In Italia, i reati ambientali sono aumentati del 15,6% in un anno, superando i 35.000 casi nel 2023, con una media di 97,2 al giorno, ovvero 4 ogni ora. Questo fenomeno si traduce in un giro d’affari annuale di 8,8 miliardi di euro. In questo contesto allarmante, la Puglia emerge come una delle regioni più a rischio. Secondo l’ultimo rapporto Ecomafia di Legambiente, lo scorso anno in Puglia sono stati registrati 3.643 reati ambientali. Più di tremila persone sono state denunciate, 38 arrestate e oltre mille sequestri sono stati effettuati. Bari detiene il triste primato regionale, piazzandosi al terzo posto a livello nazionale dopo Napoli e Avellino, con 878 reati e 655 persone denunciate.
Tra gli illeciti più frequentemente denunciati, il ciclo illegale del cemento occupa il primo posto tra i reati ambientali, con la Puglia al secondo posto in Italia dopo la Campania. Bari è la provincia più colpita con 247 reati contestati, seguita da Lecce con 240 e Foggia con 186. Anche il ciclo dei rifiuti presenta una preoccupante impennata di illeciti penali, con la Puglia nuovamente al secondo posto nazionale con 881 reati contestati. Per quanto riguarda gli illeciti contro gli animali, nel 2023 in Puglia ne sono stati registrati 674, di cui 253 a Bari e 127 a Foggia.
A livello nazionale, la Campania si conferma al primo posto per il numero di illeciti ambientali, rappresentando il 14% del totale nazionale. Seguono la Sicilia e la Puglia, quest’ultima al terzo posto nonostante un incremento del 19,2%. La presidente di Legambiente Puglia, Daniela Salzedo, sottolinea la gravità della situazione: “Siamo davanti a una vera e propria emergenza che tutti quanti siamo chiamati a combattere, al fianco delle forze dell’ordine che quotidianamente svolgono controlli per contrastare il fenomeno dei reati ambientali”.
Lo riporta Trmtv.it