Roma. “Ora diranno che era un matto, che non stava bene con la testa, che non è possibile che una persona arrivi a porre fine alla vita delle proprie figlie e della moglie per poi ammazzarsi con la pistola d’ordinanza”.
Così il Segretario Nazionale SAPPe Federico Pilagatti parlando di Ciro Curcelli, assistente capo della polizia penitenziaria, di 53 anni, che, nella notte a Orta Nova, ha ucciso la moglie e le due figlie di 12 e 18 anni mentre dormivano, per poi allertare i carabinieri e togliersi la vita. (VEDI SOTTO IL FOCUS)
“Proprio qualche giorno fa il SAPPE, sindacato autonomo polizia penitenziaria, denunciò la situazione di grande stress e disagio a cui sono sottoposti i poliziotti penitenziari in servizio a Foggia e nell’intera regione Puglia che è la piu’ affollata della nazione.
Per 1400 euro al mese si può essere massacrati dai detenuti, impunemente, si è costretti a lavorare in condizioni inumane con carichi di lavoro impossibili poiché un solo poliziotto deve occupare più posti di servizio contemporaneamente nonché gestire centinaia di detenuti da soli.
Ora diranno che era un matto, che non stava bene con la testa, che non è possibile che una persona arrivi a porre fine alla vita delle proprie figlie e della moglie per poi ammazzarsi con la pistola d’ordinanza.
I tanti colleghi di Foggia che lo hanno conosciuto e lavorato insieme, lo descrivono come una persona seria
No non era così poiché i tanti colleghi di Foggia che lo hanno conosciuto e lavorato insieme, lo descrivono come una persona seria, perbene, un po’ introverso.Eppure qualcosa è scattato nella testa di una persona apparentemente normale per porre in essere uno dei gesti più cruenti e terribili.
Da tempo il SAPPE chiede più attenzione per dei lavoratori che sono lasciati solo a se stessi in un contesto lavorativo così massacrante, ma inutilmente.
Ieri a Piacenza un altro poliziotto si è suicidato e non si arresta questa scia di sangue che negli ultimi anni ha colpito decine e decine di poliziotti, senza che nessuno, oltre alle parole, mettesse in essere misure concrete.
Il carcere di Foggia è uno dei più malmessi a livello nazionale, nonostante sia situato in un zona a grande presenza delinquenziale, perché la carenza di personale di polizia penitenziaria è drammatica eppure nulla si muove, nonostante le varie denunce del SAPPE che restano lettera morta.
“Non sappiamo se con interventi mirati si poteva evitare questa tragedia, sappiamo solo che nulla si è fatto e si fa”
Non sappiamo se con interventi mirati si poteva evitare questa tragedia, sappiamo solo che nulla si è fatto e si fa, per evitare il grande disagio lavorativo a cui sono costretti i poliziotti penitenziari di Foggia, della Puglia, della nazione. Ora basta…non vogliamo parole di circostanze od altro, vogliamo che la sofferenza lavorativa dei poliziotti venga affrontata con serietà e concretezza”.