Roma. I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale capitolino nei confronti di 2 soggetti, indagati per i reati di truffa aggravata e indebita compensazione di debiti tributari e previdenziali con crediti inesistenti.
Si tratta del professionista romano Gian Luca Apolloni, operante in Italia e all’estero, emerso nel contesto dell’inchiesta giornalistica “Panama Papers”, e dell’imprenditore Roberto Laganà, titolare della RTS società cooperativa, attiva nel settore dell’intermediazione di forza lavoro.
Apolloni è già noto alle cronache giudiziarie: il 17 luglio 2013 è stato arrestato per delitti tributari a seguito di indagini condotte dalla D.D.A. di Bologna, nel cui ambito erano peraltro emersi collegamenti con Massimo Ciancimino, figlio di Vito, già sindaco di Palermo e legato a Cosa Nostra. Il 15 maggio 2018, invece, è stato tradotto in carcere a San Vittore a disposizione dell’Autorità Giudiziaria milanese, dove si trova tuttora, per il coinvolgimento in reati fallimentari.
L’indagine, coordinata dalla locale Procura della Repubblica, ha preso avvio proprio dalle rivelazioni dell’“International Consortium of Investigative Journalists”, il quale ha pubblicato on line i dati dello studio legale panamense “Mossack Fonseca”.
Le attività investigative eseguite dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Roma congiuntamente all’Ufficio Antifrode dell’Agenzia delle Entrate, hanno delineato la figura del professionista quale intermediario nella creazione di oltre 200 “società schermo” a Panama, collegate a ulteriori imprese aventi sede a Samoa, Bahamas, Anguilla, Isole Vergini Britanniche e Cipro.