattro indagati non hanno ricevuto misure cautelari.
Gaeta, secondo le indagini, era il capo dell’associazione, dirigendo le attività dei promotori e organizzatori, gestendo gli investimenti economici dell’organizzazione per gli approvvigionamenti. Si occupava personalmente degli accordi con i fornitori, del fissare i prezzi di acquisto e del ritiro della droga. Era supportato dai due Scuccimarra, formando quello che la gip chiama il “gruppo Gaeta-Scuccimarra”.
Tra le accuse a Gaeta, Michele Scuccimarra e Michele Aghilar c’è la vendita di 5 chili di hashish a un individuo sconosciuto, parte di una partita più ampia di 100 chili. Altri 10 chili sono stati ceduti a Nicola Messina, definito dagli inquirenti un “acquirente stabile del sodalizio”. Scuccimarra suggerì a Gaeta di contattare altri fornitori, tra cui Di Gregorio di San Salvo, interessato a 30 chili. Le intercettazioni riportano discussioni sui quantitativi richiesti e sulle forniture necessarie per soddisfare la domanda. Uno dei principali fornitori sarebbe stato Luciano Portante di Foggia.
L’organizzazione riforniva di cocaina e hashish diverse piazze pugliesi e abruzzesi, utilizzando sistemi di comunicazione criptati e strutture commerciali per camuffare le attività illecite. I termini usati nelle conversazioni indicavano specifici quantitativi di droga: “1p” per un panetto da 100 grammi e “una” per una cassa da circa 30 chili. Sono stati sequestrati 28 terreni agricoli, 7 appartamenti, 900mila euro in contanti, polizze vita, conti correnti e 2 automobili. Nel corso delle indagini, sono stati confiscati 150 chili di hashish e 200mila euro.
Il coordinatore della Dda, Francesco Giannella, ha dichiarato che la droga proveniva da Foggia e veniva smistata nelle varie realtà territoriali circostanti. L’indagine è iniziata come un’appendice di un’altra operazione investigativa su un clan della città vecchia di Bari, il cui principale fornitore era un andriese che a sua volta si riforniva da Orta Nova.
Lo riporta l’Immediato.net