Nel 2012 ha rischiato di morire per un avvelenamento da Amanita Falloides, dopo aver mangiato, a cena, della carne e dei funghi che gli aveva regalato un amico. Durante il programma condotto da Cristina Balivo Ginka spiega di aver capito subito che c’era qualcosa che non andava. Colto da un momento di lucidità, dopo aver raccolto i funghi crudi che aveva ancora in casa, si è recato in ospedale dove è stato sottoposto alle prime cure.
Il fungo lo avrebbe ucciso in soli due giorni, gli avevano spiegato i medici. Giancarlo, però, resiste per 5 giorni e trova un fegato che gli salva la vita. Torna a casa dopo 12 giorni. Tutto sembrava passato, ma il rigetto costringe Giancarlo a recarsi nuovamente in ospedale dove viene nuovamente sottoposto ad un trapianto. Prima del trapianto, Giancarlo racconta di aver visto Padre Pio: “Mentre avevo il crollo neurologico che tutti i medici temevano, ho capito che mi stavano portando in rianimazione e in quel momento ho pregato Padre Pio. Gli dissi: ‘sono tuo figlio non mi abbandonare, non lasciarmi solo e poi ho avuto il black out totale e il primo ricordo utile risale al dopo trapianto”.
Dopo essersi salvato, Giancarlo decide di scrivere una lettera ai genitori del suo donatore pur sapendo che non potrà conoscere la persona che gli aveva salvato la vita.
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