Un gesto carico di umanità e solidarietà ha segnato la giornata del 20 luglio alla frontiera di Fernetti, vicino Trieste.
In un contesto fatto di controlli intensificati dopo il ripristino di Schengen e flussi continui di migranti, Pietro Piemontese, 40 anni, originario di Manfredonia e Ispettore della Polizia di Stato, si è distinto per la sua eccezionale umanità e professionalità.
La scena è toccante: un giovane migrante, solo e spaventato, accasciato su un sedile di un treno proveniente dalla Slovenia. Fermato e privo di documenti, non comprende né l’italiano né l’inglese. La sua paura si legge sul volto. È a quel punto che entra in gioco l’umanità di Pietro Piemontese. Con un sorriso rassicurante e un gesto di comprensione, l’agente invita il giovane a seguirlo. Più tardi, in caserma, il ragazzo racconta il suo viaggio estenuante attraverso la rotta balcanica, un percorso fatto di fame, paura e il costante pericolo rappresentato dai trafficanti di esseri umani.
Pietro, consapevole del dolore e delle sfide affrontate da chi cerca una vita migliore, offre qualcosa di raro e prezioso: un abbraccio. Un gesto semplice, ma capace di sciogliere le paure, di comunicare senza parole una vicinanza profonda. È stato proprio quell’abbraccio a diventare il simbolo della dedizione di Piemontese verso chi è più vulnerabile, riassumendo i valori di solidarietà e speranza.
Questo gesto non è passato inosservato.
L’ente nazionale CIVILIS, rappresentato dal generale Giuseppe Marasco, ha deciso di premiare Pietro Piemontese con una pergamena di benemerenza e un encomio solenne corredato di nastrino, riconoscendo il valore umano e l’eccellente operato dell’agente. Il premio simboleggia l’apprezzamento per chi, come Piemontese, non dimentica l’essenza del proprio ruolo: proteggere e servire, andando oltre i doveri formali per toccare il cuore di chi è in difficoltà.
Nella testimonianza dell’agente si riflette l’impegno quotidiano di tanti uomini e donne della Polizia di frontiera di Trieste e della regione Friuli-Venezia Giulia.
Pietro Piemontese ha mostrato come l’empatia, unita alla responsabilità, possa fare la differenza, trasformando un incontro in un momento di speranza per chi ha solo conosciuto privazioni e dolore.
Mentre la pressione migratoria continua a sfidare le forze dell’ordine, il gesto di Pietro Piemontese ci ricorda che l’umanità deve restare al centro di ogni intervento, un faro in mezzo al tumulto delle migrazioni e delle difficoltà sociali.
Bravissimo l’ispettore Piemontese 👏👏👏
Informate però il “Generalissimo” che, acclamando Piemontese per ciò che ha fatto col giovane e povero migrante, sta violando la regola numero del partito a cui appartiene, sennò poi “Gioggiah” lo cazzia 🤣🤦♂️